Gravelmania.
Come tanti, prima in America e ora in tutto il mondo sono stato contaggiato da questo trend Gravel: non vado veloce in bici e quindi il motivo per cui ne ho comprata una cosi e' quella di avere un mezzo versatile il piu possibile. L'avere un unica bici che permetta di fare quasi tutto.
In questo fenomeno c'e' molto hipsterismo, voglia di essere trasgressivi. Ma personalmente mi ha stancato. Prima guardavo i video-documentari di avventure su Youtube, o leggevo articoli su riviste e siti e trovavo la cosa molto interessante: paesaggi molto spesso migliori di quelli che si vedono sui percorsi in asfalto, utilizzare la bici come mezzo per arrivare in posti altrimenti inacessibili e il divertimento di guidare in fuoristrada.
Questa cosa e' sfuggita di mano a mio avviso. Ora e' come se chi crea contenuti ha finito le idee e quindi continuiamo a vedere:
- la tazza in metallo attaccata alla borsa sotosella e bere il caffe filtrato, perche fa figo, anche se si e' seduti davanti ad un bar.
- raccontare come sia il modo di andare in bici che si aveva quando si era bambini, dove si ha il senso di liberta
- barba lunga
-abbigliamento monocromatico
- in ogni percorso la scena del ruscellino e quindi passare in bici con le gomme dentro l'acqua
- birra sempre, in ogni angolo e ad ogni momento. Ma non birra qualunque, solo birra IPA.
Qualsiasi contenuto audio o video che tratta gravel so gia cosa mi aspetta, e non ne posso piu, quasi mi irrita.
Volevo conoscere i vostri parari e sapere se sono io ipersensibile oppure e' un sentimento condiviso.
Pienamente d'accordo.
Hai evocato uno scenario virtuale, quello dei video, delle pubblicità, dell'internet e delle riviste, io lo vedo anche troppo spesso dal vivo e quello che manca è proprio il concetto di libertà.
Vorrei citare altri due spunti per tenere viva la discussione, secondo me hai innescato un argomento molto interessante.
Le gravel race.
(Io sono partito da quelle) almeno cinque, sei anni fa, iscrizione libera, offerta libera, traccia tracciata con lo spray per terra e solo alcuni con il GPX, raggiungere i cento partecipanti significava entrare nella leggenda, niente pensieri, albe, alcuni con la GT Grade o la Slate, tutti gli altri con mtb, bici da corsa in acciaio, qualche ciclocross, panini con la mortadella, Beck's o Peroni. Adesso non esistono più: anche gli eventi gravel sono randonnée, Granfondo o raduni registrati e depositati (e adesso capisco quando un amico rifiutò il mio invito ad una corsa per la quale si pretendevano iscrizione e pagamento anticipato, lui disse: "Gravel is free!" e aveva ragione).
Le bici.
Rapporti sempre più corti, linee di catena da mtb, gomme sempre più larghe, se non giri tubeless sei un niubbo, cambi elettronici, 5 millimetri di reach, telescopici,
ruote da 1,4kg ma robuste come quelle da downhill, la gravel è in acciaio, …
È ovvio che, prima che il termine gravel entrasse nel ciclismo parlato italiano, a fare gravel c'erano solo quei pochi che si compravano la mountain bike e risiedevano al di sotto del livello del mare e allora giù come ossessi a pedalare a 30 all'ora sugli argini; poi si era in quattro gatti a guardare le gravel e pedalarle, ma c'erano pochi modelli, costosi e rinomati; ora gravel è sulla bocca e alla portata di tutti, dritto e rovescio della medaglia: è una bolla che è esplosa e bisogna fare i conti con il marketing che cavalca l'onda e con un enorme bacino di acquirenti, perché trova una soluzione comoda o per seguire una moda.
Ah, pensa che non partecipo più alle pedalate gravel perché ho assistito a:
- Signora nelle retrovie che urlava "RALLENTATEEE!" a dei perfetti sconosciuti che si facevano gli affari loro a 25km/h
- Uscite di più di due ore nel silenzio della campagna e pedalanti che ti riempiono di domande opprimenti su quanto smorza la tua forcella, se non ti infastidisce l'usura superiore del gruppo monocorona e osservazioni sulla tua bici che non è una vera gravel e cheppalleperò
- Trovarsi in mezzo a un gruppone con il quale non ho niente a che fare e nessuno che ceda il passo al campanello né alla richiesta esplicita (tutti graveleur ma prima di comprarsi la gravel non credo fossero mai andati in bici, tantomeno in gruppo).