dopo 12 anni da agonista di cui 2 da "professionista" (si chiama cosi na persona che fa a tempo pieno, 32.000km annui, una mansione a fronte di uno compenso no?)...altri 15 da amatore appassionato (tra i 7 e i 12.000km all'anno)....per un totale di 27 anni su una bici da corsa, domenica 3 settembre ho deciso che ad oggi no non ne vale più la pena di correre in bici su strada in Italia.
Non ne vale la pena perché di vita ne abbiamo solo una e la passione per l'aria aperta, la bici e l'allenamento non può e non deve privare nessuno di tornare sano alla propria famiglia.
Arrivare al punto di essere travolto da un'auto che, invece di superarmi, mi prende in pieno mentre pedalo da solo sulla dx, nonostante la strada molto ampia, e sentirmi dire "non ti ho visto" credo possa essere più che sufficiente. Questo per me va ben oltre all'incidente...ed è sinonimo della totale mancanza di rispetto e di attenzione sulle strade italiane.
Sono qui a scrivere e mi sento fortunato, visto l'accaduto, ad essere qui a poterlo fare....ne avrò per 5 o 6 mesi prima di poter tornare ad una vita "normale" (cosi dicono i dottori).
Non credo smettere di pedalare, ma sarà rigorosamente sui
rulli/simulatore domestico con adeguati ventilatori e climatizzatori.
La vita e la saluta vale più di un giro in bici.
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