..... Il viaggio in andata:
Arriva il giorno della partenza: 18 agosto, ci si ritrova tutti al Deportivo di Algete , qualche decina di Km a nord di Madrid. l giorno prima abbiamo esplicato le pratiche burocratiche ed il controllo delle biciclette, tutto è pronto.
Si integrano anticipatamente le forze, si pranza e si cena, insomma, al locale adiacente il complesso sportivo , per altro fornito di splendida piscina molto invitante !! ... ma non c’è tempo .
Alle 21 raduno generale, quasi a metterci già alla prova, il vento che per tutto il giorno era stato presente ed anche in modo sostenuto, cessa improvvisamente lasciandoci in balia del caldo all’interno del cortile del centro sportivo. Manca un’ora alla partenza e si soffoca , so che appena inizieremo a pedalare si starà molto meglio ma quest’ora sembra non passare mai; qualche foto per immortalare il momento della partenza, gli italiani si chiamano al raduno, ma chissà dove sono tutti, cercarci tutti è un’impresa titanica !! Alla fine scattiamo qualche foto tra noi presenti perchè è ormai partita la timbratura del foglio di viaggio per i primi della fila. Il gruppo degli Italiani è praticamente tutto compreso nel secondo blocco che partirà una quindicina di minuti dopo le 22 .
Eccoci in linea :afraid: , davanti le moto della Policia locale e del motoclub delle Asturie che ci accompagnerà per i primissimi Km all’uscita del centro abitato di Algete .
Si và !! io e la mia Maga Merlina, vestita da sera , coi nostri bagagli, elegantissima, davanti a noi il lungo nastro nero appena illuminato dal fascio dei nostri faretti e tanta voglia di mangiar chilometri.
Finalmente il fresco, l’euforia della gente del luogo al vederci transitare si manifesta in grida di incitamento, applausi, i ragazzini in parte ci rincorrono, del resto già qui la bici è un elemento pressoché sconosciuto , vederne tante insieme ad un’orario insolito piene di luci come fossero astronavi, è un’evento che raramente si ripete. Tutto ciò fino alle porte del paese, oltre, il buio ed il silenzio più completo .
C’è il primo controllo ad Atienza, poco più di un centinaio di Km, cento Km cosa vuoi che siano, meno del mio solito giretto del sabato mattina, qui poi siamo in tanti e ci metteremo un attimo a raggiungere il primo controllo ... poi quando saremo arrivati sarà come ripartire per un altro giretto , così la teoria del randagio, così devi pensare per “alleggerire” il tuo viaggio con tanti piccoli viaggi ognuno con le sue storie e le sue bellezze .
Inizia l’interminabile serie di salite e discese, e c’è già qualcuno che ci da dentro sui pedali !! Viaggiamo insieme io e Graziano, un viaggio in autosufficienza, non abbiamo trovato nessuno che avesse buona volontà , leggasi sadomasochismo , di condurre un mezzo al nostro seguito.
Primo timbro, rabbocchiamo le borracce, siamo metà di mille dentro al bar ristorante , c’è da lottare per farsi sentire dalla signora che, poveretta, mal si districa dalle voci di questi energumeni affamati e assetati nel pieno della notte , l’orologio segna infatti l’una passata da poco .
Ripartiamo , al secondo controllo ci sono pochi chilometri, giusto una sessantina, ma di mezzo c’è la salita alla Sierra della Pela, cima coppi del percorso, con i suoi 1406 metri . Graziano, differente da me per modo di intraprendere i tratti impegnativi, guadagna terreno. Io invece sono più tranquillo in questo, non ho la forza di spingere a fondo e cerco sempre, fin dall’inizio dell’ascesa, l’agilità e la regolarità per provare ad incrementare leggermente verso la fine e rilanciare a tutta nella discesa .
