Spagna paradiso dei ciclisti?

sembola

Velocista
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L unica realtà italiana degna di nota è quella del Trentino alto adige. Ma loro sono sudtirolesi non italiani ...
Io in SudTirol ci vado in estate (e talvolta anche in inverno) da venticinque anni, e devo riconoscere, seppure amaramente, che "Sudtirol ist nicht Italien" non è uno slogan politico ma la pura realtà.
 
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sartormassimo

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bella è bella...
era evidente il alto ironico o cmq il cercar qualcosa per salvare il nostro cavolo di paese cogliete questo spirito ogni tanto...

ci sono stato in andalusia, e fuori dalle bellissime città granada siviglia o malaga, non so sicuramnte l'avro girata non passo passo ma non ho visto nulla da farmi fermare ne come natura ne come architettura, sempre confrontandole con i mille borghi e paesini italiani.
ero in tono ironico anch'io con la battuta su Charlize, purtroppo non posso dirla seriamente questa frase o-o
 

sembola

Velocista
22 Aprile 2004
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verde
... fare una legge come il sorpasso a 1.50m non costa niente...
Nessun cambiamento è mai "a costo zero", qualcuno qualche costo lo deve sopportare.

salva le vite e riduce i costi sanitari ...:azz
E' tutto da dimostrare che salvi le vite. L'introduzione dell'omicidio stradale, per dire, non sembra aver avuto un grande effetto. Senza contare che non ci sarebbe alcun modo materiale di far rispettare una tale norma prima di un incidente, nè più nè meno di oggi.

Se poi vogliamo dire che sarebbe un segnale forte, posso condividere. Tutto sta a vedere se l'effetto complessivo di un segnale del genere possa poi essere positivo o peggiorativo della situazione.
 

lele57

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28 Marzo 2007
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bassa modenese
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Se poi vogliamo dire che sarebbe un segnale forte, posso condividere. Tutto sta a vedere se l'effetto complessivo di un segnale del genere possa poi essere positivo o peggiorativo della situazione.
Anche per me il 1, 5 m di distanza sarebbe un segnale forte, non tanto le sanzioni, ma per i cartelli nelle strade.
In un comune vicino al mio c'era una squadra giovanile di ciclismo che si si allenava su un circuito di circa 4km e in tutti gli incroci avevano messo i cartelli di "attenzione ciclisti in allenamento".
Lì effettivamente ho notato che gli automobilisti usavano più prudenza ed erano già mentalmente preparati nel trovare ciclisti lungo la strada.
 
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paolo_84

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Io in SudTirol ci vado in estate (e talvolta anche in inverno) da venticinque anni, e devo riconoscere, seppure amaramente, che "Sudtirol ist nicht Italien" non è uno slogan politico ma la pura realtà.

Concordo al 200%.

Per quanto oggi si siano un po' "ammorbiditi" c'è sempre la sensazione di trovarsi in Austria.
 
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Pedivella
13 Settembre 2007
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Nessun cambiamento è mai "a costo zero", qualcuno qualche costo lo deve sopportare.


E' tutto da dimostrare che salvi le vite. L'introduzione dell'omicidio stradale, per dire, non sembra aver avuto un grande effetto. Senza contare che non ci sarebbe alcun modo materiale di far rispettare una tale norma prima di un incidente, nè più nè meno di oggi.

Se poi vogliamo dire che sarebbe un segnale forte, posso condividere. Tutto sta a vedere se l'effetto complessivo di un segnale del genere possa poi essere positivo o peggiorativo della situazione.
Non penso che gli stati virtuosi con i ciclisti abbiano risolto i problemi con una sola legge (citiamo la Spagna che siamo in Topic...) Sono il frutto di anni e anni di leggi, regole, insegnamenti E AZIONI che hanno portato il Paese a essere la patria dei ciclisti. E ricordiamo pure il nostro Trentino alto Adige, dove la natura è stata molto avara di benefici, ma con la loro intelligenza e lungimiranza, l'hanno trasformato in qualche decennio, dalla miseria più assoluta, alla patria dello sport 4 stagioni all'anno, dove tutti ambiscono andarci... e non solo per guardare le Dolomiti. Altri posti d'italia avrebbero possibiltà 10 volte maggiori ma capacità di saperle sfruttare zero. Ma il governo dell'alto Adige è autoctono, e si vede
 
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sembola

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Non penso che gli stati virtuosi con i ciclisti abbiano risolto i problemi con una sola legge (citiamo la Spagna che siamo in Topic...) Sono il frutto di anni e anni di leggi, regole, insegnamenti E AZIONI che hanno portato il Paese a essere la patria dei ciclisti.
Esattamente: l'idea che "basti una legge" per risolvere un problema è tanto irrealistica quanto praticata in Italia. Senza contare che le conseguenze non previste sono sempre dietro l'angolo e possono comportare "costi" (economici e sociali) aggiuntivi.

