Miguel Indurain: "nel ciclismo di oggi conta solo vincere"

Ser pecora

Diretur
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Sicuramente girano più quattrini, e questo avvantaggia tutto il movimento, gregari compresi.

"Sicuramente" non saprei. Dipende dove. Che oggi in Italia girino più quattrini che ai tempi di Pantani non credo proprio. In Uk oggi sicuramente più che in qualunque passato. Negli Usa di certo meno oggi che ai tempi di Armstrong, etc.etc...

Comunque la mia impressione è che sia vero che oggi ci sia meno considerazione per i piazzamenti e più attenzione solo per le vittorie (del momento, con pincopallino che diventa un fenomeno dall'oggi al domani e torna nel niente tempo zero).

Che poi oggi ci sia più professionalità è sicuro, e meno male, ma proprio per questo il divario di guadagni tra la il capitano di turno ed il gregario si è probabilmente ampliato nel tempo, perché il gregario di una volta era veramente spesso di diversa "professionalità", nel complesso. Mentre oggi no. E spesso come prestazioni "nude" sono molto vicini.
 

j-axl

Passista
29 Maggio 2013
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ce l'ho
..

Comunque mi pare che non si colga che la lamentela è rispetto la poca considerazione per i piazzamenti ;nonzo%
La poca considerazione per i piazzamenti da parte di chi?
Del pubblico appassionato? Embè, chissene... Delle squadre? Non penso, sarebbe come dire che di ciclismo non si capisce Na mazza... Degli sponsor? Non penso, penso che a loro interessi la visibilità, a mo' di Androni, pronti via in fuga.... Per magari non arrivare.
 

j-axl

Passista
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ce l'ho
...embé, smettiamo di commentare allora...tanto...:roll:
Dai Ser che hai capito benissimo ciò che intendevo.
Se le società, gli sponsor, ecc...dovessero ascoltare il pubblico starebbero belli freschi.
Ma poi, in questo caso, ai tempi di Indurain i vari gregari o chi si piazzava veniva considerato molto di più di ora dagli appassionati?
Non mi pare di ricordare fosse così.
Io sento parlare sempre e solo di vincenti, gli altri chi erano? Non lo ricordo.
 

dinute

Maglia Gialla
13 Maggio 2009
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Lui non correva solo il Tour. Ha fatto due doppiette col Giro e ben figurato anche a diversi mondiali dove ha fatto due argenti e un bronzo in linea oltre ad un oro a cronometro. Ha corso 7 Sanremo, mai con grandi risultati e 4 Liegi. E correva tantissime corse a tappe minori durante tutto l'anno oltre a 8 volte la Vuelta.
Rispetto ai colleghi di allora molto meno, non dimenticare che i mondiali allora erano a fine agosto. Anzi lui è stato il corridore che per primo ha dato il via alla specializzazione che poi è diventata prassi con Ulrich e Armstrong. Specializzazione che non l'intendo in senso negativa ma Bugno e Chiappucci, i suoi primi grossi avversari, correvano come sempre si era fatto, da febbraio a ottobre, chiudendo il Lombardia sulle ginocchia.
 

bradipus

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qualunquemente
"Sicuramente" non saprei. Dipende dove. Che oggi in Italia girino più quattrini che ai tempi di Pantani non credo proprio. In Uk oggi sicuramente più che in qualunque passato. Negli Usa di certo meno oggi che ai tempi di Armstrong, etc.etc...

Comunque la mia impressione è che sia vero che oggi ci sia meno considerazione per i piazzamenti e più attenzione solo per le vittorie (del momento, con pincopallino che diventa un fenomeno dall'oggi al domani e torna nel niente tempo zero).

Che poi oggi ci sia più professionalità è sicuro, e meno male, ma proprio per questo il divario di guadagni tra la il capitano di turno ed il gregario si è probabilmente ampliato nel tempo, perché il gregario di una volta era veramente spesso di diversa "professionalità", nel complesso. Mentre oggi no. E spesso come prestazioni "nude" sono molto vicini.
La mia considerazione riguardava l'intero movimento, non le singole nazioni, non penso che nel complesso girino meno quattrini (in termini relativi).
Non vorrei sbagliarmi, ma mi pare di aver letto qualche anno fa che Daniel Oss prendesse dalla Bora uno stipendio intorno ai 400k euro l'anno; non credo che Podenzana o Fontanelli arrivassero a percepire importi del genere (rapportati all'epoca, ovviamente).

Poi, come detto, dipende da chi la esprime la considerazione, e proprio per questo è difficile generalizzare; anche perché sovente la considerazione è viziata dal tifo. Poi, io sono uno che riusciva ad emozionarsi per Coppolillo (o per un settimo posto di Orts Lloret ad Hulst), pensa te...
 
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ildiavolorosso

Novellino
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ridley noah + cannondale six13 + carrera1993
Chi si ricorda il primo Tour di Indurain? dopo la decima tappa è stato fatto ritirare, e tanti fino ad allora erano gestiti in questo modo per poi vincerne di GT. Ora se non fai una top5 prima dei 25 anni torni nelle professional o diventi gregario più o meno pagato.. e se Remco fosse stato gestito come Indurain avrebbe avuto i problemi e i dubbi che si è trascinato fino alla vuelta 2022?
 