Intanto sopra di noi un presepe immenso di lucine, un tappeto di lumini rossi e un ronzio di sottofondo nel silenzio della notte: sono i generatori eolici di cui il crinale è costellato, moderni mulini a vento discendenti da quelli che un tempo furono l’ossessione di Don Chisciotte della Mancia . La discesa riserva una bella sorpresa, di cui gli organizzatori ci avevano messo in guardia : il lungo tratto a scendere è costellato da una serie infinita di buche, difficili da scorgere, è buio totale ed i faretti, pur buoni, fanno quello che possono . Non c’è verso di schivarle, sono talmente tante che è un susseguirsi di rimbalzi e sollecitazioni , per noi e per le biciclette , il primo pensiero è quello di non forare, il secondo è quello di non perdere nulla per strada . La discesa mi sfianca, mi innervosisce e quando sembra che questo percorso di guerra sia finito, una curva secca a sinistra introduce alle case di Ayllon e finisce su un tratto di pavè che non ha invidia di quello della Roubaix !! Bilancio il peso sui pedali, lascio andare la bici sperando che il tratto sia breve ma mi parte la borraccia senza che me ne accorga; per fortuna dietro a me c’è Graziano , se ne accorge e fa raccolta della mia semina , altrimenti sarei giunto al controllo con l’amara sorpresa ! :hahaha:
Anche qui grande ressa , siamo in tanti ancora , ma le operazioni vanno più spedite; prima timbrare, poi rifornirsi e rabboccare i liquidi ed infine sistemarsi per il tratto successivo dando uno sguardo alle caratteristiche della tappa . Non ho ancora quella gran fame così mi arrangio con alcune barrette e faccio il pieno d’acqua. Ci rimettiamo in cammino verso Tortoles . Con noi un gruppo di Spagnoli, percorriamo lunghi tratti tra un paese e l’altro nella piena oscurità, finchè gli “indigeni” accelerano il passo; Noi che siamo ben più carichi, con i nostri bauletti di sopravvivenza, teniamo un’andatura più tranquilla ed intanto si fanno scommesse su che lato sorgerà il sole avendo perso ormai il senso dell’orientamento. La luce arriva poco prima di raggiungere il terzo controllo , a Tortoles de Esgueva, adesso sì che ho una fame boia e all’interno del bar dove è posto il controllo-ristoro c’è ogni ben di Dio, tutto gratis, bibite e parte.
Inizia così la prima giornata, curiosi ed al tempo stesso un po’ timorosi su come sarà possibile superare le ore di sole più intenso di cui abbiamo avuto assaggio nei giorni precedenti la partenza. Ci fa ben sperare il fatto che stiamo andando a nord e siamo già a quasi trecento Km da Madrid, se il meteo non inganna si và verso temperature decisamente più sopportabili. Intanto ci si spoglia del surplus notturno: via le fasce, via i manicotti, mi cambio gli occhiali seppur mi ero portato i fotocromatici ma con questo sole Spagnolo mi sono premunito di un paio con lenti a specchio per il giorno. Uno sguardo alla tappa a venire e un calcolo approssimato del tempo che impiegheremo , dovremmo essere a Fròmista intorno alla mezza , semmai il caldo dovesse essere insopportabile potremmo attendere qualche ora al punto sosta . Risaliti in sella affrontiamo una serie di altipiani: l’Alto de Tortoles e l’Alto de Hornillos caratterizzati la lunghissimi tratti di strada perfettamente dritta , km e km senza mai incontrare una curva, nell’aria via via più calda del mattino. A farci compagnia un gruppo di Spagnoli, li lasciamo avanzare e fermiamo le nostre pedivelle per una sosta “tecnica” : bello dirlo, diverso farlo ! Non c’è nemmeno l’ombra di un albero, cespuglio, muretto o paletto che sia, insomma se bisogna “farla” la si deve fare ai quattro venti ! Suscitiamo l’invidia del gruppetto degli Spagnoli che poco più avanti ci copiano !! Dopo aver reso meno arida la zona quasi desertica riprendiamo la marcia e passiamo questo lunghissimo altopiano per raggiungere un bellissimo borgo :Torquemada. Mancano pochi Km al quarto controllo, quello di Fròmista, e vi giungiamo poco prima di mezzogiorno. Nell’ora più calda un po’ di melone fresco fa proprio al caso. Ma chi “mastica” di randonnèe sa benissimo che caldo o non caldo non basta certo il sollievo di un fresco cocomero, ci vuol sostanza, altrimenti il motore va va vuma !!! Ho una fame maiala !!!! i viveri che troviamo al rifornimento di Fròmista sono eccezionali , o forse sono io che mangerei anche i copertoncini : insalata di pasta con verdure e chorizos, torte salate , gli immancabili boccadillos (panini farciti) , alcuni dolci e frutta fresca. Mangerei tutto , la fame è tanta, grazie al cielo, è sempre la mia fortuna: non appena mi metto in sella divento un inceneritore a ciclo continuo e questo devo dire che mi salva spesso dalle crisi . Graziano è più morigerato; io son sempre preoccupato perché mi pare di vederlo mangiare poco, forse sono io che esagero, ma fatto stà che stò sempre a tormentarlo ed a raccomandarmi di mangiare, mangiare, anche quando la fame è poca .
