Resoconto ad oggi, dopo diverse uscite e qualche centinaio di km.
Ecco la mia prova del Tarmac Sl4pro fact 10.
Devo dire che questo modello di bici mi è sempre piaciuto sin dal SL3 S-WORKS, che per puro caso non acquistai anni orsono. Da appassionato, per tecnica e dalle recensioni, ma anche per l'estetica accattivante per colorazioni e forme. Per questo motivo sin dal mio acquisto sono stato molto critico e diffidente per non cadere nel tranello che si paventa quando un marchio è così blasonato e "vincente".
Ma dovevo fare quest'esperienza con
Specialized.
Preciso subito che inevitabilmente la mia prova risentirà delle esperienze fatte con i miei telai avuti in precedenza, ai quali grosso modo ho rimontato quasi tutte le stesse componenti, da una bici all'altra. Idem per le misure personali riportate con estrema precisione.
Preciso ancora che non ho potuto fare salite lunghissime, viste le condizioni climatiche e periodo di allenamento.
Prima impressione e confortata da riscontri ripetuti, è che da subito si ha la sensazione di un piacevole 'andare' con minori rilanci in pianura. Come se la bici fosse di tipo aereo... Si rilancia con meno sforzo e soprattutto sembra avere più inerzia nel mantenere la velocità presa.
Bici che da una sensazione di compattezza in tutto il telaio ma soprattutto nella zona monimento centrale. Mi sono ritrovato a spingere rapporti duri e a pedalare con basse cadenze quasi in modo inconsapevole: la bici prende tutto quello che gli dai e lo trasmette efficacemente. Viene voglia di insistere sul rapporto e non di scalare.
Sui fuorisella il telaio regge e "sostiene" piacevolmente lo sforzo di tutto il corpo tanto da potersi permettere durate maggiori in fuorisella. Ma ribadisco, questo telaio "tiene" bene le pedalate dure da seduto.
Guida in discesa precisissima, credevo di aver raggiunto lo stato dell'arte col mio precedente supersix, ma qui siamo un tanto oltre. Non ci sono sobbalzi all'avantreno anche se si ha la sensazione di una rigidità che può dare adito a comportamenti imprevisti su ondulazioni dell'asfalto o piccole giunzioni del manto stradale. Nulla di questo, la bici è comunicativa.
Frequenza di pedalata ottimamaente assorbita e trasmessa, oltre le 100pedalate di cadenza simsta fermi in sella e tutto rimane compatto e stabile, con grande giovamento dello sforzo dinamico profuso. Si va ottimamente anche in agilità.
Resta un telaio rigido ma non scorbutico, compatto e stabile e "comunicativo" per direzionalità e potenza che riesce a tradurre, insieme ad un certo tipo di confort che potrebbe dare al ciclista (ma non è confortevole in senso caratteristico) con un compromesso più che accettabile...le 4ore in sella si fanno comunque (ma io ho i copertoncini da 25mm).
BICI CHE HA SFATATO I MIEI PREGIUDIZI BASATI SU TANTO MARKETING E PRESTIGIO AL WORL TOUR. Capeau a Specialized
Scusate se mi sono dilungato, ma certe cose non potevo ometterle.