Su che canale ?Ora... Olimpiadi !!!! Forza azzurri
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Questa è musica per le orecchie di noi amanti della bici da corsa con qualcosa in più del marketing o del campione del momento che la utilizza.Tratto da un intervista a Nicola Rosin, nuovo Ceo di bici Colnago...
La bicicletta italiana nel mondo è un must, ma la Colnago ha forse qualcosa di più. «È proprio così - aggiunge Rosin -. La bici da turismo o da passeggio, in ogni Paese è diversa. Quella tedesca è diversa da quella olandese, così come da quella americana. La bicicletta da corsa, invece, è uguale in tutto il mondo: è quella lì. È iconica e quelle italiane lo sono di più perché hanno una storia alle spalle molto riconoscibile. Le Colnago sono chiaramente un’opportunità. Noi non vogliamo fare volumi, noi non siamo e non vogliamo essere Trek o Specialized. Piuttosto vogliamo proseguire a regalare sogni di qualità. Non abbiamo nessuna forma di ingordigia e questa visione è condivisa dalla proprietà, così come da tutto il board. Se mai volessimo fare volumi, allora in quel caso non lo faremo con Colnago, ma andremo a comprare tutt’al più altri marchi. Colnago è e deve restare per il mondo delle biciclette da corsa un’eccellenza: è storia. Manolo Bertocchi, il nostro direttore marketing, in questo è integralista: ognuno deve fare il proprio mestiere e Ernesto per una vita ha fatto gioielli su due ruote. Noi dobbiamo proseguire a farlo
quindi chi fa volumi pecca in qualità?Tratto da un intervista a Nicola Rosin, nuovo Ceo di bici Colnago...
La bicicletta italiana nel mondo è un must, ma la Colnago ha forse qualcosa di più. «È proprio così - aggiunge Rosin -. La bici da turismo o da passeggio, in ogni Paese è diversa. Quella tedesca è diversa da quella olandese, così come da quella americana. La bicicletta da corsa, invece, è uguale in tutto il mondo: è quella lì. È iconica e quelle italiane lo sono di più perché hanno una storia alle spalle molto riconoscibile. Le Colnago sono chiaramente un’opportunità. Noi non vogliamo fare volumi, noi non siamo e non vogliamo essere Trek o Specialized. Piuttosto vogliamo proseguire a regalare sogni di qualità. Non abbiamo nessuna forma di ingordigia e questa visione è condivisa dalla proprietà, così come da tutto il board. Se mai volessimo fare volumi, allora in quel caso non lo faremo con Colnago, ma andremo a comprare tutt’al più altri marchi. Colnago è e deve restare per il mondo delle biciclette da corsa un’eccellenza: è storia. Manolo Bertocchi, il nostro direttore marketing, in questo è integralista: ognuno deve fare il proprio mestiere e Ernesto per una vita ha fatto gioielli su due ruote. Noi dobbiamo proseguire a farlo
Ho avuto due Trek, non male ,diciamo ok, ma Colnago è altra merce, si vede dall'accuratezza delle rifinizioni e da tutti i vari particolari della bici.quindi chi fa volumi pecca in qualità?
chissà Audi, Mercedes, BMW ad esempio cosa potrebbero pensare di questo Rosin…
o forse si riferisce solo alle bici?
Trek, Specy la qualità la conoscono molto bene, almeno quanto Colnago…
qs è la mia opinione.
Ho avuto due Trek, non male ,diciamo ok, ma Colnago è altra merce, si vede dall'accuratezza delle rifinizioni e da tutti i vari particolari della bici.
Su Specialized non m'esprimo, avendole solo provate ma non possedute, però non mi sono sembrate il top della qualità, penso meglio la Trek.
quindi chi fa volumi pecca in qualità?
chissà Audi, Mercedes, BMW ad esempio cosa potrebbero pensare di questo Rosin…
o forse si riferisce solo alle bici?
Trek, Specy la qualità la conoscono molto bene, almeno quanto Colnago…
qs è la mia opinione.
