Eurobike 2013: Colnago

gigadeath

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Scusa gigadeath, non vedo nessuna retorica: non ho mai affermato che l'una sia meglio o peggio dell'altra ho solo detto che sono oggetti diversi, soprattutto dal punto di vista emozionale (io non vinco nulla andando in bici) e che all'estero sono molto apprezzati; la tua teoria, poi, secondo cui la maggior quantità di bici vendute determinerebbe la qualità di un prodotto è assolutamente errata; sarebbe come dire che essendo il mercato dell'auto italiano coperto dalla Fiat per oltre il 20 % la Fiat è meglio di .... scegli tu le marche che intendi inserire.
A me del mercato e del marketing delle biciclette interessa poco o nulla, ho solo riportato ciò mi raccontano le persone quando vado in giro e parlo di biciclette.

La frase dei 5.000 km era un po' retorica :sborone:

Il fatto è che Colnago mi fa un po' incazzare. Tralasciando la qualità delle bici, siedono su una potenziale miniera d'oro e stanno lasciando morire tutto in una patina di vecchio. E' un marchio che dovrebbe andare in giro a petto in fuori, non in carrozzina: se poi faranno il botto continuando all'infinito a riproporre congiunzioni sul carbonio, Art Decor e sponsorizzazioni all'Europcar, meglio eh :wacko:

Per quanto riguarda il discorso estero, non lasciamoci prendere la mano: negli USA Colnago non è nè più nè meno che quello che può essere una Storck in Italia: ottimo prodotto, fascinoso e con estimatori raffinati, ma stringi stringi non fa numeri. E Colnago deve fare anche i numeri, mica in passato sono diventati grandi vendendo in provincia.

Per controprova, come detto, prendiamo una pagina a caso della sezione Road Cycling di Bikeforums e contiamo le Specy, contiamo le Trek, contiamo le Cannondale e contiamo le Colnago. Lo straniero apprezza il brand Colnago, e magari si fa anche i viaggi mentali mentre sfoglia le riviste. Di fatto non lo compra però. E i brand italiani hanno bisogno come il pane del mercato estero.

Invece i brand americani, che già avevano il vantaggio di un mercato interno 5 volte più grande, sono venuti qui a mangiarci in testa con la loro distribuzione. E ora sono arrivati anche i tedeschi in massa... :cry:

In poche parole, mi piacerebbe un Colnago che facesse un po' più a spallate in giro per il mondo, come Pinarello, che piaccia o no il brand, può essere una scuola per il resto degli italiani.
 

Ser pecora

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Invece i brand americani, che già avevano il vantaggio di un mercato interno 5 volte più grande, sono venuti qui a mangiarci in testa con la loro distribuzione. E ora sono arrivati anche i tedeschi in massa...

Il problema secondo me non sta nella distribuzione, ma nella dimensione e nella relativa strategia di marketing da adottare.

I marchi italiani come Colnago secondo me sono penalizzati in questo momento dal fatto che hanno dimensioni medio-piccole ed un brand di grande prestigio legato all'alto di gamma.

Questo li porta ad essere poco competitivi sulla bassa gamma, sia per costi sia perché non è un marchio che attira in quella fascia (a meno di svendersi).
Ed avere un mercato limitato sull'alta gamma. Limitato per definizione.
Specialized, Trek & c. non vivono certo con l'alta gamma. Gli serve solo da vetrina per tutto il resto.
Mentre sulla media gamma la concorrenza dei mail-orders è difficile da contrastare.

Senza contare che è difficile proporre alta gamma tecnologicamente avanzata (o presunta tale) in un paese (l'Italia) in cui da anni si è rinunciato a fare investimenti in tal senso.

Quindi le strade sono due: o ti ingrandisci, magari acquisendo altri marchi (o facendoti acquisire dalle multinazionali ciclo) o fai un downshifting e ti chiudi nella nicchia dell'artigianale.

Stare li nel mezzo è un po' rischioso imho.
 

gigadeath

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Il problema secondo me non sta nella distribuzione, ma nella dimensione e nella relativa strategia di marketing da adottare.

I marchi italiani come Colnago secondo me sono penalizzati in questo momento dal fatto che hanno dimensioni medio-piccole ed un brand di grande prestigio legato all'alto di gamma.

