A Lollo...
a Roma di solito non corro...
ci sono solo corse brevi a circuito...
preferisco le corse più lunghe...
il mio sogno era la Milano-San Remo da pro...
pensi sia così facile vincere contro Rumsas o contro Negrini, tanto per dirti 2 nomi tra i granfondisti... stiamo parlando di uno che ha fatto 3° al Tour...
tra i dilettanti era un altro discorso...
come detto non ho mai avuto molta malizia nelle volate...
sbagliavo sempre i tempi con cui partivo...
tanti piazzamenti...
in salita vado bene... ma non posso definirmi uno scalatore puro...
ad andare in fuga ci si prova...
ma contro un gruppo lanciato da solo non arrivi mica...
mica ti lasciano andare così...
poi non mi sembra di essermi mai definito un fenomeno...
ho solo elencato i miei valori... fine
A vasco100 e simonrossi...
ribadisco...
spiegatemi la vostra teoria? Quali sarebbero i vostri fondamenti?
Avete dati alla mano?
è vero che non solo l'allenamento produce variazioni di questi valori...
come detto anche l'ambiente esterno può influire (altimetria, ossigenazione, temperatura), come anche lo stato emotivo di una persone, ecc...
ma le mie considerazioni mica nascono solo dai test che ho fatto...
Tanto per ribadire il concetto...
fonte:
http://www.msd-italia.it/altre/manuale/sez16/2131932.html
Sindrome del cuore d'atleta
Fisiologia
[FONT=arial,verdana,helvetica]Con l'allenamento a sport di resistenza, si verifica caratteristicamente l'aumento sia dei volumi che della massa del cuore, mentre con l'allenamento a sport di forza (isometrici) si ha solo un'ipertrofia del miocardio, accompagnata dall'ipertrofia della muscolatura scheletrica. Negli atleti allenati a sport di resistenza, la dilatazione di tutte e quattro le camere cardiache e l'aumento degli spessori parietali del ventricolo sinistro aumentano la capacità eiettiva del cuore. Le dimensioni endocavitarie raramente superano i limiti superiori della norma. L'aumento della gittata cardiaca è la conseguenza del sostanziale aumento della gittata sistolica. [/FONT]
[FONT=arial,verdana,helvetica]Nei soggetti non allenati, in risposta all'esercizio fisico la gittata cardiaca aumenta soprattutto grazie all'incremento della frequenza cardiaca. Nell'atleta allenato a prove di resistenza, la gittata cardiaca aumenta invece prevalentemente per l'incremento della gittata sistolica. Nell'atleta allenato alla resistenza, le pressioni intracardiache a riposo risultano normali e le pressioni intracardiaca, polmonare e vascolare periferica mostrano risposte normali all'esercizio. Anche il lavoro ventricolare per minuto è normale. [/FONT]
[FONT=arial,verdana,helvetica]L'aumento della gittata cardiaca e del rilascio di O2 ai tessuti, sia a riposo che per ogni livello di esercizio, è legato principalmente all'aumento della gittata sistolica. L'aumentato tempo di riempimento diastolico dovuto alla bradicardia incrementa ulteriormente la gittata sistolica e il flusso coronarico, che è prevalentemente diastolico. Negli atleti allenati a prove di resistenza sono anche aumentate l'emoglobina totale e la volemia, con ulteriore incremento del trasporto di O2. La frequenza cardiaca, sia a riposo che per ogni livello di esercizio submassimale, si riduce progressivamente con l'allenamento, soprattutto per aumento del tono vagale. Tuttavia, hanno un ruolo anche la riduzione dell'attività simpatica e probabilmente altri fattori che riducono la frequenza intrinseca del nodo del seno, indipendentemente dal sistema nervoso vegetativo. Malgrado l'aumento del lavoro sistolico ventricolare sinistro dovuto all'aumento del volume ventricolare, è predominante l'effetto di risparmio di O2 dovuto alla bradicardia, cosicché la domanda miocardica di O2 per gli stessi livelli di lavoro esterno assoluto risulta ridotta. L'ingrandimento del cuore e la bradicardia regrediscono caratteristicamente quando l'allenamento viene interrotto.[/FONT]
a Roma di solito non corro...
