Tornata dal mio 50ello.
Parto, ma mi sento un po' stanchina - amen - mi dico - oggi vado un po' più piano e magari, invece di 3 porzioni di F&O, mi limito a due - e sia. Soliti scatti in pianura, prima F&O sulla Villa-Teolo, scendo e riattacco la salita: il primo tratto si fa con un rapporto duro (40 pedalate al min.) - affianco tre ciclisti che andavano su pian piano, li supero e saluto. Il terzo dei tre (un pachiderma): "non vai bene così dura". Ringrazio e proseguo con il mio esercizio. Niente, i tre tentano di starmi a scia: li sento parecchio in affanno alle mie spalle, continuo, del mio passo; il primo (un essere ripugnante) non ce la fa più, sale sui pedali e mi affianca, ma mi sta così vicino che un altro po' finisco nel fosso; spaventata dal vedermi sto soggetto grondante sudore con una smorfia indescribile accanto, che rantola, barcolla e allunga il collo verso di me, sbotto "scusi, ma perché mi sta così vicino"; articolando stentatamente dei suoni gutturali, mentre gocciola di sudore, mi chiede "quanti battiti hai?"
"ma saranno cazzi miei!" gli rispondo. Si è offeso
: "che gentile", gli spiego che non si affianca così una persona, che non ho il piacere di conoscerli, ecc. Punto nell'orgoglio il soggetto scatta scomposto guadagnando 80 metri; completo il primo tratto a 40rpm e aumento l'andatura; lo riprendo, lo supero e proseguo, in silenzio.