Ci vuole un po' di più che una legge. Per dire, Amsterdam negli anni '60 era assediata dal traffico, poi... https://www.theguardian.com/cities/...e-capital-world-transport-cycling-kindermoord
 
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27 Luglio 2011
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martesania
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titti
Non penso che gli stati virtuosi con i ciclisti abbiano risolto i problemi con una sola legge (citiamo la Spagna che siamo in Topic...) Sono il frutto di anni e anni di leggi, regole, insegnamenti E AZIONI che hanno portato il Paese a essere la patria dei ciclisti. E ricordiamo pure il nostro Trentino alto Adige, dove la natura è stata molto avara di benefici, ma con la loro intelligenza e lungimiranza, l'hanno trasformato in qualche decennio, dalla miseria più assoluta, alla patria dello sport 4 stagioni all'anno, dove tutti ambiscono andarci... e non solo per guardare le Dolomiti. Altri posti d'italia avrebbero possibiltà 10 volte maggiori ma capacità di saperle sfruttare zero. Ma il governo dell'alto Adige è autoctono, e si vede
Complice il periodo e le temperature gelide si viaggia con la testa e questa volta mi ha portato in Spagna.
Sono d'accordo che non basta una legge e bisognerebbe cambiare la mentalità ma per questo ci vogliono anni.
In Italia abbiamo diversi esempi oltre al Trentino tipo in Toscana regione con una grande tradizione ciclistica hanno fatto il percorso permanente dell'eroica che oltre ai ciclisti della manifestazione porta turismo tutto l'anno creando un bell'indotto, in Romagna la sola 9 colli porta 20.000 di turisti, in Lombardia c'è la possibilità di percorrere i principali passi alpini riservati alle bici 1 o 2 volte l'anno come altre situazioni che non conosco ma restano comunque circoscritte e solo in certi periodi dell'anno.
Ci sono paesi come Olanda o Danimarca che si può circolare serenamente in bicicletta ma il clima non è molto favorevole.
Pensando alla Spagna le similitudini climatiche con l'Italia saltano subito all'occhio se poi è come un'Olanda ma col clima mediterraneo capisco certe scelte di chi ci è andato a vivere o delle squadre.
Prendendo atto della situazione italiana non potendola cambiare nel breve non resta che passarci le vacanze per chi non può emigrare...
 

robeambro

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Comunque non e' che se i paesini e citta' Italiane non siano un paradiso ciclistico vuol dire necessariamente "eeh italia cacca pipi' buuu". In tutta probabilita' i numeri turistici di molte citta' Italiane sono ottimi a confronto delle varie localita' Spagnole - e la stessa Gran Canaria e' in alcune zone semi-abbandonata (per dire, ci sono vari centri commerciali di fatto abbandonati, con erbacce a ricoprirli), segno del fatto che siamo lontanissimi dal boom turistico di qualche lustro fa e che forse non e' tutto oro quello che luccica ai ciclisti.

Tutto questo per dire, molte (quasi tutte le) localita' Italiane non hanno fatto scelte pro- turismo a due ruote, mentre altre localita' come quelle Spagnole si sono sapute reinventare in quest'ottica, il che non vuol dire necessariamente che abbiano fatto meglio o peggio, semplicemente che in linea generale un ciclista straniero farebbe fatica a preferire localita' Italiane a queste altre mete.
 
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paolo_84

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Comunque non e' che se i paesini e citta' Italiane non siano un paradiso ciclistico vuol dire necessariamente "eeh italia cacca pipi' buuu". In tutta probabilita' i numeri turistici di molte citta' Italiane sono ottimi a confronto delle varie localita' Spagnole - e la stessa Gran Canaria e' in alcune zone semi-abbandonata (per dire, ci sono vari centri commerciali di fatto abbandonati, con erbacce a ricoprirli), segno del fatto che siamo lontanissimi dal boom turistico di qualche lustro fa e che forse non e' tutto oro quello che luccica ai ciclisti.

Tutto questo per dire, molte (quasi tutte le) localita' Italiane non hanno fatto scelte pro- turismo a due ruote, mentre altre localita' come quelle Spagnole si sono sapute reinventare in quest'ottica, il che non vuol dire necessariamente che abbiano fatto meglio o peggio, semplicemente che in linea generale un ciclista straniero farebbe fatica a preferire localita' Italiane a queste altre mete.

Però in Spagna fanno quasi 20 milioni di presenze in più di noi.

Con tutto quello che possiamo offrire (mare, montagna, storia, cultura, natura, etc etc) è un numero imbarazzante.
 
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sepica

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Però in Spagna fanno quasi 20 milioni di presenze in più di noi.

Con tutto quello che possiamo offrire (mare, montagna, storia, cultura, natura, etc etc) è un numero imbarazzante.
vabeh visto che stiamo spaziando in ogni dove con questo 3D, vero quello che dici pero fammi dire se togliessimo Ibiza e Canarie sarebbeo numeri assai inferiori, dico questo per dire che non tutta la spagna è cosi attrattiva.
 

