Colnago Club - Capitolo 8

Iade73

Novellino
22 Novembre 2020
73
145
50
Roma
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Bici
Colnago M10s
Tratto da un intervista a Nicola Rosin, nuovo Ceo di bici Colnago...
La bicicletta italiana nel mondo è un must, ma la Colnago ha forse qualcosa di più. «È proprio così - aggiunge Rosin -. La bici da turismo o da passeggio, in ogni Paese è diversa. Quella tedesca è diversa da quella olandese, così come da quella americana. La bicicletta da corsa, invece, è uguale in tutto il mondo: è quella lì. È iconica e quelle italiane lo sono di più perché hanno una storia alle spalle molto riconoscibile. Le Colnago sono chiaramente un’opportunità. Noi non vogliamo fare volumi, noi non siamo e non vogliamo essere Trek o Specialized. Piuttosto vogliamo proseguire a regalare sogni di qualità. Non abbiamo nessuna forma di ingordigia e questa visione è condivisa dalla proprietà, così come da tutto il board. Se mai volessimo fare volumi, allora in quel caso non lo faremo con Colnago, ma andremo a comprare tutt’al più altri marchi. Colnago è e deve restare per il mondo delle biciclette da corsa un’eccellenza: è storia. Manolo Bertocchi, il nostro direttore marketing, in questo è integralista: ognuno deve fare il proprio mestiere e Ernesto per una vita ha fatto gioielli su due ruote. Noi dobbiamo proseguire a farlo
 

bicilook

Ammiraglia
15 Giugno 2008
15.548
12.024
Genova
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Bici
Colnago C60
Tratto da un intervista a Nicola Rosin, nuovo Ceo di bici Colnago...
La bicicletta italiana nel mondo è un must, ma la Colnago ha forse qualcosa di più. «È proprio così - aggiunge Rosin -. La bici da turismo o da passeggio, in ogni Paese è diversa. Quella tedesca è diversa da quella olandese, così come da quella americana. La bicicletta da corsa, invece, è uguale in tutto il mondo: è quella lì. È iconica e quelle italiane lo sono di più perché hanno una storia alle spalle molto riconoscibile. Le Colnago sono chiaramente un’opportunità. Noi non vogliamo fare volumi, noi non siamo e non vogliamo essere Trek o Specialized. Piuttosto vogliamo proseguire a regalare sogni di qualità. Non abbiamo nessuna forma di ingordigia e questa visione è condivisa dalla proprietà, così come da tutto il board. Se mai volessimo fare volumi, allora in quel caso non lo faremo con Colnago, ma andremo a comprare tutt’al più altri marchi. Colnago è e deve restare per il mondo delle biciclette da corsa un’eccellenza: è storia. Manolo Bertocchi, il nostro direttore marketing, in questo è integralista: ognuno deve fare il proprio mestiere e Ernesto per una vita ha fatto gioielli su due ruote. Noi dobbiamo proseguire a farlo
Questa è musica per le orecchie di noi amanti della bici da corsa con qualcosa in più del marketing o del campione del momento che la utilizza.
Applausi scroscianti a Rosin.
 

Maceio

Maglia Gialla
4 Maggio 2014
10.189
4.640
58
Brescia
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Bici
CANNONDALE
Tratto da un intervista a Nicola Rosin, nuovo Ceo di bici Colnago...
La bicicletta italiana nel mondo è un must, ma la Colnago ha forse qualcosa di più. «È proprio così - aggiunge Rosin -. La bici da turismo o da passeggio, in ogni Paese è diversa. Quella tedesca è diversa da quella olandese, così come da quella americana. La bicicletta da corsa, invece, è uguale in tutto il mondo: è quella lì. È iconica e quelle italiane lo sono di più perché hanno una storia alle spalle molto riconoscibile. Le Colnago sono chiaramente un’opportunità. Noi non vogliamo fare volumi, noi non siamo e non vogliamo essere Trek o Specialized. Piuttosto vogliamo proseguire a regalare sogni di qualità. Non abbiamo nessuna forma di ingordigia e questa visione è condivisa dalla proprietà, così come da tutto il board. Se mai volessimo fare volumi, allora in quel caso non lo faremo con Colnago, ma andremo a comprare tutt’al più altri marchi. Colnago è e deve restare per il mondo delle biciclette da corsa un’eccellenza: è storia. Manolo Bertocchi, il nostro direttore marketing, in questo è integralista: ognuno deve fare il proprio mestiere e Ernesto per una vita ha fatto gioielli su due ruote. Noi dobbiamo proseguire a farlo
quindi chi fa volumi pecca in qualità?
chissà Audi, Mercedes, BMW ad esempio cosa potrebbero pensare di questo Rosin…
o forse si riferisce solo alle bici?
Trek, Specy la qualità la conoscono molto bene, almeno quanto Colnago…
qs è la mia opinione.
 