Stiamo abbastanza bene, il caldo è tanto ma abbiamo la sensazione che sia meno intenso di Madrid e quando ripartiamo da Fròmista il sole è a picco , ci sono 38 gradi ; ci attende (ancor non lo sappiamo) uno dei tratti più tremendi del percorso. Siccome sento di avere ancora un buchino da colmare dopo l’abbuffata al posto di controllo, propongo a Graziano di spararci un bel gelatazzo al bar del paese , poco prima del lungo tratto che ci porterà verso Guardo . Lungo questo percorso affianchiamo il sentiero dei pellegrini perennemente in marcia verso Santiago, chi a piedi, chi in bici e , mi hanno poi detto, anche a cavallo, marciano lungo il sentiero, ne salutiamo a decine. Scene davvero incredibili, se noi facciamo fatica, beh… questi non sono certo da meno !! Ci raggiunge un gruppetto, in maggioranza Spagnoli, e ci danno una mano a tenere una buona andatura, visto che ora si è levato un bel venticello contrario ; dopo una ventina di Km però siamo belli cotti, in uno dei rari paesi che incrociamo il bar diventa una visione celestiale !!! Piede a terra, Coca Cola e hielo (ghiaccio) in abbondanza !! Il ghiaccio che avanza serve a Graziano per massaggiare il ginocchio che nel frattempo iniziava a tormentarlo ottenendo un benefico effetto. Quatti quatti lasciamo il gruppetto e ci incamminiamo , tanto a breve saremmo stati ripresi dagli “indigeni” !! Invece rimaniamo soli sull’altipiano verso Guardo, dritto, infinito, per quasi 60, dicasi, S E S S A N T A Km di linea d’asfalto dritta come un righello , non un paese, non un distributore, non un albero (ma almeno pipì l’abbiamo già fatta) niente di niente, solo terreno brullo e arido e qualche camiones che transita, lanciato a tutta velocità che tanto qui mica esistono gli autovelox, al massimo se uno finisce fuoristrada ha tutte le vie di fuga che vuole !!
Quando arriviamo nei pressi di Guardo e la strada accenna ad una semicurva è una FESTA !!! Gli occhi si rianimano, il cervello si rimette in moto, solo per qualche istante perché fa seguito un altro bel drittone a perdita d’occhio .