Questo li porta ad essere poco competitivi sulla bassa gamma, sia per costi sia perché non è un marchio che attira in quella fascia (a meno di svendersi).
Ed avere un mercato limitato sull'alta gamma. Limitato per definizione.
Specialized, Trek & c. non vivono certo con l'alta gamma. Gli serve solo da vetrina per tutto il resto.
Mentre sulla media gamma la concorrenza dei mail-orders è difficile da contrastare.

Senza contare che è difficile proporre alta gamma tecnologicamente avanzata (o presunta tale) in un paese (l'Italia) in cui da anni si è rinunciato a fare investimenti in tal senso.

Quindi le strade sono due: o ti ingrandisci, magari acquisendo altri marchi (o facendoti acquisire dalle multinazionali ciclo) o fai un downshifting e ti chiudi nella nicchia dell'artigianale.

Stare li nel mezzo è un po' rischioso imho.

Ragionamento come sempre ottimo o-o ma...

Bassa gamma: e Bianchi? Bianchi è anni che mangia in primis con le Nirone...

Media gamma: Cube, Focus, Ghost da una parte, Canyon e Rose dall'altra, che dimensioni avevano fino a 10 anni fa? La storia delle dimensioni vale fino a un certo punto... se gli affari girano ti ingrandisci, è il capitalismo baby. Mail order o no. E' semplicemente che i tedeschi hanno avuto dei manager esponenzialmente più bravi. Non ci girerei tanto intorno.

E allora rifugiamoci nell'alta gamma, finchè chi è stato più bravo nella bassa e nella media non viene a bastonarti anche lì.
 

Ser pecora

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Ragionamento come sempre ottimo o-o ma...

Bassa gamma: e Bianchi? Bianchi è anni che mangia in primis con le Nirone...

Media gamma: Cube, Focus, Ghost da una parte, Canyon e Rose dall'altra, che dimensioni avevano fino a 10 anni fa? La storia delle dimensioni vale fino a un certo punto... se gli affari girano ti ingrandisci, mail order o no. E' semplicemente che i tedeschi hanno avuto dei manager esponenzialmente più bravi. Non ci girerei tanto intorno.

Bianchi per l'appunto è stata acquisita da una multinazionale (Cycleurope) ed è uno dei tanti loro brand (ed in Italia non produce).

Canyon e Rose si sono ingranditi con l'aumentare della diffusione di internet, visto che vendono solo li (da notare che sono due realtà piuttosto diverse, visto che Rose è innanzitutto un mail-order di componentistica). 10 anni fa il loro business era limitato da quello, a meno di non fare l'ordine con il cedolino postale.

Cube, Focus e Ghost sono marchi che vanno bene, ma producono in oriente ed hanno una gamma sterminata che va dalle bici da Dh a quelle da bambino.

Colnago non può permettersi una cosa del genere, a meno di non svalorizzare il marchio.
 

gigadeath

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Bianchi per l'appunto è stata acquisita da una multinazionale (Cycleurope) ed è uno dei tanti loro brand (ed in Italia non produce).

Canyon e Rose si sono ingranditi con l'aumentare della diffusione di internet, visto che vendono solo li (da notare che sono due realtà piuttosto diverse, visto che Rose è innanzitutto un mail-order di componentistica). 10 anni fa il loro business era limitato da quello, a meno di non fare l'ordine con il cedolino postale.

Cube, Focus e Ghost sono marchi che vanno bene, ma producono in oriente ed hanno una gamma sterminata che va dalle bici da Dh a quelle da bambino.

Colnago non può permettersi una cosa del genere, a meno di non svalorizzare il marchio.

Ok, ma mi sembra un ragionamento circolare. Bianchi va bene per questo motivo, Canyon per quest'altro, Cube per quest'altro ancora, le americane per altri ancora ecc. Quindi le vie ci sono (c'erano?).

