Vero... però capita di doversi fermare con lo sport, per mille motivi: salute, lavoro, l'arrivo di un figlio, ecc.
La "drammaticità" della cosa, se cosi la vogliamo definire, sta nell'equilibrio e all'importanza che diamo alle cose. Conseguentemente, la domanda che sorge spontanea è: "riprendere sarà durissima per cosa?" per la fatica che dovrò sostenere dopo? per il fatto che andrò un pò meno del solito? che rischiano di venir meno certe ambizioni?
In tal senso provo a rispondere a chi ha aperto la discussione... il ciclismo, come tanti altri sport del resto, è durissimo di per sè e la fatica la fai tanto quanto vai ai 30 di media, quanto a 25. Fai fatica quando affronti una salita col 34/21, ma farai la stessa fatica anche col 34/25... poi è solo una questione di tempo, ma prima o poi ritornerai a farla col 21.
Ovvio che ognuno di noi vorrebbe essere sempre al meglio, però non funziona cosi per mille motivi. A volte penso all'equilibrio mentale che molti professionisti hanno quando devono affrontare uno stop per infortunio, magari nel momento migliore della loro carriera, quando potrebbero ottenere grandi soddisfazioni e si giocano la carriera, preparata con fatica tanti anni prima, e mi chiedo come riescano a tenere i nevi saldi e a ripartire... eppure ci riescono, perchè mettono in conto fin da subito che questo possa accadere.
Per noi comuni mortali, quello che facciamo in bici è occupare un pò di tempo libero perchè ci piace... io vivo come frustrazione il fatto di non poterlo fare, ad esempio perchè sono troppo preso dal lavoro o perchè piove.... perchè non lo posso fare, non perchè le mie prestazioni caleranno, anche perchè ho 46 anni e da qui in avanti sarà meglio che metta in conto che, per il resto della mia vita ciclistica, le mie prestazioni non potranno fare altro che calare, con o senza allenamento!