Finalmente arriviamo alla breve discesa che in pochi Km porta a Guardo, la prima fontana è nostra !!! Mancano poco più di venti Km a Cistierna ma constatiamo, nostro malgrado, che sono caratterizzati da una serie infinita di saliscendi lungo le colline aride, se saliamo di cinquanta metri ne perdiamo quaranta poco più avanti, inutile affidarsi alle indicazioni altimetriche del road-book. Il caldo soffoca, le borracce si scaldano immediatamente ma almeno l’acqua va benissimo per bagnarsi il capo continuamente , è piacevole sentirsela colare addosso , il vento ne rende ancora più piacevole l’effetto . Ci accorgiamo che una cosa è talmente differente dal pedalare a casa nostra: non sudiamo ! o meglio, il sudore evapora immediatamente e gli indumenti rimangono assolutamente asciutti ,nonostante il continuo innaffiamento che mi faccio con la borraccia ! Di contro, purtroppo, le mucose seccano in modo incredibile, il naso e la bocca sono sempre asciutti, secchi, rimanere senz’acqua significa avere un calo drastico delle forze . Infiniti questi venti e passa Km, tengo d’occhio il contachilometri ma perdo spesso il conto, mi regolo con i cartelli sulla strada, ma poi lo riperdo, la mente è talmente occupata a scrutare i passaggi attraverso le colline, rapita dall’inconsueto, spaventoso e al tempo stesso affascinante ambiente che pare i km non passino mai. Poi finalmente vediamo il cartello di Cistierna , sono passate le 17 e fa ancora assai caldo. Nel cortile del centro sportivo comunale ci rilassiamo, mangiamo , io manco a dirlo mi avvento sul cibo, mangio di gusto, sono quasi meravigliato da questo, e so che più riesco a mangiare con gusto e meglio starò :asd2:. Comincia a balenarmi l’idea che potrebbe essere possibile raggiungere Gijon nella notte, da qui sono poco meno di 200 Km , e accenno qualche idea di pianificazione a Graziano, temendo di innervosirlo, lo so a volte esagero, è solo che ho una gran resistenza al sonno e l’idea di raggiungere il giro di boa nella tarda notte, riposare qualche ora e riprendere al mattino del nuovo giorno come se iniziassimo un nuovo viaggio mi stimola. Devo però considerare che se vogliamo unire le forze per aiutarci a vicenda , bisogna mediare le necessità personali di entrambi, così lascio che la mia sia solo una probabile possibilità, si vedrà la situazione al prossimo controllo . Graziano, come sempre molto rispettoso ed educato, rimane nella sua sobrietà e non accenna risposta, ma mi avesse mandato a quel paese ne avrebbe avuto ben donde !!
Quando riprendiamo la marcia dopo circa un’oretta e mezza, lasciando Cistierna, la strada assume ben altre sembianze : il paesaggio diviene di colpo alpino. Costeggiamo il fiume mentre in leggerissima pendenza ci portiamo verso l’Alto de la Remolina, ora l’aria è ben più fresca, così differente da pochi Km prima, raggiungiamo una serie di bacini artificiali davvero molto suggestivi . Siamo nella regione della Castilla Y Leon e ci dirigiamo verso le Asturie .
... continua .....
Arriva il giorno della partenza: 18 agosto, ci si ritrova tutti al Deportivo di Algete , qualche decina di Km a nord di Madrid. l giorno prima abbiamo esplicato le pratiche burocratiche ed il controllo delle biciclette, tutto è pronto.
Si integrano anticipatamente le forze, si pranza e si cena, insomma, al locale adiacente il complesso sportivo , per altro fornito di splendida piscina molto invitante !! ... ma non c’è tempo .
Alle 21 raduno generale, quasi a metterci già alla prova, il vento che per tutto il giorno era stato presente ed anche in modo sostenuto, cessa improvvisamente lasciandoci in balia del caldo all’interno del cortile del centro sportivo. Manca un’ora alla partenza e si soffoca , so che appena inizieremo a pedalare si starà molto meglio ma quest’ora sembra non passare mai; qualche foto per immortalare il momento della partenza, gli italiani si chiamano al raduno, ma chissà dove sono tutti, cercarci tutti è un’impresa titanica !! Alla fine scattiamo qualche foto tra noi presenti perchè è ormai partita la timbratura del foglio di viaggio per i primi della fila. Il gruppo degli Italiani è praticamente tutto compreso nel secondo blocco che partirà una quindicina di minuti dopo le 22 .
Eccoci in linea :afraid: , davanti le moto della Policia locale e del motoclub delle Asturie che ci accompagnerà per i primissimi Km all’uscita del centro abitato di Algete .
Si và !! io e la mia Maga Merlina, vestita da sera , coi nostri bagagli, elegantissima, davanti a noi il lungo nastro nero appena illuminato dal fascio dei nostri faretti e tanta voglia di mangiar chilometri.
Finalmente il fresco, l’euforia della gente del luogo al vederci transitare si manifesta in grida di incitamento, applausi, i ragazzini in parte ci rincorrono, del resto già qui la bici è un elemento pressoché sconosciuto , vederne tante insieme ad un’orario insolito piene di luci come fossero astronavi, è un’evento che raramente si ripete. Tutto ciò fino alle porte del paese, oltre, il buio ed il silenzio più completo .
