Bella non saprei. Quello che a me urta è l'alone di falsità che ormai circonda ogni nuova presentazione.... Più rigida del 10% più aerodinamica de 20% più leggera del 5% e così via. Io anni fa, penso fosse il 2010, acquistai il primo dogma carbon, la 60.1 per intenderci. Già allora si esaltavano le caratteristiche di rigidita aerodinamica e peso. In tutti questi anni però al lancio di un nuovo modello queste caratteristiche venivano migliorate del 10/15%; a me viene da pensare che il mio 60.1 fosse una via di mezzo tra un cancello e una bici, visto che in 9 anni è stato possibile migliorarne le caratteristiche in modo quasi esponenziale.
O forse tutte queste migliorie decantate in questi anni di presunta evoluzione erano soltanto ingannevoli manovre commerciali?
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Che problema ha il reggisella, scende la sella pur tirando la vite con la coppia indicata?F12 molto particolare, sicuramente da vedere dal vivo , al momento esteticamente preferisco la F10......spero altresì che mi risolvano il problema del Reggisella/ telaio della mia Prince visto che sia negoziante che rappresentante hanno verificato il problema ma siamo in attesa di risposte dalla Pinarello ma fino ad ora passano i giorni ma tutto tace e la pazienza diminuisce
Ciao, grazie della tua testimonianza, però il mio non scende ma come avevo scritto qualche settimana fa mi fa un rumore secco dato da un gioco avanti indietro del Reggisella nel telaio , per il momento mettendo la pasta x carbonio x un po’ va bene ma poi torna sempre più evidente, per il momento siamo allaseconda applicazione in attesa ( notizia di oggi) dell arrivo di un Reggisella da sostituire ......Che problema ha il reggisella, scende la sella pur tirando la vite con la coppia indicata?
A me è capitato con la Grevil, il meccanico se n'è infischiato della chiave dinamometrica e le ha dato una bella serrata a braccio, non si è più mossa.
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Ok
Ciao, grazie della tua testimonianza, però il mio non scende ma come avevo scritto qualche settimana fa mi fa un rumore secco dato da un gioco avanti indietro del Reggisella nel telaio , per il momento mettendo la pasta x carbonio x un po’ va bene ma poi torna sempre più evidente, per il momento siamo allaseconda applicazione in attesa ( notizia di oggi) dell arrivo di un Reggisella da sostituire ......
Prova a dare un filo di grasso alla vite del reggisella.Ok
Non ricordavo il tuo post
Tienici aggiornati
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Grazie proveròProva a dare un filo di grasso alla vite del reggisella.
Sulla mia trek ho risolto così,però il sistema è diverso.
perchè non dovrebbero ritirarti l' f 10? è un prodotto che bruciano al volo soprattutto per i clienti di Prince e Gan che con gli stessi soldi si trovano il top di gamma,e sono quasi sicuro che non verrà eliminato,com' era per l' f 8 questi 2 anniA ogni presentazione di una bici, il coro dei commenti è sempre uguale e quelli negativi sono proporzionali al blasone, specialmente se al blasone sportivo si accompagna un marketing abile a posizionare il prodotto nelle fasce chic. E a Pinarello non manca l'uno né l'altro (ammetto di compiacermi sia per l'uno che per l'altro, anche perché tutto questo è stato utile per far uscire il ciclismo dal declino che lo attendeva in quanto 'sport da disgraziati'...).
Ora mi chiedo.
Cosa dovrebbe fare una casa produttrice, particolarmente se già produce modelli al limite della perfezione? Fermarsi lì e rassegnarsi a vendere sempre meno per progressiva saturazione del mercato? Egoisticamente sarei ben felice di tenermi la mia F10, contento, per altri cinque anni di godermi il modello di punta senza spendere un euro, ma quanto ci mettere la Pinarello a chiudere mandando a casa un bel po' di gente?
Ammetto che sia un discorso un po' elitario, ma il mondo è fatto anche di questo e la produzione offre modelli ottimi per tutte le tasche e ognuno può trovare quello che gli serve o gli si addice, senza doversi esercitare nel triste esercizio della volpe con l'uva, che ha trovato nella Rete la vigna più fertile.
Vado al caso specifico.
Ogni produttore, in tutti i campi, esibisce per ogni nuovo modello, percentuali di miglioramento.
Per una automobile, che è fatta di migliaia di pezzi e una decina di reparti funzionali, la cosa è più naturalmente accettabile e la possibilità di miglioramento nasce da un affinamento del compromesso tra le varie performance (potenza, guidabilità, economia, normative, comodità, etc.) così da non far sembrare impossibile continuare ad affinare i modelli via via che si succedono.
Per una bicicletta le cose sono assai più complicate, perché i parametri in gioco sono pochi, come minori sono i campi in cui affinare il compromesso, per altro molto soggettivi. Ci si domandi perché un'auto di oggi è tanto differente da un'auto di cinquant'anni fa, mentre l'architettura di base di una bicicletta è cambiata molto meno in cinquant'anni. Salvo la rivoluzione dei materiali (che poi è la rivoluzione di 'un' materiale) e dell'azionamento del cambio, per il resto siamo ai dettagli e agli affinamenti.
