A distanza di 2 settimane,volutamente a mente fredda esprimo alcune considerazioni sulla 1001 Miglia.
Innanzitutto prevale soprattutto la soddisfazione e l’orgoglio di aver completato (102 ore) questa durissima manifestazione,pedalata per lunghi tratti in solitaria. Fino ad Aprile praticamente ero un’ex cicloamatore,la pandemia e alcune problematiche alla schiena mi rendevano poco piacevoli le giornate in bicicletta,il fatto che questa manifestazione si sia svolta “ad ogni costo”,è stato lo stimolo giusto per ripartire.
Onestamente devo anche dire che non accettavo assolutamente di essere derubato di gran parte della quota versata,in virtù di una clausola vessatoria inserita nel regolamento che in epoca COVID lascia molti interrogativi aperti.
Quando ci eravamo iscritti il mondo era diverso dalla realtà che stiamo vivendo ora,l’organizzazione di questo avrebbe dovuto tenerne conto,al tempo stesso con lo stesso metro di paragone,credo che dovremmo giudicare lo svolgimento della manifestazione.
Premesso che il minimalismo è un marchio di fabbrica,come del resto il tono algido,va detto che mettere insieme tutti i tasselli di questa manifestazione in epoca di organizzazioni con protocolli COVID sicuramente è stato molto difficile.
Se questa manifestazione si è svolta è grazie a tutti i volontari nei vari presidi a cui va il mio enorme ringraziamento,anzi ritengo che questi abbiano proprio salvato lo svolgimento della stessa,visto che alcuni hanno dovuto presidiare abbondantemente oltre l’orario stabilito,causa valutazioni errate.
Confrontandomi con altri sul percorso prevaleva la parola “pressappochismo”,la traccia la era certamente.Lasciamo perdere alcune scelte discutibili sul percorso,era evidente che la traccia era fatta da puntature molto larghe,con il risultato di avere una marea di errori,ampiamente risolti da una impeccabile tracciatura a terra.
Il fatto di non aver avuto una tracciatura fatta con una bella ricognizione in bici (metodo che preferisco) oltre che a essere precisa riesce a dare una valutazione più sincera sulle difficoltà del percorso .
Credo che alcuni disservizi o presidi valutati meglio (Deiva Marina?) avrebbero aiutato i partecipanti.