...io personalmente non mi rivolgo più ad un ortopedico da anni, perchè le risposte e indagini che fanno sono sempre le stesse... e delle indagini, il più delle volte si fidano di quanto scritto sul referto, nemmeno controllano... quando è facilmente dimostrabile che i referti sono spesso (ed è un eufemismo...) sono errati o comunque incompleti.
Sicuramente qualche ortopedico da qualche parte che si "applica" un pò di più c'è, non faccio di tutta la categoria un fascio solo, ma ho più risultati in termini di efficacia e velocità di risoluzione andando da un bravo Osteopata (non tutti lo sono... come nella vita del resto...) che ti dedica tempo e fa una analisi posturale dettagliata prima di qualsiasi altro esame (come era uso e costume fare qualche anno fa, vi ricordate "... si spogli...").
Tutto è possibile oggigiorno.
Io ho la fortuna di avere un ottimo ortopedico a "disposizione" e siccome so che non è semplice trovarne disponibili e preparati in ambito sportivo mi rivolgo a lui spesso.
Sul discorso delle refertazioni sicuramente ci sono delle verità, il problema è la professionalità della "trafila".... dal tecnico che effettua l'esame a chi redige il referto ed a chi lo riceve, interpreta e lo confronta con gli esami che ha in mano.
E poi la capacità di fare un esame posturologico "ben fatto" è sicuramente importante. Da questo punto di vista sono tranquillo quando presento i dati dell'analisi in bicicletta, li confronto con l'esame posturale e si discute sulle modifiche da fare.
Molte volte chi viene a fare un analisi della posizione in bici fatica a capire certi aspetti che sono legati anche alla vità di relazione. Pensa che i problemi che ha in bicicletta sono solo dovuti alla bicicletta... ma la macchina uomo è molto complessa, sui ciclisti "amatori" il tempo passato in sella è una piccola percentale rispetto a quello passato in piedi nella ità di tutti i giorni, e le problematiche in bicicletta la maggior parte delle volte sono da ricercare nella situazione posturale generale.
Quello che voglio far passare è che ci sono figure professionali che hanno le conoscenze, le capacità ed il diritto (dettato dalla legge) di fare diagnosi e prescrizioni. Sento ogni giorno ciclisti che si sono visti diagnosticare "questo o quello" , prescrivere bite, plantari, spessori sotto le tacchette, cunei o altre cose da persone che di professionale non hanno nulla.
Anche il mercato ha le sue colpe, cerca sempre di lanciare nuovi prodotti, sempre più tecnici, sventagliando studi e ricerche per dare una parvenza scientifica, che sono solo uno specchietto per le allodole e quando approfondisci il discorso o cerco dati reali non trovo nulla....
Andrea