Al76

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comunque a parziale discolpa della nostra odiatissima terra... posso dire che in generale la Spagna è molto ma molto ma molto piu brutta .
Molto piu povera architettonicamente , storicamente, culturalmente e naturalmente parlando, soprattutto in molte zone del sud cè veramente poco o niente...diciamo che appunto è l'ideale per un winter training camp per le squadre che possono usufruire di strutture alberghiere chein questo periodo sono posti fantasma.
Il concetto di utilizzo delle localita' turistiche fuori stagione in Italia non esiste. In montagna si va d'inverno. Al mare d'estate. Nel resto dell'anno certe localita' sono dei deserti.
Nel resto d'europa non e' cosi. Gli stranieri fanno le vacanze fuori stagione perche' costano meno, e perche' hanno bisogno di sole e caldo. Ma noi questo turismo non lo sfruttiamo (forse perche fa comodo lavorare 4 mesi l'anno anziche 12 e campare tutto l'anno con quanto guadagnato quei 4 mesi, grazie a prezzi esorbitanti).
E, quindi, se non c'e' ricettivita' adeguata, come fanno le squadre a venire? (nota: l'alberghetto a conduzione familiare che magari sta aperto tutto l'anno in un paesino dell'entroterra Ligure non conta come "ricettivita' adeguata" per una squadra WT :mrgreen:
 
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sepica

Ammiraglia
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Il concetto di utilizzo delle localita' turistiche fuori stagione in Italia non esiste. In montagna si va d'inverno. Al mare d'estate. Nel resto dell'anno certe localita' sono dei deserti.
Nel resto d'europa non e' cosi. Gli stranieri fanno le vacanze fuori stagione perche' costano meno, e perche' hanno bisogno di sole e caldo. Ma noi questo turismo non lo sfruttiamo (forse perche fa comodo lavorare 4 mesi l'anno anziche 12 e campare tutto l'anno con quanto guadagnato quei 4 mesi, grazie a prezzi esorbitanti).
E, quindi, se non c'e' ricettivita' adeguata, come fanno le squadre a venire? (nota: l'alberghetto a conduzione familiare che magari sta aperto tutto l'anno in un paesino dell'entroterra Ligure non conta come "ricettivita' adeguata" per una squadra WT :mrgreen:
la mia esperienza in spagna , diceva proprio il contrario, è vero che li nascono paesi e citta e strutture dal nulla nel nulla per nulla....pero a novembre e dicembre era un cimitero , o meglio, l'assurdo era che erano tutte strutture perfettamente pronte al'uso con i tavolini fuori ma zero zero persone anche a passeggio. Anzi quando siamo andati al ristorante, non avevamo neanche il vino... ma ci sta sono località marittime solo per periodi dedicati , anche se a dicembre c'erano 21 22 gradi).
Ma detto questo credo e ripeto che la spagna sia appetibile per un clima a novembre dicembre migliore del nostro , strade piu desertiche e assai assai migliori poi mettici pure il connubio squadre inglesi e corridori spagnoli (la spagna è la meta principale degli inglesi).
E forse morfologicamente migliore, qui da noi trovi di tutto ma non adatto per un ciclista in preparazione , fatta eccezione di romagna con i colli sicilia tutta e sardegna desolata ma cara credo.
 

sembola

Velocista
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Comunque non e' che se i paesini e citta' Italiane non siano un paradiso ciclistico vuol dire necessariamente "eeh italia cacca pipi' buuu". In tutta probabilita' i numeri turistici di molte citta' Italiane sono ottimi a confronto delle varie localita' Spagnole - e la stessa Gran Canaria e' in alcune zone semi-abbandonata (per dire, ci sono vari centri commerciali di fatto abbandonati, con erbacce a ricoprirli), segno del fatto che siamo lontanissimi dal boom turistico di qualche lustro fa e che forse non e' tutto oro quello che luccica ai ciclisti.

Tutto questo per dire, molte (quasi tutte le) localita' Italiane non hanno fatto scelte pro- turismo a due ruote, mentre altre localita' come quelle Spagnole si sono sapute reinventare in quest'ottica, il che non vuol dire necessariamente che abbiano fatto meglio o peggio, semplicemente che in linea generale un ciclista straniero farebbe fatica a preferire localita' Italiane a queste altre mete.
Quasi tutte le località italiane non fanno scelte pro-turismo di nessun tipo: il turismo, salvo lodevoli quanto rare eccezioni, non è considerato un'attività economica come le altre, che quindi richiede visione, analisi del mercato, programmazione, investimenti, marketing e via andare, ma come un diritto divino perchè "xxxx ce l'abbiamo solo noi" (xxxx a piacere). Il che può essere vero per Venezia, Firenze o Roma, ma che diventa risibile se si applica ad altri tipi di turismo, tipo quello balneare o culturale. E quando fai i conti delle presenze tutto questo pesa, eccome.
 
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