C’è il primo controllo ad Atienza, poco più di un centinaio di Km, cento Km cosa vuoi che siano, meno del mio solito giretto del sabato mattina, qui poi siamo in tanti e ci metteremo un attimo a raggiungere il primo controllo ... poi quando saremo arrivati sarà come ripartire per un altro giretto , così la teoria del randagio, così devi pensare per “alleggerire” il tuo viaggio con tanti piccoli viaggi ognuno con le sue storie e le sue bellezze .
Inizia l’interminabile serie di salite e discese, e c’è già qualcuno che ci da dentro sui pedali !! Viaggiamo insieme io e Graziano, un viaggio in autosufficienza, non abbiamo trovato nessuno che avesse buona volontà , leggasi sadomasochismo , di condurre un mezzo al nostro seguito.
Primo timbro, rabbocchiamo le borracce, siamo metà di mille dentro al bar ristorante , c’è da lottare per farsi sentire dalla signora che, poveretta, mal si districa dalle voci di questi energumeni affamati e assetati nel pieno della notte , l’orologio segna infatti l’una passata da poco .
Ripartiamo , al secondo controllo ci sono pochi chilometri, giusto una sessantina, ma di mezzo c’è la salita alla Sierra della Pela, cima coppi del percorso, con i suoi 1406 metri . Graziano, differente da me per modo di intraprendere i tratti impegnativi, guadagna terreno. Io invece sono più tranquillo in questo, non ho la forza di spingere a fondo e cerco sempre, fin dall’inizio dell’ascesa, l’agilità e la regolarità per provare ad incrementare leggermente verso la fine e rilanciare a tutta nella discesa .
Intanto sopra di noi un presepe immenso di lucine, un tappeto di lumini rossi e un ronzio di sottofondo nel silenzio della notte: sono i generatori eolici di cui il crinale è costellato, moderni mulini a vento discendenti da quelli che un tempo furono l’ossessione di Don Chisciotte della Mancia . La discesa riserva una bella sorpresa, di cui gli organizzatori ci avevano messo in guardia : il lungo tratto a scendere è costellato da una serie infinita di buche, difficili da scorgere, è buio totale ed i faretti, pur buoni, fanno quello che possono . Non c’è verso di schivarle, sono talmente tante che è un susseguirsi di rimbalzi e sollecitazioni , per noi e per le biciclette , il primo pensiero è quello di non forare, il secondo è quello di non perdere nulla per strada . La discesa mi sfianca, mi innervosisce e quando sembra che questo percorso di guerra sia finito, una curva secca a sinistra introduce alle case di Ayllon e finisce su un tratto di pavè che non ha invidia di quello della Roubaix !! Bilancio il peso sui pedali, lascio andare la bici sperando che il tratto sia breve ma mi parte la borraccia senza che me ne accorga; per fortuna dietro a me c’è Graziano , se ne accorge e fa raccolta della mia semina , altrimenti sarei giunto al controllo con l’amara sorpresa ! :hahaha:
Anche qui grande ressa , siamo in tanti ancora , ma le operazioni vanno più spedite; prima timbrare, poi rifornirsi e rabboccare i liquidi ed infine sistemarsi per il tratto successivo dando uno sguardo alle caratteristiche della tappa . Non ho ancora quella gran fame così mi arrangio con alcune barrette e faccio il pieno d’acqua. Ci rimettiamo in cammino verso Tortoles . Con noi un gruppo di Spagnoli, percorriamo lunghi tratti tra un paese e l’altro nella piena oscurità, finchè gli “indigeni” accelerano il passo; Noi che siamo ben più carichi, con i nostri bauletti di sopravvivenza, teniamo un’andatura più tranquilla ed intanto si fanno scommesse su che lato sorgerà il sole avendo perso ormai il senso dell’orientamento. La luce arriva poco prima di raggiungere il terzo controllo , a Tortoles de Esgueva, adesso sì che ho una fame boia e all’interno del bar dove è posto il controllo-ristoro c’è ogni ben di Dio, tutto gratis, bibite e parte.
