La decisione di mettere uno spessore sotto la tacchetta, "sfasare" le due tacchette, girare il sellino, etc. a mio parere non può mai essere presa a cuor leggero.
In realtà (non dico certo una cosa nuova) esistono due tipi di eterometrie, reali e apparenti. A tutt'oggi non esistono dati definitivi a riguardo delle percentuale delle eterometrie vere rispetto alle apparenti, c'è chi dice che sono relativamente frequenti, c'è chi dice che sono molto rare...
Il fatto è che si tratta di un qualcosa di assai difficile da quantificare strumentalmente. Un test con SRM è del tutto inadeguato a tal proposito, una differenza di spinta non significa certo una differenza di lunghezza degli arti! Esami come Rx, etc. pure vanno presi con le pinze, non danno certo la verità assoluta.
Occorre secondo me tanto buon senso.
In primo luogo occorre rispondere ad una domanda: c'è un evento (il più delle volte traumatico, leggi frattura), nella storia del ciclista, che può avere determinato un'effettivo allungamento di un arto? Se la risposta è sì, la possibilità di una eterometria vera è possibile.
Se la risposta è negativa, la probabilità di un'eterometria vera è molto più bassa, o meglio: è possibile che vi sia una lieve asimmetria CONGENITA tra le due parti del corpo, ma non tale da giustificare DI PER SE' lo squilibrio. Questo spiega perchè molti di quelli che hanno appurato di avere un'eterometria vera riescono a pedalare anche senza accorgimenti particolari.
Una seconda domanda può essere: la sensazione è sopraggiunta gradualmente nel tempo o il ciclista si è accorto della "asimmetria" alle sue prime pedalate, ovvero all'inizio della sua vita ciclistica?
Sinceramente credo che la maggior parte delle persone appartengano al primo gruppo, ovvero "scoprono" l'asimmetria mano a mano che usano sempre di più la bici da corsa. Questo fa propendere molto per un'eterometria funzionale.
In definitiva, secondo me, una spessorazione (o similari) va presa in considerazione solo in presenza di eventi acuti che hanno significativamente alterato la postura di un individuo che fino a quel momento non si era mai accorto di nulla; in questi casi per diagnosticare l'eterometria non servono esami sofisticati, è spesso abbastanza palese se si esamina l'individuo e si raccoglie la sua storia con attenzione!
In tutti gli altri casi (asimmetrie congenite ma lievi, rientranti nella normalità; asimmetrie puramente funzionali), secondo me gli spessori sono molto pericolosi! Il pericolo è quello di peggiorare la situazione e rendere sempre più difficile "raddrizzarsi".
Bisogna agire sugli schemi motori, che purtroppo sono radicati in noi più di quanto pensiamo.
Quali possono essere degli accorgimenti per venirne a capo?
Anzitutto è fondamentale la sella; sembra banale, ma imho questa è secondo me una delle cause più frequenti; la sella è troppo larga? troppo stretta? inclinata in avanti (nessuno mi toglierà dalla testa che la sella va in bolla!)? Quando ci sediamo sulla sella il bacino è centrale o "deborda da una parte"?
Secondo vanno evitate posizioni con arretramento eccessivo o altezza eccessiva della sella. Più la catene muscolari (soprattutto posteriori) sono "al limite", più è probabile che una perturbazione anche minima inneschi il circolo vizioso.
Terzo, dei plantari su misura (ovviamente il calco deve essere preso come Dio comanda!) possono aiutare, in quanto "forzano" il sistema a riequilibrarsi.
Quarto, occorre concentrarsi il più possibile (magari su un rullo) sulla pedalata, curando la posizione del bacino, della schiena, delle spalle, e facendo attenzione a che la spinta tra dx e sx sia uguale; a tal proposito meglio evitare regime di rotazione troppo elevati.
Quinto, un osteopata bravo puo' localizzare lo squilibrio muscolare e quindi indicare delgi esercizi appropriati a riequilibrare le catene (invece diffido da chi con una seduta "sblocca" qualcosa, che sia il bacino, il perone, etc.).
Infine, occorre armarsi di tanta, tanta pazienza. Il processo di "raddrizzamento" è lungo almeno quanto quello di "stortamento"!