m.buti

Apprendista Velocista
28 Maggio 2009
1.617
1.181
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quindi chi fa volumi pecca in qualità?
chissà Audi, Mercedes, BMW ad esempio cosa potrebbero pensare di questo Rosin…
o forse si riferisce solo alle bici?
Trek, Specy la qualità la conoscono molto bene, almeno quanto Colnago…
qs è la mia opinione.
Ho avuto due Trek, non male ,diciamo ok, ma Colnago è altra merce, si vede dall'accuratezza delle rifinizioni e da tutti i vari particolari della bici.
Su Specialized non m'esprimo, avendole solo provate ma non possedute, però non mi sono sembrate il top della qualità, penso meglio la Trek.
 
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palmer

Apprendista Scalatore
20 Ottobre 2005
2.236
1.637
vicino a Milano
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Bici
Due in carbonio, una in titanio, ma sette in acciaio
Ho avuto due Trek, non male ,diciamo ok, ma Colnago è altra merce, si vede dall'accuratezza delle rifinizioni e da tutti i vari particolari della bici.
Su Specialized non m'esprimo, avendole solo provate ma non possedute, però non mi sono sembrate il top della qualità, penso meglio la Trek.

Ti quoto
 
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palmer

Apprendista Scalatore
20 Ottobre 2005
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Due in carbonio, una in titanio, ma sette in acciaio
quindi chi fa volumi pecca in qualità?
chissà Audi, Mercedes, BMW ad esempio cosa potrebbero pensare di questo Rosin…
o forse si riferisce solo alle bici?
Trek, Specy la qualità la conoscono molto bene, almeno quanto Colnago…
qs è la mia opinione.

Mi definisco un nostalgico, e un quasi talebano, per me la bicicletta deve essere: (i) italiana, (ii) fatta a mano e (iii) allestita Campagnolo.
Sono rimasto agli anni settanta e ottanta, ma mettiamoci anche un po' di anni novanta, quando la bicicletta da corsa era quasi esclusivamente di produzione italiana.
Ai tempi i telai venivano concepiti, costruiti e rifiniti da sapienti mani e da straordinari artigiani, alcuni di questi con doti imprenditoriali, altri meno.
Oggi la bicicletta è figlia di un processo industriale, che necessariamente richiede grandi numeri.
Io penso che i marchi italiani debbano guardare alla loro storia e continuare a produrre biciclette di nicchia (e possibilmente qui in Italia).
Seguire i grandi marchi è una partita persa, principalmente per i loro volumi impressionanti.
E sono convinto che i grandi marchi li guardino i tre/quattro principali produttori italiani.
Vorrei tanto si tornasse alla scuola meneghina (Colnago, De Rosa e prima ancora Masi, Pogliaghi, Galmozzi, Cinelli e qualche altro che non cito perchè rischierei di dimenticarne qualcuno).
Questi i miei due cents!
 