ci sono solo corse brevi a circuito...
preferisco le corse più lunghe...
il mio sogno era la Milano-San Remo da pro...
pensi sia così facile vincere contro Rumsas o contro Negrini, tanto per dirti 2 nomi tra i granfondisti... stiamo parlando di uno che ha fatto 3° al Tour...
tra i dilettanti era un altro discorso...
come detto non ho mai avuto molta malizia nelle volate...
sbagliavo sempre i tempi con cui partivo...
tanti piazzamenti...
in salita vado bene... ma non posso definirmi uno scalatore puro...
ad andare in fuga ci si prova...
ma contro un gruppo lanciato da solo non arrivi mica...
mica ti lasciano andare così...
poi non mi sembra di essermi mai definito un fenomeno...
ho solo elencato i miei valori... fine
A vasco100 e simonrossi...
ribadisco...
spiegatemi la vostra teoria? Quali sarebbero i vostri fondamenti?
Avete dati alla mano?
è vero che non solo l'allenamento produce variazioni di questi valori...
come detto anche l'ambiente esterno può influire (altimetria, ossigenazione, temperatura), come anche lo stato emotivo di una persone, ecc...
ma le mie considerazioni mica nascono solo dai test che ho fatto...
Tanto per ribadire il concetto...
fonte:
http://www.msd-italia.it/altre/manuale/sez16/2131932.html
Sindrome del cuore d'atleta
Fisiologia
[FONT=arial,verdana,helvetica]Con l'allenamento a sport di resistenza, si verifica caratteristicamente l'aumento sia dei volumi che della massa del cuore, mentre con l'allenamento a sport di forza (isometrici) si ha solo un'ipertrofia del miocardio, accompagnata dall'ipertrofia della muscolatura scheletrica. Negli atleti allenati a sport di resistenza, la dilatazione di tutte e quattro le camere cardiache e l'aumento degli spessori parietali del ventricolo sinistro aumentano la capacità eiettiva del cuore. Le dimensioni endocavitarie raramente superano i limiti superiori della norma. L'aumento della gittata cardiaca è la conseguenza del sostanziale aumento della gittata sistolica. [/FONT]
[FONT=arial,verdana,helvetica]Nei soggetti non allenati, in risposta all'esercizio fisico la gittata cardiaca aumenta soprattutto grazie all'incremento della frequenza cardiaca. Nell'atleta allenato a prove di resistenza, la gittata cardiaca aumenta invece prevalentemente per l'incremento della gittata sistolica. Nell'atleta allenato alla resistenza, le pressioni intracardiache a riposo risultano normali e le pressioni intracardiaca, polmonare e vascolare periferica mostrano risposte normali all'esercizio. Anche il lavoro ventricolare per minuto è normale. [/FONT]
[FONT=arial,verdana,helvetica]L'aumento della gittata cardiaca e del rilascio di O2 ai tessuti, sia a riposo che per ogni livello di esercizio, è legato principalmente all'aumento della gittata sistolica. L'aumentato tempo di riempimento diastolico dovuto alla bradicardia incrementa ulteriormente la gittata sistolica e il flusso coronarico, che è prevalentemente diastolico. Negli atleti allenati a prove di resistenza sono anche aumentate l'emoglobina totale e la volemia, con ulteriore incremento del trasporto di O2. La frequenza cardiaca, sia a riposo che per ogni livello di esercizio submassimale, si riduce progressivamente con l'allenamento, soprattutto per aumento del tono vagale. Tuttavia, hanno un ruolo anche la riduzione dell'attività simpatica e probabilmente altri fattori che riducono la frequenza intrinseca del nodo del seno, indipendentemente dal sistema nervoso vegetativo. Malgrado l'aumento del lavoro sistolico ventricolare sinistro dovuto all'aumento del volume ventricolare, è predominante l'effetto di risparmio di O2 dovuto alla bradicardia, cosicché la domanda miocardica di O2 per gli stessi livelli di lavoro esterno assoluto risulta ridotta. L'ingrandimento del cuore e la bradicardia regrediscono caratteristicamente quando l'allenamento viene interrotto.[/FONT]