Però un consiglio, spessorazioni varie vanno ponderate molto attentamente, in quanto la perturbazione sul sistema posturale è ENORME.
Tommaso
In realtà (non dico certo una cosa nuova) esistono due tipi di eterometrie, reali e apparenti. A tutt'oggi non esistono dati definitivi a riguardo delle percentuale delle eterometrie vere rispetto alle apparenti, c'è chi dice che sono relativamente frequenti, c'è chi dice che sono molto rare...
Il fatto è che si tratta di un qualcosa di assai difficile da quantificare strumentalmente. Un test con SRM è del tutto inadeguato a tal proposito, una differenza di spinta non significa certo una differenza di lunghezza degli arti! Esami come Rx, etc. pure vanno presi con le pinze, non danno certo la verità assoluta.
Occorre secondo me tanto buon senso.
In primo luogo occorre rispondere ad una domanda: c'è un evento (il più delle volte traumatico, leggi frattura), nella storia del ciclista, che può avere determinato un'effettivo allungamento di un arto? Se la risposta è sì, la possibilità di una eterometria vera è possibile.
Se la risposta è negativa, la probabilità di un'eterometria vera è molto più bassa, o meglio: è possibile che vi sia una lieve asimmetria CONGENITA tra le due parti del corpo, ma non tale da giustificare DI PER SE' lo squilibrio. Questo spiega perchè molti di quelli che hanno appurato di avere un'eterometria vera riescono a pedalare anche senza accorgimenti particolari.
Una seconda domanda può essere: la sensazione è sopraggiunta gradualmente nel tempo o il ciclista si è accorto della "asimmetria" alle sue prime pedalate, ovvero all'inizio della sua vita ciclistica?
Sinceramente credo che la maggior parte delle persone appartengano al primo gruppo, ovvero "scoprono" l'asimmetria mano a mano che usano sempre di più la bici da corsa. Questo fa propendere molto per un'eterometria funzionale.
In definitiva, secondo me, una spessorazione (o similari) va presa in considerazione solo in presenza di eventi acuti che hanno significativamente alterato la postura di un individuo che fino a quel momento non si era mai accorto di nulla; in questi casi per diagnosticare l'eterometria non servono esami sofisticati, è spesso abbastanza palese se si esamina l'individuo e si raccoglie la sua storia con attenzione!
In tutti gli altri casi (asimmetrie congenite ma lievi, rientranti nella normalità; asimmetrie puramente funzionali), secondo me gli spessori sono molto pericolosi! Il pericolo è quello di peggiorare la situazione e rendere sempre più difficile "raddrizzarsi".
Bisogna agire sugli schemi motori, che purtroppo sono radicati in noi più di quanto pensiamo.
Quali possono essere degli accorgimenti per venirne a capo?
Anzitutto è fondamentale la sella; sembra banale, ma imho questa è secondo me una delle cause più frequenti; la sella è troppo larga? troppo stretta? inclinata in avanti (nessuno mi toglierà dalla testa che la sella va in bolla!)? Quando ci sediamo sulla sella il bacino è centrale o "deborda da una parte"?
Secondo vanno evitate posizioni con arretramento eccessivo o altezza eccessiva della sella. Più la catene muscolari (soprattutto posteriori) sono "al limite", più è probabile che una perturbazione anche minima inneschi il circolo vizioso.
Terzo, dei plantari su misura (ovviamente il calco deve essere preso come Dio comanda!) possono aiutare, in quanto "forzano" il sistema a riequilibrarsi.
Quarto, occorre concentrarsi il più possibile (magari su un rullo) sulla pedalata, curando la posizione del bacino, della schiena, delle spalle, e facendo attenzione a che la spinta tra dx e sx sia uguale; a tal proposito meglio evitare regime di rotazione troppo elevati.
Quinto, un osteopata bravo puo' localizzare lo squilibrio muscolare e quindi indicare delgi esercizi appropriati a riequilibrare le catene (invece diffido da chi con una seduta "sblocca" qualcosa, che sia il bacino, il perone, etc.).
Infine, occorre armarsi di tanta, tanta pazienza. Il processo di "raddrizzamento" è lungo almeno quanto quello di "stortamento"!
Però un consiglio, spessorazioni varie vanno ponderate molto attentamente, in quanto la perturbazione sul sistema posturale è ENORME.
Tommaso