Shadowplay

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Olmo Link Pro
Leggendo l'articolo - seguendo molto lo sci alpino - mi viene spontaneo il paragone con quello che è successo a Mikaela Shiffrin alle scorse Olimpiadi di Pechino.
Nel momento in cui si arriva a mettere in discussione e criticare ferocemente una atleta, paragonabile solo al Cannibale in ambito ciclistico, in una stagione in cui ha comunque vinto la sua 4a coppa del mondo generale (le altre vittorie non le elenco, altrimenti diventa più lunga di Guerra e pace) significa che qualcosina la stiamo sbagliando e sicuramente ci stiamo perdendo qualcosa: umanità, buon senso e rispetto, etc.
 

igor_ferro

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ha più che ragione, aggiungerei che non solo conta "solo vincere",
ma conta anche il continuare a vincere,
visto che se dopo 2 tour di fila, Pogacar non vince il terzo, la sua annata viene definita deludente :wacko:
Questa cosa è terrificante. Sentir dire che ha avuto una stagionedeludente uno che ha fato 2° al tour (vincendo la maglia bianca) e 1° al lombardia, 3 valli, Montreal, Giro di Slovenia, Tirreno Adriatico, Strada Bianche e UAE Tour.

Se si ritirasse solo col 2022 sarebbe un supercampione, diciamoci la verità...

Restando all'articolo sono d'accordo con Miguelon, ma onestmente non credo ai suoi tempi ci fosse poca pressione. Quando vinse il Giro Berzin lui era dato per finito. Poi la storia gli ha dato ragione...
 

igor_ferro

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Leggendo l'articolo - seguendo molto lo sci alpino - mi viene spontaneo il paragone con quello che è successo a Mikaela Shiffrin alle scorse Olimpiadi di Pechino.
Nel momento in cui si arriva a mettere in discussione e criticare ferocemente una atleta, paragonabile solo al Cannibale in ambito ciclistico, in una stagione in cui ha comunque vinto la sua 4a coppa del mondo generale (le altre vittorie non le elenco, altrimenti diventa più lunga di Guerra e pace) significa che qualcosina la stiamo sbagliando e sicuramente ci stiamo perdendo qualcosa: umanità, buon senso e rispetto, etc.
Ci stavo pensando anch'io. e mi è venuto in mente anche Bode Miller.

Guarda anche le critiche inutili a Ganna
 

bradipus

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Questa cosa è terrificante. Sentir dire che ha avuto una stagionedeludente uno che ha fato 2° al tour (vincendo la maglia bianca) e 1° al lombardia, 3 valli, Montreal, Giro di Slovenia, Tirreno Adriatico, Strada Bianche e UAE Tour.

Se si ritirasse solo col 2022 sarebbe un supercampione, diciamoci la verità...

Restando all'articolo sono d'accordo con Miguelon, ma onestmente non credo ai suoi tempi ci fosse poca pressione. Quando vinse il Giro Berzin lui era dato per finito. Poi la storia gli ha dato ragione...
Mi piacerebbe sapere chi è che ha definito deludente la stagione 2022 di Pogacar...
 

jan80

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Colnago
Sul fatto che oggi sia molto più stressante.posso essere d'accordo,visto che ormai sono come dei dipendenti monitorati secondo su secondo su tutto quello che fanno in allenamento e anche post allenamento.
Sul fatto che invece i piazzamenti contano meno non sono d'accordo,anzi oggi forse contano ancora di più,visto il sistema a punti che corridori e squadre guardano quasi piu' di cercare le vittorie
 
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bradipus

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beh in buona sostanza 2/3 dei commentatori radiotelevisivi e non solo. Anche qui sul forum ha preso critiche gratuite
Boh, io di commenti in tv e sui giornali che abbiano definito 'deludente' la stagione di Pogacar non li ho proprio sentiti (a meno che non si tratti di Magrini, al quale sono allergico).
Anche sul forum, solo qualche voce molto isolata.
Poi, una cosa sono le critiche su una prestazione singola (che ci può stare sempre, per chiunque), altra cosa sono i giudizi su una stagione nel suo complesso.
 
