Il San Boldo ha il difetto di avere la pendenza che aumenta progressivamente man mano che si sale, però non ci sono punte estreme. I due punti più ripidi si incontrano nel tratto di collegamento tra le ultime due gallerie e tra l'uscita dell'ultima e lo scollinamento: si dovrebbe arrivare all'11-12%, ma si tratta di poche decine di metri. E poi ci sono i tornanti in galleria, molto ravvicinati, per rifiatare.
Segnalo che da qualche anno ci sono due coppie di semafori per regolare il traffico a senso unico alternato a salire e scendere. Io, di solito, se trovo rosso mi fermo, perché non vale la pena rischiare un frontale in curva in galleria con un veicolo a motore. Se uno non vuole fermarsi, comunque, può ricorrere al metodo che si usava un tempo: occhiata al tratto di strada superiore per vedere se arrivano auto e poi via a spingere.
Però il fascino di quell'ultimo km vale anche l'eventuale sosta al semaforo.
Ah, occhio, nel caso di un'eventuale discesa verso la Valbelluna, al tratto terminale dopo Campedei, prima di risalire verso Sant'Antonio Tortal, perché è all'ombra e ci sono un paio di curve strette insidiose con rischio di asfalto viscido (quando ci sono passato i parapetti erano ancora bianchi di brina).