newbie

Apprendista Cronoman
24 Aprile 2014
3.265
1.361
36
Brescia
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Trek domane + Cannondale trail 2+scapin eos5
Mi definisco un nostalgico, e un quasi talebano, per me la bicicletta deve essere: (i) italiana, (ii) fatta a mano e (iii) allestita Campagnolo.
Sono rimasto agli anni settanta e ottanta, ma mettiamoci anche un po' di anni novanta, quando la bicicletta da corsa era quasi esclusivamente di produzione italiana.
Ai tempi i telai venivano concepiti, costruiti e rifiniti da sapienti mani e da straordinari artigiani, alcuni di questi con doti imprenditoriali, altri meno.
Oggi la bicicletta è figlia di un processo industriale, che necessariamente richiede grandi numeri.
Io penso che i marchi italiani debbano guardare alla loro storia e continuare a produrre biciclette di nicchia (e possibilmente qui in Italia).
Seguire i grandi marchi è una partita persa, principalmente per i loro volumi impressionanti.
E sono convinto che i grandi marchi li guardino i tre/quattro principali produttori italiani.
Vorrei tanto si tornasse alla scuola meneghina (Colnago, De Rosa e prima ancora Masi, Pogliaghi, Galmozzi, Cinelli e qualche altro che non cito perchè rischierei di dimenticarne qualcuno).
Questi i miei due cents!
Purtroppo diventa difficile permettersi l'acquisto di una bicicletta fatta a mano in Italia montata campagnolo.
Più che altro, i grandi marchi, oltre ai top da 15mila euro permettono ai neofiti o a chi non può permettersi n mila euro di bici di pedalare.

Romanticamente però appoggio il tuo pensiero, anche se non ho vissuto l'epoca che hai citato...
 
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palmer

Apprendista Scalatore
20 Ottobre 2005
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Due in carbonio, una in titanio, ma sette in acciaio
Purtroppo diventa difficile permettersi l'acquisto di una bicicletta fatta a mano in Italia montata campagnolo.
Più che altro, i grandi marchi, oltre ai top da 15mila euro permettono ai neofiti o a chi non può permettersi n mila euro di bici di pedalare.

Romanticamente però appoggio il tuo pensiero, anche se non ho vissuto l'epoca che hai citato...
Quanro può costare una Master allestita Super Record e Shamal?
 

newbie

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24 Aprile 2014
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Trek domane + Cannondale trail 2+scapin eos5
Quanro può costare una Master allestita Super Record e Shamal?
intendi nuova?
sicuramente piu' di una bici bassa/media gamma di giant o cannondale.
Per i top di gamma invece la ragiono diversamente, se volessi spendere 8-10 mila euro per una bici me la farei fare su misura in Italia. Personalmente non li spenderei per una s-works o simili (pur apprezzando anche quel tipo di bici)
 
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Iade73

Novellino
22 Novembre 2020
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Colnago M10s
quindi chi fa volumi pecca in qualità?
chissà Audi, Mercedes, BMW ad esempio cosa potrebbero pensare di questo Rosin…
o forse si riferisce solo alle bici?
Trek, Specy la qualità la conoscono molto bene, almeno quanto Colnago…
qs è la mia opinione.
Scusa Maceio, ma credo tu abbia frainteso il messaggio... che non esprime affatto il concetto grandi volumi=minore qualità.... il riferimento (se vuoi il senso del ragionamento), è ai "sogni" di qualità.... più che alle "bici" di qualità..... i grandi volumi sono quanto di più lontano dal romanticismo dell'artigiano di un tempo.... e oggi il Cavaliere C., nell'immaginario non solo italiano, rappresenta ancora questo.... che poi Colnago ( al pari di altri brand, guarda caso tutti italiani) sia legato alla "storia" della bici.... penso sia indiscutibile....
 
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Maceio

Maglia Gialla
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CANNONDALE
Scusa Maceio, ma credo tu abbia frainteso il messaggio... che non esprime affatto il concetto grandi volumi=minore qualità.... il riferimento (se vuoi il senso del ragionamento), è ai "sogni" di qualità.... più che alle "bici" di qualità..... i grandi volumi sono quanto di più lontano dal romanticismo dell'artigiano di un tempo.... e oggi il Cavaliere C., nell'immaginario non solo italiano, rappresenta ancora questo.... che poi Colnago ( al pari di altri brand, guarda caso tutti italiani) sia legato alla "storia" della bici.... penso sia indiscutibile....
Mi auguro che sia così come dici tu…rileggendo più volte i dubbi rimangono, non so se quello postato è l’originale come testo…
 