Inizia così la prima giornata, curiosi ed al tempo stesso un po’ timorosi su come sarà possibile superare le ore di sole più intenso di cui abbiamo avuto assaggio nei giorni precedenti la partenza. Ci fa ben sperare il fatto che stiamo andando a nord e siamo già a quasi trecento Km da Madrid, se il meteo non inganna si và verso temperature decisamente più sopportabili. Intanto ci si spoglia del surplus notturno: via le fasce, via i manicotti, mi cambio gli occhiali seppur mi ero portato i fotocromatici ma con questo sole Spagnolo mi sono premunito di un paio con lenti a specchio per il giorno. Uno sguardo alla tappa a venire e un calcolo approssimato del tempo che impiegheremo , dovremmo essere a Fròmista intorno alla mezza , semmai il caldo dovesse essere insopportabile potremmo attendere qualche ora al punto sosta . Risaliti in sella affrontiamo una serie di altipiani: l’Alto de Tortoles e l’Alto de Hornillos caratterizzati la lunghissimi tratti di strada perfettamente dritta , km e km senza mai incontrare una curva, nell’aria via via più calda del mattino. A farci compagnia un gruppo di Spagnoli, li lasciamo avanzare e fermiamo le nostre pedivelle per una sosta “tecnica” : bello dirlo, diverso farlo ! Non c’è nemmeno l’ombra di un albero, cespuglio, muretto o paletto che sia, insomma se bisogna “farla” la si deve fare ai quattro venti ! Suscitiamo l’invidia del gruppetto degli Spagnoli che poco più avanti ci copiano !! Dopo aver reso meno arida la zona quasi desertica riprendiamo la marcia e passiamo questo lunghissimo altopiano per raggiungere un bellissimo borgo :Torquemada. Mancano pochi Km al quarto controllo, quello di Fròmista, e vi giungiamo poco prima di mezzogiorno. Nell’ora più calda un po’ di melone fresco fa proprio al caso. Ma chi “mastica” di randonnèe sa benissimo che caldo o non caldo non basta certo il sollievo di un fresco cocomero, ci vuol sostanza, altrimenti il motore va va vuma !!! Ho una fame maiala !!!! i viveri che troviamo al rifornimento di Fròmista sono eccezionali , o forse sono io che mangerei anche i copertoncini : insalata di pasta con verdure e chorizos, torte salate , gli immancabili boccadillos (panini farciti) , alcuni dolci e frutta fresca. Mangerei tutto , la fame è tanta, grazie al cielo, è sempre la mia fortuna: non appena mi metto in sella divento un inceneritore a ciclo continuo e questo devo dire che mi salva spesso dalle crisi . Graziano è più morigerato; io son sempre preoccupato perché mi pare di vederlo mangiare poco, forse sono io che esagero, ma fatto stà che stò sempre a tormentarlo ed a raccomandarmi di mangiare, mangiare, anche quando la fame è poca .
Stiamo abbastanza bene, il caldo è tanto ma abbiamo la sensazione che sia meno intenso di Madrid e quando ripartiamo da Fròmista il sole è a picco , ci sono 38 gradi ; ci attende (ancor non lo sappiamo) uno dei tratti più tremendi del percorso. Siccome sento di avere ancora un buchino da colmare dopo l’abbuffata al posto di controllo, propongo a Graziano di spararci un bel gelatazzo al bar del paese , poco prima del lungo tratto che ci porterà verso Guardo . Lungo questo percorso affianchiamo il sentiero dei pellegrini perennemente in marcia verso Santiago, chi a piedi, chi in bici e , mi hanno poi detto, anche a cavallo, marciano lungo il sentiero, ne salutiamo a decine. Scene davvero incredibili, se noi facciamo fatica, beh… questi non sono certo da meno !! Ci raggiunge un gruppetto, in maggioranza Spagnoli, e ci danno una mano a tenere una buona andatura, visto che ora si è levato un bel venticello contrario ; dopo una ventina di Km però siamo belli cotti, in uno dei rari paesi che incrociamo il bar diventa una visione celestiale !!! Piede a terra, Coca Cola e hielo (ghiaccio) in abbondanza !! Il ghiaccio che avanza serve a Graziano per massaggiare il ginocchio che nel frattempo iniziava a tormentarlo ottenendo un benefico effetto. Quatti quatti lasciamo il gruppetto e ci incamminiamo , tanto a breve saremmo stati ripresi dagli “indigeni” !! Invece rimaniamo soli sull’altipiano verso Guardo, dritto, infinito, per quasi 60, dicasi, S E S S A N T A Km di linea d’asfalto dritta come un righello , non un paese, non un distributore, non un albero (ma almeno pipì l’abbiamo già fatta) niente di niente, solo terreno brullo e arido e qualche camiones che transita, lanciato a tutta velocità che tanto qui mica esistono gli autovelox, al massimo se uno finisce fuoristrada ha tutte le vie di fuga che vuole !!