Purtroppo diventa difficile permettersi l'acquisto di una bicicletta fatta a mano in Italia montata campagnolo.Mi definisco un nostalgico, e un quasi talebano, per me la bicicletta deve essere: (i) italiana, (ii) fatta a mano e (iii) allestita Campagnolo.
Sono rimasto agli anni settanta e ottanta, ma mettiamoci anche un po' di anni novanta, quando la bicicletta da corsa era quasi esclusivamente di produzione italiana.
Ai tempi i telai venivano concepiti, costruiti e rifiniti da sapienti mani e da straordinari artigiani, alcuni di questi con doti imprenditoriali, altri meno.
Oggi la bicicletta è figlia di un processo industriale, che necessariamente richiede grandi numeri.
Io penso che i marchi italiani debbano guardare alla loro storia e continuare a produrre biciclette di nicchia (e possibilmente qui in Italia).
Seguire i grandi marchi è una partita persa, principalmente per i loro volumi impressionanti.
E sono convinto che i grandi marchi li guardino i tre/quattro principali produttori italiani.
Vorrei tanto si tornasse alla scuola meneghina (Colnago, De Rosa e prima ancora Masi, Pogliaghi, Galmozzi, Cinelli e qualche altro che non cito perchè rischierei di dimenticarne qualcuno).
Questi i miei due cents!
Quanro può costare una Master allestita Super Record e Shamal?Purtroppo diventa difficile permettersi l'acquisto di una bicicletta fatta a mano in Italia montata campagnolo.
Più che altro, i grandi marchi, oltre ai top da 15mila euro permettono ai neofiti o a chi non può permettersi n mila euro di bici di pedalare.
Romanticamente però appoggio il tuo pensiero, anche se non ho vissuto l'epoca che hai citato...
intendi nuova?Quanro può costare una Master allestita Super Record e Shamal?
Scusa Maceio, ma credo tu abbia frainteso il messaggio... che non esprime affatto il concetto grandi volumi=minore qualità.... il riferimento (se vuoi il senso del ragionamento), è ai "sogni" di qualità.... più che alle "bici" di qualità..... i grandi volumi sono quanto di più lontano dal romanticismo dell'artigiano di un tempo.... e oggi il Cavaliere C., nell'immaginario non solo italiano, rappresenta ancora questo.... che poi Colnago ( al pari di altri brand, guarda caso tutti italiani) sia legato alla "storia" della bici.... penso sia indiscutibile....quindi chi fa volumi pecca in qualità?
chissà Audi, Mercedes, BMW ad esempio cosa potrebbero pensare di questo Rosin…
o forse si riferisce solo alle bici?
Trek, Specy la qualità la conoscono molto bene, almeno quanto Colnago…
qs è la mia opinione.
Mi auguro che sia così come dici tu…rileggendo più volte i dubbi rimangono, non so se quello postato è l’originale come testo…Scusa Maceio, ma credo tu abbia frainteso il messaggio... che non esprime affatto il concetto grandi volumi=minore qualità.... il riferimento (se vuoi il senso del ragionamento), è ai "sogni" di qualità.... più che alle "bici" di qualità..... i grandi volumi sono quanto di più lontano dal romanticismo dell'artigiano di un tempo.... e oggi il Cavaliere C., nell'immaginario non solo italiano, rappresenta ancora questo.... che poi Colnago ( al pari di altri brand, guarda caso tutti italiani) sia legato alla "storia" della bici.... penso sia indiscutibile....
Io l'ho preso da tuttobiciwe b, ed era virgolettato.... poi ovviamente non posso garantire che sia "originale"....Mi auguro che sia così come dici tu…rileggendo più volte i dubbi rimangono, non so se quello postato è l’originale come testo…
Per curiosità ho sbirciato su Ciclicorsa:Quanro può costare una Master allestita Super Record e Shamal?
