Rapha sta soffrendo

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motivo per cui per me rapha esiste solo per la lana. altri capi "standard" per ora li lascio ad altri brand.
Mi riaggancio al tuo messaggio per discutere dei materiali utilizzati nell' abbigliamento sportivo.
Capitolo Lana: tessuto naturale idrofilo, cioè assorbe il sudore, isolante.
L' epoca storica del ciclismo ha vissuto con la lana e chi ha qualche anno in più ricorda che spesso le mamme iper-ansiose facevano indossare ai loro bimbi la canottiera di lana anche d'estate, perché assorbiva il sudore ed evitava malanni.
A me, personalmente, piacerebbe provare degli indumenti in lana ma ci sono anche dei contro e non di poco conto.
Infatti il sudore una volta assorbito andrebbe espulso: la lana impiega tempo ad asciugarsi.
La lana si deteriora più facilmente e più velocemente di tessuti tecnici e, spesso, vediamo capi in lana, anche costosi, affetti dal fastidioso fenomeno del pilling (pallini).
La lana pesa di più di un tessuto tecnico ( anche se questa per me è una iperpippa!)
La lana non tiene la piega quindi, a meno di non mettersi a stirare il capo ad ogni lavaggio , teoricamente è tutto tranne che un capo da fighetti.
Non sono un esperto del settore ma reputo possibile che, con la giusta lavorazione, un capo di lana, magari abbinato a percentuali di tessuto tecnico, mantenga le proprie qualità e minimizzi i difetti.
Detto questo, ciò che non mi quadra è: se le aziende ce l' hanno cantata con l' evoluzione dei materiali tecnici, in realtà plastica, decantandone le proprietà e facendo pagare di conseguenza i capi, ma alla fine il top della qualità e dei prezzi sono forniti da aziende che lavorano anche la lana, chi ci sta prendendo in giro?.
Credo che indossare lana sulla pelle (per chi la tollera), piuttosto che un materiale plastico e infiammabile sia più salutare e piacevole .
Per concludere, non solo Rapha produce capi in misto lana ma per esempio anche Pellasportswear e chissà quanti altri a prezzi più bassi ma non saprei dire se la qualità sia paragonabile.
Il mio parere è che se si tratta di fibre sintetiche, il prezzo del capo, entro certi limiti di qualità, non venga determinato da chissà quali proprietà quanto dal design e dal nome del marchio.
Quando invece parliamo di fibre naturali miste a tessuti tecnici, lì si che possiamo parlare di un salto di qualità reale e si può giustificare il prezzo più elevato, fermo restando che, con buona pace di chi pensa il contrario, il prezzo sia in un caso che nell' altro rimane eccessivo e frutto dell' essere un oggetto fortemente legato all' emotività dell' acquirente.
 
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Perché la lana secondo te non è infiammabile? Anzi, secondo me è anche più infiammabile di certe fibre sintetiche.
Poi è inutile che ci continuiamo a girare intorno: SE (e ripeto SE) cerchiamo il capo ad alte performance, dobbiamo guardare la scelta di chi gestisce l'abbigliamento di chi con la performance ci lavora e ci guadagna... se una squadra professionista non usa più i capi in lana allora vuol dire che le prestazioni sono inferiori rispetto ai capi che usa ora. Mi sembra chiaro, no?
 
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i filati sintetici hanno proprieta' che la lana non ha:
- resistenza
- facilita' di tintura
- peso
- lavorabilita'
- proprieta' meccaniche in generale
- denaratura (il diametro della fibra)

Queste caratteristiche permettono di "tessere tessuti" con proprieta' elevate e particolari, cosa invece impossibile fare con la lana.
Capisco che derivino dal petrolio, ma anche la bottiglia dell'acqua e la borraccia arrivano da li. Come tutti gli imballaggi alimentari
 
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Cyboraf

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Perché la lana secondo te non è infiammabile? Anzi, secondo me è anche più infiammabile di certe fibre sintetiche.
No la lana non è infiammable: vuoi la prova.prova amettere un cerino vicino a un maglione in lana, meglio un pezzetto di lana, non misto e prova ad avvicinare un cerino a una maglia da ciclismo anche di produttori di buona qualità e poi dimmi cosa succede.