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jan80

Ammiraglia
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Colnago
Pogacar dopo Evenepoel e' quello che ha fatto la stagione migliore......mettere in dubbio lo sloveno solo perche' non ha vinto ( ma e' comunque arrivato secondo) il Tour non ha senso.......basta vedere le vittorie ( ma ancche piazzamenti)per poi capire che e' stata almeno una stagione da 9 per lui,mentre sarebbe un 10 per qualsiasi altro corridore
 

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Specialiezed
Dipende anche da chi la esprime questa considerazione, e di chi ne è oggetto... tanto per dire, per un Beppe Conti il trentaseiesimo posto di un ciclista italiano al Tour è sempre degno di considerazione.
Guardando le cose con spirito un po' critico, non credo che il secondo posto alla Vuelta 1975 di Domingo Perurena (davanti a gente come Lasa, Ocana e Kuiper, mica picopalla) gli abbia all'epoca fatto spuntare l'aura del campione, così come i piazzamenti di 'Ciccio' Uran al Giro lo abbano fatto considerare un brocco.
A me sembra che l'uscita di Indurain sia il solito refrain da 'ai miei tempi era meglio', tipico di noi anziani... non è meglio o peggio, è diverso. Sicuramente girano più quattrini, e questo avvantaggia tutto il movimento, gregari compresi.
Oggi un buon gregario guadagna ben più di un dirigente d'azienda medio italiano (https://www.ciclonews.biz/quanto-guadagnano-i-ciclisti/), non credo proprio che ai tempi di Miguelon fosse così.
Ovvio che, a fronte di maggiori guadagni, sia richiesta a chi corre un certo livello di professionalità, che in passato non c'era: ma non c'era nemmeno in chi doveva controllare e gestire corridori e squadre, era fatto tutto 'alla buona', un tanto al chilo. Come in ogni settore, se cresce l'interesse cresce il business, e cresce il livello di professionalità richiesto dal 'sistema' per stare in piedi.
Oggi, per dire, sarebbe improponibile una gestione di una squadra alla Teofilo Sanson.
Mah... I titoli come sempre fanno una sintesi ma confondono il contenuto.

Da come la leggo io la critica di Jndurain è forse rivolta a questo passaggio:
"In tempi recenti vari vincitori del Tour de France hanno confessato di avere avuto momenti di difficoltà psicologica dopo le loro vittorie, andando in alcuni casi anche in depressione, come Bradley Wiggins, Geraint Thomas e Jonas Vingegaard. Questo a causa della vita monacale che richiede la preparazione per un grande giro oggi, e per le grandi pressioni a cui sono sottoposti i ciclisti una volta che hanno vinto, per cui gli enormi sacrifici a cui si sottopongono devono diventare permanenti per continuare a vincere. Dan Martin, ora ritirato, ha ben definito questo aspetto, definendo il ciclismo attuale come “prescrittivo”

Che poi oggi nei prof girino piu' soldi nelle tasche dei corridori, che a metà anni 90 credo sia pura fantasia ...

Forse ne girano di piu' nei negozi di bici....
 

fabiopon

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"Ai miei tempi si stava meglio" funziona solo per chi parla, perchè si era giovani e non si vedeva e capiva nulla, e la percezione delle magagne era quasi a zero.
POI (forse) si capisce qualcosa, ma in genere è troppo tardi :mrgreen:

Sul serio: lo sport professionistico, tutto, è così perchè con l'avvento dei super media si devono concentrare finanziamenti e attenzioni, tenere sempre alto l'interesse o il giochino non rende più. Sono i Campioni che fanno questo businnes, non i gregari.
 
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bradipus

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Mah... I titoli come sempre fanno una sintesi ma confondono il contenuto.

Da come la leggo io la critica di Jndurain è forse rivolta a questo passaggio:
"In tempi recenti vari vincitori del Tour de France hanno confessato di avere avuto momenti di difficoltà psicologica dopo le loro vittorie, andando in alcuni casi anche in depressione, come Bradley Wiggins, Geraint Thomas e Jonas Vingegaard. Questo a causa della vita monacale che richiede la preparazione per un grande giro oggi, e per le grandi pressioni a cui sono sottoposti i ciclisti una volta che hanno vinto, per cui gli enormi sacrifici a cui si sottopongono devono diventare permanenti per continuare a vincere. Dan Martin, ora ritirato, ha ben definito questo aspetto, definendo il ciclismo attuale come “prescrittivo”

Che poi oggi nei prof girino piu' soldi nelle tasche dei corridori, che a metà anni 90 credo sia pura fantasia ...

Forse ne girano di piu' nei negozi di bici....
Per quanto riguarda la pressione psicologica e la depressione penso che esistessero anche allora, solo che se ne parlava di meno e chi ne soffriva trovava altre 'vie di fuga' o peggio (ricordiamoci dei suicidi di Ocana e De Las Cuevas, quest'ultimo gregario proprio di Indurain, o di Vandenbroucke, senza citare i noti casi italiani).
Oggi c'è più accettazione verso questi problemi, ai tempi parlarne significava essere 'bollato', subirne uno stigma sociale.
Poi, è vero che ci sono tante aspettative sui ciclisti di vertice, ma è una cosa che riguarda una piccola parte del gruppo; la maggioranza è comunque più seguita e supportata dalle squadre rispetto al passato, quando gli atleti erano lasciati in balìa di se' stessi (basta leggere i libri di Hamilton, Millar e Wegelius per rendersene conto).

Sui quattrini, riporto qui l'articolo che ho già citato: https://www.ciclonews.biz/quanto-guadagnano-i-ciclisti/
Come ho detto prima, non penso proprio che ai tempi Uriarte, Hervè, Podenzana & c guadagnassero più di un medio dirigente d'azienda italiano.
 
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