Quando arriviamo nei pressi di Guardo e la strada accenna ad una semicurva è una FESTA !!! Gli occhi si rianimano, il cervello si rimette in moto, solo per qualche istante perché fa seguito un altro bel drittone a perdita d’occhio .
Finalmente arriviamo alla breve discesa che in pochi Km porta a Guardo, la prima fontana è nostra !!! Mancano poco più di venti Km a Cistierna ma constatiamo, nostro malgrado, che sono caratterizzati da una serie infinita di saliscendi lungo le colline aride, se saliamo di cinquanta metri ne perdiamo quaranta poco più avanti, inutile affidarsi alle indicazioni altimetriche del road-book. Il caldo soffoca, le borracce si scaldano immediatamente ma almeno l’acqua va benissimo per bagnarsi il capo continuamente , è piacevole sentirsela colare addosso , il vento ne rende ancora più piacevole l’effetto . Ci accorgiamo che una cosa è talmente differente dal pedalare a casa nostra: non sudiamo ! o meglio, il sudore evapora immediatamente e gli indumenti rimangono assolutamente asciutti ,nonostante il continuo innaffiamento che mi faccio con la borraccia ! Di contro, purtroppo, le mucose seccano in modo incredibile, il naso e la bocca sono sempre asciutti, secchi, rimanere senz’acqua significa avere un calo drastico delle forze . Infiniti questi venti e passa Km, tengo d’occhio il contachilometri ma perdo spesso il conto, mi regolo con i cartelli sulla strada, ma poi lo riperdo, la mente è talmente occupata a scrutare i passaggi attraverso le colline, rapita dall’inconsueto, spaventoso e al tempo stesso affascinante ambiente che pare i km non passino mai. Poi finalmente vediamo il cartello di Cistierna , sono passate le 17 e fa ancora assai caldo. Nel cortile del centro sportivo comunale ci rilassiamo, mangiamo , io manco a dirlo mi avvento sul cibo, mangio di gusto, sono quasi meravigliato da questo, e so che più riesco a mangiare con gusto e meglio starò :asd2:. Comincia a balenarmi l’idea che potrebbe essere possibile raggiungere Gijon nella notte, da qui sono poco meno di 200 Km , e accenno qualche idea di pianificazione a Graziano, temendo di innervosirlo, lo so a volte esagero, è solo che ho una gran resistenza al sonno e l’idea di raggiungere il giro di boa nella tarda notte, riposare qualche ora e riprendere al mattino del nuovo giorno come se iniziassimo un nuovo viaggio mi stimola. Devo però considerare che se vogliamo unire le forze per aiutarci a vicenda , bisogna mediare le necessità personali di entrambi, così lascio che la mia sia solo una probabile possibilità, si vedrà la situazione al prossimo controllo . Graziano, come sempre molto rispettoso ed educato, rimane nella sua sobrietà e non accenna risposta, ma mi avesse mandato a quel paese ne avrebbe avuto ben donde !!
Quando riprendiamo la marcia dopo circa un’oretta e mezza, lasciando Cistierna, la strada assume ben altre sembianze : il paesaggio diviene di colpo alpino. Costeggiamo il fiume mentre in leggerissima pendenza ci portiamo verso l’Alto de la Remolina, ora l’aria è ben più fresca, così differente da pochi Km prima, raggiungiamo una serie di bacini artificiali davvero molto suggestivi . Siamo nella regione della Castilla Y Leon e ci dirigiamo verso le Asturie .
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