Nel 2008, fomentato dagli amici che ce la avevano, acquisto una mtb, usata ma una buona bici, una Specialized Epic S-Works, telaio in carbonio carro misto alu Carbon, sospensioni brain technology e via così, in salita faticavo lo stesso, in discesa mi toccava aspettare i compari, un po’ perché endurista e le ruote lo so prima diversi metri dove metterle per avere le traiettorie migliori, un po’ per i freni che non avevano mi note da invidiare a quelli della moto, ovviamente mi sono chiesto come mai sulle bdc si mantenevano a freno tradizionali. A Prato c’è un’azienda, di un certo signor Becocci, che in passato costruiva motociclette da regolarità, Aim, che andavano parecchio bene, e come il collega fiorentino Ancillotti, il cui cinquantino mi ha dato diverse soddisfazioni, si è dato alla mtb, il secondo costruendo bici, il primo i freni, a marchio Formula, bene, nel 2011 aveva già brevettato i freni a disco per bdc, avevano ancora il problema della dissipazione del calore, risolto in capo a un anno, chiedi se li potevo provare ma non avevano l’omologazione dall’Uci, da lì poi la storia è nota, per quanto riguarda il sottoscritto mi sono prefisso sub fa subito che se mai avessi acquistato una nuova bici sarebbe stata con i freni a disco. Non vi nascondo però, che l’idea di avere una certa bici, sempre celeste, con i freni tradizionali da fare ultraleggera da usare in certe occasioni mi aleggia per la testa...