Un brand come Colnago ha una storia di produzione artigianale, qualita’ costruttiva e vittoria nelle grandi corse.Scusa Maceio, ma credo tu abbia frainteso il messaggio... che non esprime affatto il concetto grandi volumi=minore qualità.... il riferimento (se vuoi il senso del ragionamento), è ai "sogni" di qualità.... più che alle "bici" di qualità..... i grandi volumi sono quanto di più lontano dal romanticismo dell'artigiano di un tempo.... e oggi il Cavaliere C., nell'immaginario non solo italiano, rappresenta ancora questo.... che poi Colnago ( al pari di altri brand, guarda caso tutti italiani) sia legato alla "storia" della bici.... penso sia indiscutibile....
Grazie per condividere. Personalmente, leggo queste interviste e mi viene da sbadigliare... sinceramente, ci trovo solo un insieme ben confezionato di banalità e luoghi comuni: in pratica, ha condensato in poche righe tutto quello che gli estimatori del marchio Colnago a prescindere vogliono sentirsi dire. Ci sta, e' il suo mestiere, ma che noia...Tratto da un intervista a Nicola Rosin, nuovo Ceo di bici Colnago...
La bicicletta italiana nel mondo è un must, ma la Colnago ha forse qualcosa di più. «È proprio così - aggiunge Rosin -. La bici da turismo o da passeggio, in ogni Paese è diversa. Quella tedesca è diversa da quella olandese, così come da quella americana. La bicicletta da corsa, invece, è uguale in tutto il mondo: è quella lì. È iconica e quelle italiane lo sono di più perché hanno una storia alle spalle molto riconoscibile. Le Colnago sono chiaramente un’opportunità. Noi non vogliamo fare volumi, noi non siamo e non vogliamo essere Trek o Specialized. Piuttosto vogliamo proseguire a regalare sogni di qualità. Non abbiamo nessuna forma di ingordigia e questa visione è condivisa dalla proprietà, così come da tutto il board. Se mai volessimo fare volumi, allora in quel caso non lo faremo con Colnago, ma andremo a comprare tutt’al più altri marchi. Colnago è e deve restare per il mondo delle biciclette da corsa un’eccellenza: è storia. Manolo Bertocchi, il nostro direttore marketing, in questo è integralista: ognuno deve fare il proprio mestiere e Ernesto per una vita ha fatto gioielli su due ruote. Noi dobbiamo proseguire a farlo
La v3rs a mio avviso è una bici top, quanto meno allo stesso livello, se non superiore, alle atre bici top, anche se non è fatta a mano a Cambiago.Grazie per condividere. Personalmente, leggo queste interviste e mi viene da sbadigliare... sinceramente, ci trovo solo un insieme ben confezionato di banalità e luoghi comuni: in pratica, ha condensato in poche righe tutto quello che gli estimatori del marchio Colnago a prescindere vogliono sentirsi dire. Ci sta, e' il suo mestiere, ma che noia...
PS: il Bimbo Sloveno ha appena vinto il suo secondo Tour de France e una medaglia olimpica su una Colnago con telaio monoscocca, prodotto con processi industriali in qualche capannone di Taiwan, proprio per riuscire a fare margini maggiori (scandalo!!) su prodotti top di gamma... in molti si ricorderanno della V3RS gialla e nera TdF (tra parentesi, da sbavo ) a pochissimi interesserà come e dove sia stata fatta, come avviene per tutti i prodotti di qualità di un brand di successo.
Sono d'accordo in tutto. Mi permetto di aggiungere un paio di punti.Un brand come Colnago ha una storia di produzione artigianale, qualita’ costruttiva e vittoria nelle grandi corse.
Riuscire a costruire un brand cosi’ con bassi volumi è gia’ difficile e scalare su grandi volumi rinunciando alla qualita’ è un rischio concreto.
I grandi brand riescono a scalare sui volumi mantenendo la connotazione originale che avevano quando sono nati come eccelleze di nicchia, sarebbe bello se Colnago ce la facesse, ma per fare questo passaggio non basta produrre in Cina e tenere i prezzi alti come se si producesse in Italia, bisogna metterci qualcosa in piu, sicuramente le vittorie nelle grandi corse sono un elemento importante ma non credo basti.