Sul fatto che è importante che sia ripetibile più che il valore assoluto mi trovi perfettamente d'accordo, ed è per questo che ho consigliato il cardio.
Il cuore e i relativi battiti per conformazione fisiologica NON È e non può essere/dare una misura/valore realmente ripetibile tale da restituire valori significativamente confrontabili.
Il cuore fisiologicamente risente di N fattori che ne influenzano il comportamento:
- stress
- carico di lavoro accumulato
- qualità, quantità e tipo di allenamento effettuato (o non)
- temperatura e umidità esterne
- stato di salute generico dell’individuo
- qualità del sonno e del riposo
- tensione e agitazione emotiva
ecc ecc ecc…
Tutto questo influisce sul battito cardiaco portando a variazioni anche rilevanti a parità di esercizio svolto. Per cui a fronte di un medesimo sforzo, lavoro e quindi consumo calorico il cuore può avere risposte totalmente diverse e restituire valori (bpm) profondamente variabili.
Può essere usato come cartina di tornasole, certo, ma non può essere affidabile, preciso e soprattutto dare valori ripetibili come un misuratore di potenza.
Senza considerare che il cuore ha tempi di risposta notevolmente dilazionati…per cui se faccio 10sec a 400w e poi torno a 250w il cuore nemmeno se ne accorge di quei 10sec a 400w…ti perdi del lavoro e del consumo calorico.
Come detto poi vi è la deriva cardiaca, fenomeno che si manifesta sempre e comunque a prescindere dal tipo di atleta (più forte e allenato sei e piu tardi/contenuta sarà la deriva….meno allenato sei e più rapidamente si presenta).
Già ne ho scritto a riguardo ma ovviamente, non avendo te le basi su cui poter discutere e continuando a portare opinioni (mai un dato dimostrato) hai ovviamente scansato l’appunto in merito a questo fenomeno…fenomeno che dimostra per l’ennesima volta che misurare il dispendio calorico usando i bpm non è possibile se non introducendo fattori di errore talmente macroscopici da diventare valori poco utili nel lato pratico.
Non a caso team professionistici (ma ormai anche amatoriali) da quasi 20anni usano il misuratore di potenza per gestire allenamento, piano alimentare e strategia di corsa lasciando al cardio solo il compito di “cartina di tornasole” per individuare eventuali macro variazioni e campanelli d’allarme su cui eventualmente variare il piano di allenamento (a fronte di uno stimolo X di potenza se il cuore risponde in modo profondamente diverso da un range “accettabile” rispetto alla propria storicità può essere utile capire il come ed il perché di questo rilevante scostamento e da lì ricalibrare le sedute ecc).