Poi è inutile che ci continuiamo a girare intorno: SE (e ripeto SE) cerchiamo il capo ad alte performance, dobbiamo guardare la scelta di chi gestisce l'abbigliamento di chi con la performance ci lavora e ci guadagna... se una squadra professionista non usa più i capi in lana allora vuol dire che le prestazioni sono inferiori rispetto ai capi che usa ora. Mi sembra chiaro, no?

Scusami ma io ritengo un errore guardare al mondo del professionismo: intanto,
primo,
il professionismo è utilizzato come veicolo marketing per eccellenza , quindi non credere che tutte le scelte dei pro abbiano solo una finalità tecnica e,
secondo,
le esigenze del professionista sono ben diverse dalle nostre, fermo restando nel caso specifico dell' abbigliamento e la ns struttura fisica , anche quella dei più in forma, non è paragonabile a quella di un professionaista.

i filati sintetici hanno proprieta' che la lana non ha:
- resistenza
- facilita' di tintura
- peso
- lavorabilita'
- proprieta' meccaniche in generale
- denaratura (il diametro della fibra)

Queste caratteristiche permettono di "tessere tessuti" con proprieta' elevate e particolari, cosa invece impossibile fare con la lana.
Capisco che derivino dal petrolio, ma anche la bottiglia dell'acqua e la borraccia arrivano da li. Come tutti gli imballaggi alimentari
Ti ringrazio per il chiarimento ma è proprio per questo che unire i vantaggi della fibra naturale come la lana a quelli della fibra sintetica può avere quel valore aggiunto che giustifica, ma solo in parte, il prezzo elevatissimo di capi come quelli Rapha.
Capisco che derivino dal petrolio, ma anche la bottiglia dell'acqua e la borraccia arrivano da li.
alimentari
.
Vero e i giocattoli per bimbi ma poco per volta si scopre che sono dannosi e si iniziano aprodurre plastiche differenti, per uso alimentare, senza i pte...
Ovvio che il mio rischia di essere un discorso che sconfina nel retrò ma aintuito, bere da bottiglie d'acqua in plastica non è il massimo dalla vita, credo lo si intuisca tutti.
Considera che le ultime bottiglie d' acqua possono essere riempite e riutilizzate per una decina di volte al massimo...
Ora non voglio fare la guerra ai mulini a vento ma l' economia e l' equilibrio geopolitico si basa sull'utilizzo del petrolio, non certo sul danno che questi prodotti possono causare al singolo individuo.
Per come è strutturata la nostra società il rapporto/costi benefici impone scelte di questo tipo.
Chiudo dicendo che non voglio fare crociate,
questioni politiche,
ambientalismi ad oltranza
e soprattutto polemiche.
Riporto semplicemente il mio punto di vista.
D'altra parte una borraccia in plastica ha un senso, e quindi un' utilità ( però ricordiamoci di cambiarla spesso), ma dove si potesse evitare....
 
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marcomilano

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No la lana non è infiammable: vuoi la prova.prova amettere un cerino vicino a un maglione in lana, meglio un pezzetto di lana, non misto e prova ad avvicinare un cerino a una maglia da ciclismo anche di produttori di buona qualità e poi dimmi cosa succede.



