Non sono del tutto d’accordo. Avere un riferimento corretto dell’FTP permette di allenarsi nelle zone corrette ed evitare sovrallenamento ecc.
Inoltre permette di avere un’idea del proprio livello rispetto ad altri ciclisti.
Seguendo il tuo ragionamento una persona dovrebbe buttare il misuratore di potenza perché intanto è sufficiente un test cronometrato...in pratica vai, fai la salita a tutta e vedi su strava cosa hai fatto su quel segmento. Non mi sembra un gran modo scientifico di approcciare l’allenamento e di sfruttare l’uso del powermeter.
Piuttosto se uno non vuole approssimare e non vuole fare 1h di test inizia a misurare CP/W’.
Io avevo inteso rispondere a come misurare i propri miglioramenti nel tempo. Più che fare un calcolo, per forza di cose approssimativo, della propria FTP, e dividerlo per il peso attuale, per avere un numerino del tipo 3,8 o 4,1, una misura immediata del proprio stato di forma è un test di durata più o meno fissa, durante cui rilevare la potenza media.
Se invece si parla di impostare o ricalibrare le zone di allenamento, allora ai ragione, e avere una misura del proprio attuale valore di FTP (o altro valore notevole, ad esempio CP20 o CP8) è necessario.
Non volevo metterla sul tecnico (non lo sono), ma anzi semplificare e razionalizzare, visto che chi sta ponendo le questioni è con tutta evidenza in cerca di idee su come misurare i propri miglioramenti.
Comunque mi pare che i numeri siano un bel po' ottimistici. Sappiamo da fonti certe che il valore 3,9-4 W/kg, inteso con watt a FTP, è già elevato ed è una barriera invalicabile per la grande maggioranza degli amatori. Invece si ipotizza di arrivare ad un rapporto 5, che è realistico solo per un atleta vero, un U23 o simili. Significa tenere 350 watt per un'ora se si pesa 70 kg, cioè un livello inimmaginabile se non per meno dell'1% degli amatori.