Le percentuali di miglioramento in rigidità e aerodinamica sono credibili, tenuto conto della grande crescita degli strumenti di calcolo ad elementi finiti e la verifica reale e virtuale dei flussi, ma resta innegabilmente il fatto che l'incidenza del ciclista e delle sue prestazioni (non solo di potenza) rende la bicicletta relativamente marginale in quel rapporto che, in un'auto, di più, o in una moto, di meno, si sposta a favore del mezzo.
Ma, di nuovo, cosa dovrebbe fare la Pinarello (o la Bianchi, la Colnago etc., decidete voi), dire 'la F10' è già perfetta, per cui la F12 compratela solo perché è diversa dalla precedente?
Sarebbe poco serio verso il pubblico, verso i dipendenti, verso sé stessa e verso gli ulteriori sponsor di un team a cui fornisce.
Nella forma, poi, come ogni cosa, può più o meno piacere (e raramente all'uscita non si rimpiange il modello precedente, sia per abitudine che per difesa del proprio investimento o per tifoseria di un'altra marca) ma a un esame attento non sfuggono dettagli di grande eleganza nella F12.
Il cannotto, che nelle serie precedenti ho sempre trovato un po' 'bulboso' e barocco, finalmente si fa più asciutto, tagliente e meglio raccordato al trave superiore, la cui 'spezzatura' non è casuale, ma segue le due linee dinamiche che vengono dal frontale e dal posteriore, con un incrocio perfettamente posizionato, così come è meglio risolto il rapporto visivo tra il carro e il trave superiore.
Continuo a non essere entusiasta delle linee del carro alto, indubbiamente funzionali ma che, come nelle F8 e F10, danno sempre una sensazione di incertezza, di posticcio.
Onestamente, il concept design presentato nel sito, era più coraggioso, più coerente con la tendenza corrente nell'automotive al ritorno a linee più taglienti, ma si sa che tra i concept e il prodotto intercorrono sempre dei compromessi e, sopra tutto, la necessità di mantenersi qualcosa per il modello successivo.
Insomma, ora mi tocca sperare che anche la F12 si porti a casa un bel palmares e trovare qualcuno che verso gennaio prossimo mi prenda indietro la F10 (e non dimenticate che anche Shimano sta per farci la amara sorpresa :-D )
Lo so bene, così come mi hanno ritirato con ottima valutazione la Dogma 2 e la F8. Intendevo dire che non ho difficoltà ad ammettere, e senza il minimo senso di colpa, che in proporzione alle mie capacità ciclistiche, il cambio della bici non è certo dovuto a necessità ma al piacere di avere il massimo esempio della tecnologia applicata e se il massimo esempio non fosse messo in discussione per altri cinque anni, risparmierei un po' di soldi... Ma economia, occupazione etc. ne avrebbero un grande rallentamento e, quindi, il tanto vituperato consumismo, se praticato con un po' di consapevolezza e amore, piuttosto che per ostentazione, è un motore sociale non trascurabile... Da che è messo in discussione, non viviamo meglio, altro che decrescita felice...perchè non dovrebbero ritirarti l' f 10? è un prodotto che bruciano al volo soprattutto per i clienti di Prince e Gan che con gli stessi soldi si trovano il top di gamma,e sono quasi sicuro che non verrà eliminato,com' era per l' f 8 questi 2 anni
Il tuo intervento più che un post di un appassionato sembra un comunicato stampa del marketing Pinarello...A ogni presentazione di una bici, il coro dei commenti è sempre uguale e quelli negativi sono proporzionali al blasone, specialmente se al blasone sportivo si accompagna un marketing abile a posizionare il prodotto nelle fasce chic. E a Pinarello non manca l'uno né l'altro (ammetto di compiacermi sia per l'uno che per l'altro, anche perché tutto questo è stato utile per far uscire il ciclismo dal declino che lo attendeva in quanto 'sport da disgraziati'...).
Ora mi chiedo.
Cosa dovrebbe fare una casa produttrice, particolarmente se già produce modelli al limite della perfezione? Fermarsi lì e rassegnarsi a vendere sempre meno per progressiva saturazione del mercato? Egoisticamente sarei ben felice di tenermi la mia F10, contento, per altri cinque anni di godermi il modello di punta senza spendere un euro, ma quanto ci mettere la Pinarello a chiudere mandando a casa un bel po' di gente?
Ammetto che sia un discorso un po' elitario, ma il mondo è fatto anche di questo e la produzione offre modelli ottimi per tutte le tasche e ognuno può trovare quello che gli serve o gli si addice, senza doversi esercitare nel triste esercizio della volpe con l'uva, che ha trovato nella Rete la vigna più fertile.
Vado al caso specifico.
