Sarebbe interessante sapere se i contratti tra venditore e distributori vengono stipulati ed in che modo. Trovo molto strano che un venditore che magari piazza 10 bici al mese (e ce ne sono di quelli che ne vendono a centinaia), non abbia una sorta di accordo scritto.
Ovviamente, per come funzionano scontistiche e concessioni (per ottenere i grandi marchi serve garantire dei grossi volumi di vendita ed è obbligatorio prenderne un certo tot annuo, a prescindere che poi si riesca a venderle o meno), immagino che anche qui si sia nel campo del "poco definito". Il che mi sembra assurdo, perché vendere 100-120 (e peggio ancora 1000-1200) bici in un anno significa avere fatturati da centinaia di migliaia rispettivamente milioni di euro. Può essere che siamo alla stretta di mano anche qui?
Io credo che il venditore avrebbe appigli legali da fare valere con il distributore per ordini già fatti, ma che non voglia fare tante storie per paura appunto di perdere concessioni e scontistiche, e preferisca quindi ribaltare sul cliente finale, con il rischio di perdere qualche vendita, perché poi qualche altro che quei soldi li spende poi si trova.
Ovviamente generalizzo e quindi sbaglio per il singolo caso, dove ci saranno le immancabili eccezioni, ma una riflessione sull'intera filiera va fatta (varrebbe lo stesso ragionamento per il distributore verso la casa madre in effetti), perché dovrebbe rimetterci sempre il cliente finale?