Scusami ma io ritengo un errore guardare al mondo del professionismo: intanto il professionismo è utilizzato come veicolo marketing per eccellenza , quindi non credere che tutte le scelte dei pro abbiano solo una finalità tecnica e secondo le esigenze del professionista sono ben diverse dalle nostre, fermo restando nel caso specifico dell' abbigliamento e la ns struttura fisica , anche quella dei più in forma, non è paragonabile a quella di un professionaista.


ti ringrazio per il chiarimento ma è proprio per questo che unire i vantaggi della fibra naturale come la lana a quelli della fibra sintetica può avere quel valore aggiunto che giustifica. ma solo in parte, il prezzo elevatissimo di capi come quelli Rapha
si ma non puoi fare un filato lana misto poliestere , o meglio puoi farlo ma non avra' mai un titolo finissimo (denaratura, diametro). La lana, al di la del fatto che e' biodegradabile, non ha pregi particolari che non si possano ottenere con un filato sintetico.
 

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si ma non puoi fare un filato lana misto poliestere , o meglio puoi farlo ma non avra' mai un titolo finissimo (denaratura, diametro). La lana, al di la del fatto che e' biodegradabile, non ha pregi particolari che non si possano ottenere con un filato sintetico.
sembra che tu ne sappia sull'argomento: infatti sto cercando di capire ma allora se così è si ritorna alla mia domanda nel post che ha iniziato il discorso lana .. ovvero chi ci sta prendendo in giro: chi si fa pagare prezzi elevatissimi per capi tecnici in lana o chi decanta le virtù ei capi supertecnici in poliestere/elastan la rava e la fava?
Però, permettimi, la grammatura finissima è un vantaggio cosi importante da rinunciare ad altri, ad esempio la biodegradabilità?
 

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sembra che tu ne sappia sull'argomento: infatti sto cercando di capire ma allora se così è si ritorna alla mia domanda nel post che ha iniziato il discorso lana .. ovvero chi ci sta prendendo in giro: chi si fa pagare prezzi elevatissimi per capi tecnici in lana o chi decanta le virtù ei capi supertecnici in poliestere/elastan la rava e la fava?
Però, permettimi, la grammatura finissima è un vantaggio cosi importante da rinunciare ad altri, ad esempio la biodegradabilità?
la grammatura finissima signifca leggerezza, possibilita' di ritrocere piu' filamenti per ottenere un filato comunque resistente e sottile. La resistenza permette velocita' di tessitura altissime, cosa impossibile con la lana. tra l'alro molto spesso le maglie sono dei "tubolari" ovvero non sono cucite in un fronte e retro ma vengono prodotte rotonde e gli si applicano le maniche e la cucitura / chiusura del collo.
Non mi pare di avere mai visto un tubolare (jersey) in lana ma potrei anche sbagliare.
La lana e' naturale e questo e' l'unico vantaggio che gli si riconosce. E questo si traduce con la impossibilita' di migliorarlo se non introducendo componenti chimiche che vanno contro l'essere naturale della lana.
Di contro, le fibre sintetiche possono essere lavate infinite volte senza rovinarsi ( la lana no, ha una vita) non hanno il problema dei parassiti come le tarme o i funghi, nel senso che le tarme non le mangiano ed i funghi si lavano via.
Hanno di contro il problema dello smaltimento.
 
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Mi riaggancio al tuo messaggio per discutere dei materiali utilizzati nell' abbigliamento sportivo.
Capitolo Lana: tessuto naturale idrofilo, cioè assorbe il sudore, isolante.
Quando invece parliamo di fibre naturali miste a tessuti tecnici, lì si che possiamo parlare di un salto di qualità reale e si può giustificare il prezzo più elevato, fermo restando che, con buona pace di chi pensa il contrario, il prezzo sia in un caso che nell' altro rimane eccessivo e frutto dell' essere un oggetto fortemente legato all' emotività dell' acquirente.

Infatti credo che si faccia un po' di confusione parlando dei capi in lana usati 40 anni fa e ciò che è ora un capo moderno, per esempio il tessuto di Rapha è detto smartwool, in cui si combinano le proprietà di due differenti materiali con la qualità e la lavorazione delle tecniche attuali, per tirare fuori un tessuto diverso e con certe caratteristiche. Tra l'altro Rapha è anche riuscita, almeno nei primi anni, a differenziare l'offerta offrendo capi in smartwool di diversa grammatura, e quindi per diverse stagioni. E con diverse percentuali di lana merino.