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toni77

Apprendista Scalatore
30 Aprile 2017
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Holzkirchen, Baviera
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Colnago V3RS Disc "La Gina" , 3T Exploro Race "La Wanda"
Quanro può costare una Master allestita Super Record e Shamal?
Per curiosità ho sbirciato su Ciclicorsa:
  • Colnago Master Modern con ruote Shamal Ultra C17, trittico Deda:
    • Chorus 12v: 6100 €
    • Super Record 12v (che per me non ha senso su una bici in acciaio): 7500 €
  • Colnago Master Classic, ruote con cerchi Ambrosio, raggi Alpina, mozzi Campagnolo, trittico Deda, Campagnolo Centaur 11v: 4400 €

Ad ogni sogno il suo prezzo... e i suoi tempi di consegna ;-)
 

Lumi

Scalatore
8 Novembre 2020
6.190
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Italia
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Colnago V3Rs
Scusa Maceio, ma credo tu abbia frainteso il messaggio... che non esprime affatto il concetto grandi volumi=minore qualità.... il riferimento (se vuoi il senso del ragionamento), è ai "sogni" di qualità.... più che alle "bici" di qualità..... i grandi volumi sono quanto di più lontano dal romanticismo dell'artigiano di un tempo.... e oggi il Cavaliere C., nell'immaginario non solo italiano, rappresenta ancora questo.... che poi Colnago ( al pari di altri brand, guarda caso tutti italiani) sia legato alla "storia" della bici.... penso sia indiscutibile....
Un brand come Colnago ha una storia di produzione artigianale, qualita’ costruttiva e vittoria nelle grandi corse.

Riuscire a costruire un brand cosi’ con bassi volumi è gia’ difficile e scalare su grandi volumi rinunciando alla qualita’ è un rischio concreto.

I grandi brand riescono a scalare sui volumi mantenendo la connotazione originale che avevano quando sono nati come eccelleze di nicchia, sarebbe bello se Colnago ce la facesse, ma per fare questo passaggio non basta produrre in Cina e tenere i prezzi alti come se si producesse in Italia, bisogna metterci qualcosa in piu, sicuramente le vittorie nelle grandi corse sono un elemento importante ma non credo basti.
 
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toni77

Apprendista Scalatore
30 Aprile 2017
1.930
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Holzkirchen, Baviera
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Colnago V3RS Disc "La Gina" , 3T Exploro Race "La Wanda"
Tratto da un intervista a Nicola Rosin, nuovo Ceo di bici Colnago...
La bicicletta italiana nel mondo è un must, ma la Colnago ha forse qualcosa di più. «È proprio così - aggiunge Rosin -. La bici da turismo o da passeggio, in ogni Paese è diversa. Quella tedesca è diversa da quella olandese, così come da quella americana. La bicicletta da corsa, invece, è uguale in tutto il mondo: è quella lì. È iconica e quelle italiane lo sono di più perché hanno una storia alle spalle molto riconoscibile. Le Colnago sono chiaramente un’opportunità. Noi non vogliamo fare volumi, noi non siamo e non vogliamo essere Trek o Specialized. Piuttosto vogliamo proseguire a regalare sogni di qualità. Non abbiamo nessuna forma di ingordigia e questa visione è condivisa dalla proprietà, così come da tutto il board. Se mai volessimo fare volumi, allora in quel caso non lo faremo con Colnago, ma andremo a comprare tutt’al più altri marchi. Colnago è e deve restare per il mondo delle biciclette da corsa un’eccellenza: è storia. Manolo Bertocchi, il nostro direttore marketing, in questo è integralista: ognuno deve fare il proprio mestiere e Ernesto per una vita ha fatto gioielli su due ruote. Noi dobbiamo proseguire a farlo
Grazie per condividere. Personalmente, leggo queste interviste e mi viene da sbadigliare... sinceramente, ci trovo solo un insieme ben confezionato di banalità e luoghi comuni: in pratica, ha condensato in poche righe tutto quello che gli estimatori del marchio Colnago a prescindere vogliono sentirsi dire. Ci sta, e' il suo mestiere, ma che noia... :roll:

PS: il Bimbo Sloveno ha appena vinto il suo secondo Tour de France e una medaglia olimpica su una Colnago con telaio monoscocca, prodotto con processi industriali in qualche capannone di Taiwan, proprio per riuscire a fare margini maggiori (scandalo!!) su prodotti top di gamma... in molti si ricorderanno della V3RS gialla e nera TdF (tra parentesi, da sbavo :sbavon:) a pochissimi interesserà come e dove sia stata fatta, come avviene per tutti i prodotti di qualità di un brand di successo.
 