Ogni produttore, in tutti i campi, esibisce per ogni nuovo modello, percentuali di miglioramento.
Per una automobile, che è fatta di migliaia di pezzi e una decina di reparti funzionali, la cosa è più naturalmente accettabile e la possibilità di miglioramento nasce da un affinamento del compromesso tra le varie performance (potenza, guidabilità, economia, normative, comodità, etc.) così da non far sembrare impossibile continuare ad affinare i modelli via via che si succedono.
Per una bicicletta le cose sono assai più complicate, perché i parametri in gioco sono pochi, come minori sono i campi in cui affinare il compromesso, per altro molto soggettivi. Ci si domandi perché un'auto di oggi è tanto differente da un'auto di cinquant'anni fa, mentre l'architettura di base di una bicicletta è cambiata molto meno in cinquant'anni. Salvo la rivoluzione dei materiali (che poi è la rivoluzione di 'un' materiale) e dell'azionamento del cambio, per il resto siamo ai dettagli e agli affinamenti.
Le percentuali di miglioramento in rigidità e aerodinamica sono credibili, tenuto conto della grande crescita degli strumenti di calcolo ad elementi finiti e la verifica reale e virtuale dei flussi, ma resta innegabilmente il fatto che l'incidenza del ciclista e delle sue prestazioni (non solo di potenza) rende la bicicletta relativamente marginale in quel rapporto che, in un'auto, di più, o in una moto, di meno, si sposta a favore del mezzo.
Ma, di nuovo, cosa dovrebbe fare la Pinarello (o la Bianchi, la Colnago etc., decidete voi), dire 'la F10' è già perfetta, per cui la F12 compratela solo perché è diversa dalla precedente?
Sarebbe poco serio verso il pubblico, verso i dipendenti, verso sé stessa e verso gli ulteriori sponsor di un team a cui fornisce.
Nella forma, poi, come ogni cosa, può più o meno piacere (e raramente all'uscita non si rimpiange il modello precedente, sia per abitudine che per difesa del proprio investimento o per tifoseria di un'altra marca) ma a un esame attento non sfuggono dettagli di grande eleganza nella F12.
Il cannotto, che nelle serie precedenti ho sempre trovato un po' 'bulboso' e barocco, finalmente si fa più asciutto, tagliente e meglio raccordato al trave superiore, la cui 'spezzatura' non è casuale, ma segue le due linee dinamiche che vengono dal frontale e dal posteriore, con un incrocio perfettamente posizionato, così come è meglio risolto il rapporto visivo tra il carro e il trave superiore.
Continuo a non essere entusiasta delle linee del carro alto, indubbiamente funzionali ma che, come nelle F8 e F10, danno sempre una sensazione di incertezza, di posticcio.
Onestamente, il concept design presentato nel sito, era più coraggioso, più coerente con la tendenza corrente nell'automotive al ritorno a linee più taglienti, ma si sa che tra i concept e il prodotto intercorrono sempre dei compromessi e, sopra tutto, la necessità di mantenersi qualcosa per il modello successivo.
Insomma, ora mi tocca sperare che anche la F12 si porti a casa un bel palmares e trovare qualcuno che verso gennaio prossimo mi prenda indietro la F10 (e non dimenticate che anche Shimano sta per farci la amara sorpresa :-D )
Molto cordialmente non ho capito proprio dove vuoi andare a parare. La chiudo qui.Il tuo intervento più che un post di un appassionato sembra un comunicato stampa del marketing Pinarello...
Se tu scrivi da privato cittadino lo reputo un tuo legittimo pensiero, se scrivi in nome e per conto di Pinarello mi fai venir voglia di comprare una bici di altra marca.
Sono affezionato al marchio, ho pedalato molto su Pinarello, reputo che le Dogma siano sempre state esteticamente brutte... Questa è nel solco della tradizione...
Linee pesanti, al di là dell'aerodinamica che magari è ottima...
Tu cambi la bici per far lavorare le persone, Pinarello le vende per fare fatturato e massimizzare i margini. In Italia impiega solo una cinquantina di persone a fronte di circa 30000 bici prodotte...
Io tenderei a lasciar da parte considerazioni socio economiche, irritanti provocazioni verso coloro che potrebbero far fatica a spendere 12000€ per una bici o, più semplicemente, preferiscono spenderne meno per un prodotto tecnicamente molto simile...
Ti piace l'f12, comprarla, pedala, divertiti e facci sapere come va...
Cordialmente...
Brutta ?bho....peggio di una bestemmia .....VERAMENTE BRUTTA
A livello puramente estetico, mio personalissimo parere: le forcelle e i foderi onda hanno veramente rotto... La zona dell'attacco reggisella è troppo pesante, complici i foderi bassi, sembra un ferro da stiro... Il tubo orizzontale piegato appesantisce molto la linea, ricorda molto la wilier 101 sr di 7 anni fa...Brutta ?bho....peggio di una bestemmia .....