Colnago quando era il "momento" (non inteso come un momento preciso nel tempo, poteva essere 15, 10, 5 anni fa) non si è mossa, non si è mossa sulle joint venture, non si è mossa su internet, non si è mossa sulla tecnologia, non si è mossa sulla gamma, non si è mossa sulla distribuzione. Non doveva tentare *tutte* queste vie, ma il modo c'era, come dimostra una valanga di brand che sono cresciuti e sono cresciuti bene, e campano indipendentemente dalla posizione di mercato, bassa, media o alta che sia. E si ritorna al fatto che a Cambiago managerialmente si sono rivelati piccoli piccoli.

Beninteso, io tifo per Colnago.
 

Ser pecora

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Ok, ma mi sembra un ragionamento circolare. Bianchi va bene per questo motivo, Canyon per quest'altro, Cube per quest'altro ancora, le americane per altri ancora ecc. Quindi le vie ci sono (c'erano?).

Non direi che sia circolare, cerco solo di dimostrarlo con degli esempi.

L'assunto è: o ti ingrandisci o ti rimpicciolisci. Ed è un assunto mio, che può pure essere sbagliato, ci mancherebbe.

La via dell'ingrandirsi è, tanto per fare un esempio, quella di Ax-Lightness, che ha creato un suo brand più low-cost, Engage, di produzione asiatica, per non svalorizzare il proprio e fare cassa.
Cosa più furba che non fare un modello qui ed uno li con lo stesso brand.

L'altra è quella di chiudersi nella nicchia.
O farsi comprare.
Che per inciso penso sia quella più "facile" e remunerativa. Qualche anno fa si parlava insistentemente di Giant che voleva comprare Colnago.
Beh, penso che il cav. Ernesto abbia avuto l'orgoglio e le palle per rinunciare ad un bel po' di soldi, ma tenere la baracca nelle proprie mani.

Chiaro che non basta.
 

Clodovico

Mago di Otz
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Feathery Princess & Dark Mistress
Comunque a me sembra sempre che si parta dal principio che il volume delle vendite sia l'unica misura del successo di una azienda.

E invece il modello del Made in Italy di successo si basa su mercati di alta gamma e di nicchia, sui volumi ci siamo sempre e solo fatti male, mentre nei mercati di nicchia male ne abbiamo sempre molto spesso fatto noi agli altri.

E se non sbaglio i 10 tours de France li ha vinti una piccola azienda di Treviso e non la Canyon o la Specialized.
 

gigadeath

Cronoman
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Non direi che sia circolare, cerco solo di dimostrarlo con degli esempi.

L'assunto è: o ti ingrandisci o ti rimpicciolisci. Ed è un assunto mio, che può pure essere sbagliato, ci mancherebbe.

La via dell'ingrandirsi è, tanto per fare un esempio, quella di Ax-Lightness, che ha creato un suo brand più low-cost, Engage, di produzione asiatica, per non svalorizzare il proprio e fare cassa.
Cosa più furba che non fare un modello qui ed uno li con lo stesso brand.

L'altra è quella di chiudersi nella nicchia.
O farsi comprare.
Che per inciso penso sia quella più "facile" e remunerativa. Qualche anno fa si parlava insistentemente di Giant che voleva comprare Colnago.
Beh, penso che il cav. Ernesto abbia avuto l'orgoglio e le palle per rinunciare ad un bel po' di soldi, ma tenere la baracca nelle proprie mani.

Chiaro che non basta.

Che ingrandirsi o rimpicciolirsi siano due scelte senza via di mezzo sono d'accordo, ce lo insegnano anche le piante ogni primavera e ogni autunno o-o

Da masterizzato in marketing ti dico, ottimo l'esempio di Ax Lightness, però questa non è altro che l'ennesima alternativa (differenziazione dei brand su diversi scalini di gamma) che NON è stata intrapresa da Colnago. Quindi oltre che su gamma, tecnologia, distribuzione, sponsorizzazioni, internet, joint venturing, non si sono mossi neanche sul piano del marketing puro come Ax Lightness.

Non c'è nulla di sbagliato a chiudersi in una nicchia, magari vuol dire minor giro d'affari ma è una scelta che può limitare i danni in alcuni casi. Occhio però che come c'è stato qualcuno più bravo di te mentre eri grande, c'è sempre qualcuno che può essere più bravo nella tua nicchia. Cioè anche se Colnago deciderà mai di mettersi a fare lo Storck italiano, non deve prendere questa scelta come un buon ritiro, dato che possono farti le scarpe anche lì.