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Lumi

Scalatore
8 Novembre 2020
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Colnago V3Rs
Grazie per condividere. Personalmente, leggo queste interviste e mi viene da sbadigliare... sinceramente, ci trovo solo un insieme ben confezionato di banalità e luoghi comuni: in pratica, ha condensato in poche righe tutto quello che gli estimatori del marchio Colnago a prescindere vogliono sentirsi dire. Ci sta, e' il suo mestiere, ma che noia... :roll:

PS: il Bimbo Sloveno ha appena vinto il suo secondo Tour de France e una medaglia olimpica su una Colnago con telaio monoscocca, prodotto con processi industriali in qualche capannone di Taiwan, proprio per riuscire a fare margini maggiori (scandalo!!) su prodotti top di gamma... in molti si ricorderanno della V3RS gialla e nera TdF (tra parentesi, da sbavo :sbavon:) a pochissimi interesserà come e dove sia stata fatta, come avviene per tutti i prodotti di qualità di un brand di successo.
La v3rs a mio avviso è una bici top, quanto meno allo stesso livello, se non superiore, alle atre bici top, anche se non è fatta a mano a Cambiago.

Il fatto che stia vincendo molto con Pogacar è fondamentale.

Pero’ secondo me dovrebbero inventarsi qualcosa in piu’ per renderla ineguagliabile, una spanna sopra le altre, e non lavorare solo sui “noiosi” messaggi marketing.

Da quanto vedo mi sembra che al momento lavorino soprattutto sull’estetica, con livree particolari e personalizzate, oramai ne escono parecchie all’anno, cosi’ pero’ temo che rischino di renderla meno riconoscibile.

Ad esempio Pinarello si è inventata le linee curve e asimmetriche, Bianchi ha il cv … quello che voglio dire è che Colnago deve inventarsi qualcosa di tecnico che la distingua dalle altre bici, fino a ieri era la costruzione a giunzioni fatta a mano in Italia, se ora la abbandonano per scalare sui volumi e i costi devono inventarsi qualche altra cosa.
 

toni77

Apprendista Scalatore
30 Aprile 2017
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Colnago V3RS Disc "La Gina" , 3T Exploro Race "La Wanda"
Un brand come Colnago ha una storia di produzione artigianale, qualita’ costruttiva e vittoria nelle grandi corse.

Riuscire a costruire un brand cosi’ con bassi volumi è gia’ difficile e scalare su grandi volumi rinunciando alla qualita’ è un rischio concreto.

I grandi brand riescono a scalare sui volumi mantenendo la connotazione originale che avevano quando sono nati come eccelleze di nicchia, sarebbe bello se Colnago ce la facesse, ma per fare questo passaggio non basta produrre in Cina e tenere i prezzi alti come se si producesse in Italia, bisogna metterci qualcosa in piu, sicuramente le vittorie nelle grandi corse sono un elemento importante ma non credo basti.
Sono d'accordo in tutto. Mi permetto di aggiungere un paio di punti.
  1. Per esperienza professionale non sono convinto che produzione artigianale e bassi volumi siano necessariamente sinonimi di qualità, men che meno di "sogni di qualità", come reclamizzato dal CEO Colnago... la qualità e' una scienza, la cui applicazione, a prescindere dai volumi, richiede conoscenze specifiche, formazione e investimenti "scomodi", con ritorno di immagine non immediato.
  2. Guardandomi in giro, non penso che Colnago abbia ancora percepito il potenziale enorme di e-commerce, customizzazione del prodotto, nuovi trend, ecc. Mi guardo in giro e vedo brand ben meno blasonati, nati ieri o l'altro ieri, che, in termini di novità e innovazione, sia tecnologica, sia commerciale (vendite, marketing, supporto cliente), stanno facendo molto meglio.
La mia impressione personalissima e' che Colnago sia in mezzo a un guado, a meta' strada tra una tradizione storica innegabile, ricca fino al midollo di innovazione tecnologica, e la necessita' di competere in un mercato ben più aggressivo e dinamico degli anni '70-'90 in cui il marchio si e' definitivamente affermato.