Le gare in circuito (specie se vallonate) sono il vero "ciclismo amatoriale agonistico".
Io ne ho fatte poche non c'ho fisico, ma ho sempre trovato affascinante quello che ci sarebbe dietro: gli attacchi, le fughe, gli scatti a vuoto, il saper limare, la "diplomazia" che bisogna mettere in atto in tempo zero per trovare un accordo e mettersi tutti a tirare, i carpe diem, il restare nascosti ciucciando
ruote e poi saltare fuori quando serve. Questo è gara, secondo me. Tutto questo in una granfondo con 2000 metri di dislivello lo vive solo chi sta nel gruppetto dei primi 10. Gli altri fanno solo un giro a tutta.
Quello che vedo qui in Veneto dalle mie parti è un generale appiattimento dei percorsi. Mancano i circuiti vallonati, una mezza salitella e uno strappetto per redere un po' più combattuta la storia.
Ricordo qualche anno fa nel bellunese facevano gare durissime: circuiti da 70/80km con 500 metri di dislivello, magari anche con arrivo in salita, ricordo che erano battaglie campali per non perdere le ruote. Con percorsi del genere arrivavano anche molti granfondisti perchè spesso erano più dure di certe mediofondo.
In quanto ai rischi, confermo che è più facile rompersi il collo alle partenze delle granfondo, e poi girando solitamente in posti fuori mano su percorsi di circa 10km risulta molto più facile controllare il traffico rispetto ad una GF da 150km.