Massimo rispetto per la scelta di non vendere. Però è come a scuola: per orgoglio puoi decidere di non prendere i bigliettini del compagno di banco (giustamente anche), se però poi ti segano perchè con le tue forze non riesci a passare l'anno... lì prendi e porti a casa.
 

Ser pecora

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Comunque a me sembra sempre che si parta dal principio che il volume delle vendite sia l'unica misura del successo di una azienda.

E invece il modello del Made in Italy di successo si basa su mercati di alta gamma e di nicchia, sui volumi ci siamo sempre e solo fatti male, mentre nei mercati di nicchia male ne abbiamo sempre molto spesso fatto noi agli altri.

E se non sbaglio i 10 tours de France li ha vinti una piccola azienda di Treviso e non la Canyon o la Specialized.

È' vero, ma a mio parere nel mercato del ciclo lo spazio per le entità medie si sta stringendo.
Per restare sul tuo esempio: pinarello ha un fiuto eccezionale per le sponsorizzazioni, ma nelle aste al rialzo che si fanno oggi e' chiaro che non può competere all' infinito con le majors. Poi magari l'anno prossimo Quintana gli fa il miracolo...chissà.

Che a livello artigianale un Tommasini le suona ancora a tanti, ma prova ad accostar lo a Colnago davanti il cav. Ernesto: ti mette le mani al collo :-)
 

gigadeath

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Comunque a me sembra sempre che si parta dal principio che il volume delle vendite sia l'unica misura del successo di una azienda.

E invece il modello del Made in Italy di successo si basa su mercati di alta gamma e di nicchia, sui volumi ci siamo sempre e solo fatti male, mentre nei mercati di nicchia male ne abbiamo sempre molto spesso fatto noi agli altri.

E se non sbaglio i 10 tours de France li ha vinti una piccola azienda di Treviso e non la Canyon o la Specialized.

I successi devono essere sempre tarati sulle partecipazioni... pure l'Italia ha vinto più medaglia d'oro nell'atletica che la Giamaica... il ragionamento non tiene.

Io ammetto di essere stato condizionato, però essendo passato per tre (grosse) aziende italiane e non, la fissa era una sola: le vendite. Tre settori diversi, tre filosofie diverse, eppure il motto è sempre: vendere vendere vendere. Tutti parlano di nicchia, ma nessuno ci vuole stare, ci sarà pure un motivo. Perchè la nicchia fa schifo rispetto ad essere grossi e poter mangiare in testa agli altri.
 

bradipus

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...
Per quanto riguarda il discorso estero, non lasciamoci prendere la mano: negli USA Colnago non è nè più nè meno che quello che può essere una Storck in Italia: ottimo prodotto, fascinoso e con estimatori raffinati, ma stringi stringi non fa numeri. E Colnago deve fare anche i numeri, mica in passato sono diventati grandi vendendo in provincia.

Per controprova, come detto, prendiamo una pagina a caso della sezione Road Cycling di Bikeforums e contiamo le Specy, contiamo le Trek, contiamo le Cannondale e contiamo le Colnago. Lo straniero apprezza il brand Colnago, e magari si fa anche i viaggi mentali mentre sfoglia le riviste. Di fatto non lo compra però. E i brand italiani hanno bisogno come il pane del mercato estero.
...

In poche parole, mi piacerebbe un Colnago che facesse un po' più a spallate in giro per il mondo, come Pinarello, che piaccia o no il brand, può essere una scuola per il resto degli italiani.

discorso in parte condivisibile, anche se poi in realtà, guardando sui forum stranieri, di Pine ne vedi ancora meno di Colnago.

il problema reale è che da noi le aziende non riescono ad associarsi, a crescere, a fare sistema: preferiscono rimanere ognuno 'padrone a casa propria', chiuso nella propria botteguccia o fabbrichetta, e cercare di sopravvivere, o di languire fino a spegenrsi, piuttosto che mettersi d'accordo con un 'concorrente'.

a tale scopo mi ricordo di un'episodio avvenuto diversi anni fa nella mia ex azienda: era stato proposto di fare una joint venture limitata ad una determinata attività, che ci avrebbe cosentito di diminuire significativamente alcuni costi, ma la proprietà decise di non farla perchè l'azienda 'socia' ci avrebbe guadagnato più di noi.

questo da noi purtroppo è una mentalità molto diffusa: cosa ci vorrebbe, ad esempio, avviare una partnership commerciale per avviare una rete distributiva comune nei paesi commercialmente più importanti, sotto un 'marchio Italia'?
 

Clodovico

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Non mi sembra che un Armani o un Prada si facciano mangiare in testa da tanta gente...

Come mi sembra invece che soprattutto i mercati orientali si tuffino nella esclusivita' e nel marchio.
 

gigadeath

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Non mi sembra che un Armani o un Prada si facciano mangiare in testa da tanta gente...

Come mi sembra invece che soprattutto i mercati orientali si tuffino nella esclusivita' e nel marchio.

Prada non lo so, Armani lassamo stà che ha dieci milioni di linee di prodotto, da quelle per indigenti a quelle per nababbi russi

http://it.wikipedia.org/wiki/Marchi_Armani

Armani Jeans per esempio è tutto tranne che esclusivo, è la linea per poveracci. M'hanno fatto 'na testa così all'uni su Armani :cry: Colnago con Armani, pur con tutte le debite proporzioni di fatturato e settore, non c'azzecca.
 

gigadeath

Cronoman
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Sono convinto che il concetto che volevo esprimere lo hai capito.

O dovevo fare l'esempio della Ferrari?

Capito, ma anche qua: le Colnago sono le Ferrari delle bici? Ma dove? Colnago non ha il vantaggio nè tecnologico, nè di status, nè di premium price che ha Ferrari sui propri competitor. Massimo massimo è una BMW, che deve fare a cornate con competitor massicci come Mercedes e Audi, al momento buscandole. Lo posizione di mercato "Ferrariana" può essere un obiettivo futuro, allo stato attuale delle cose ne hanno ancora da pedalare.

E, detto per inciso, se il Cav pensa che per raggiungere una posizione competitiva di stampo "Ferrariano" basti il carbonio a congiunzioni e mettere la bici sotto le chiappe di Voeckler, auguri vivissimi.
 

bradipus

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Ma economicamente la Colnago come e' messa?

dati trovati in rete:
Colnago ha un fatturato tra i 6 ed i 30 milioni
Pinarello sopra i 30 mio
evoluzione del fatturato da 2010 e 2012 simile:
Colnago + 22,76%
Pinarello + 20,78% (2009 - 2011)
risultato netto da 2010 a 2012:
Colnago - 2,51%
Pinarello - 18,94% (2009 - 11)
http://www.informazione-aziende.it/Azienda_COLNAGO-ERNESTO-E-C-S-R-L
http://www.informazione-aziende.it/Azienda_CICLI-PINARELLO-S-P-A

ps: per risultato netto si intende l'andamento tra i due anni considerati, non è la fotografia ad un dato anno.
i due risultati col segno meno vogliono dire che sono diminuiti gli utili (o aumentate le perdite), non che abbiano perso quattrini, questo non lo so.
 

gigadeath

Cronoman
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Ma economicamente la Colnago come e' messa?

Booooooohh. Comunque non ne facevo un discorso di puro fatturato, ma di sostenibilità a lungo termine. Non vorrei che Colnago diventasse invisibile tutto qua. Cioè, già io, che sto a 30km da Cambiago, e non in un paesino, devo fare 20km per trovare un rivenditore Colnago. Secondo me 'na svegliata se la devono dare.
 

utah

Maglia Amarillo
18 Dicembre 2006
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Pampas Lacustre.
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Booooooohh. Comunque non ne facevo un discorso di puro fatturato, ma di sostenibilità a lungo termine. Non vorrei che Colnago diventasse invisibile tutto qua. Cioè, già io, che sto a 30km da Cambiago, e non in un paesino, devo fare 20km per trovare un rivenditore Colnago. Secondo me 'na svegliata se la devono dare.

Non so quanto sia vera.., ma non me l'ha spifferata mia zia...

Colnago( 52% di Giant) Famiglia Colnago partecipazione del 2%;nonzo% Giant..