Erano capi destinati forse più ad un pubblico anglosassone, o comunque a chi pedala per pedalare, anche su lunghe distanze (vedi la linea Brevet che è tuttora a catalogo) e non necessariamente agli agonisti. Un approccio più ampio alla bici, più esplorativo, ma non necessariamente turistico. Direi più filosofico...

Ovvio che ora si è spostato il target, il gruppo degli agonisti molto nutrito che forse mai metterebbe un capo con vestibilità morbida, addirittura con i cordini in fondo per renderlo un po' più aderente (non c'è l'elastico in queste maglie che vestono bene, in maniera rilassata, anche chi deve fare un utilizzo urban / commuting della bicicletta), ma ciò fa parte di quel processo che ogni azienda deve fare ad un certo punto del suo percorso per ampliare la propria clientela. E soddisfare una fetta di mercato che vuole e voleva una linea dal design come la Pro Team.
 
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Del tuo intervento estrapolo solo due frasi

A me, personalmente, piacerebbe provare degli indumenti in lana ma ci sono anche dei contro e non di poco conto.
Infatti il sudore una volta assorbito andrebbe espulso: la lana impiega tempo ad asciugarsi.
Ho due intime di DHB in lana merino che uso per andare a correre. Correndo con la fascia cardio sono dovuto passare dal poliestere alla lana per non far impazzire il cardio e ti posso assicurare che la lana merino, sì, si bagna, ma non lascia la sensazione di essere a mollo. Anzi, rispetto al poliestere scarsissimo che usavo (magliette Decathlon da un tanto al chilo) rimane molto più asciutta.
Se pensi che sia come il cotone che si appiccica alla pelle e ti lasci quella sensazione di freddo, ti dico che è tutta un'altra cosa.

La lana si deteriora più facilmente e più velocemente di tessuti tecnici e, spesso, vediamo capi in lana, anche costosi, affetti dal fastidioso fenomeno del pilling (pallini).
Non è così. Con i capi che ho io, dopo quasi tre anni di lavaggi, ancora non si è presentato.

***​

I miei due capi, possono essere usati come intimi in bici. Ho usato la lana merino la settimana scorsa per la prima volta. Uscivo con 4°. Ma a metà mattinata era troppo, la temperatura era salita già a 8 e avevo quella sensazione fastidiosa di caldo. Per la cronaca: maglia invernale e smanicato.
 

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Del tuo intervento estrapolo solo due frasi


Ho due intime di DHB in lana merino che uso per andare a correre. Correndo con la fascia cardio sono dovuto passare dal poliestere alla lana per non far impazzire il cardio e ti posso assicurare che la lana merino, sì, si bagna, ma non lascia la sensazione di essere a mollo. Anzi, rispetto al poliestere scarsissimo che usavo (magliette Decathlon da un tanto al chilo) rimane molto più asciutta.
Se pensi che sia come il cotone che si appiccica alla pelle e ti lasci quella sensazione di freddo, ti dico che è tutta un'altra cosa.


Non è così. Con i capi che ho io, dopo quasi tre anni di lavaggi, ancora non si è presentato.

***​

I miei due capi, possono essere usati come intimi in bici. Ho usato la lana merino la settimana scorsa per la prima volta. Uscivo con 4°. Ma a metà mattinata era troppo, la temperatura era salita già a 8 e avevo quella sensazione fastidiosa di caldo. Per la cronaca: maglia invernale e smanicato.
oh ma che belle notizie! era proprio ciò che speravo di sentire.. saresti cosi cortese da indicarmi, anche in privato se preferisci, di che capi si tratta.
Poche ditte producono secondo strato in lana, ma per l'intimo lì' offerta è più variegata, mi pare ne producano anche santini e castelli.
Quindi riferisci di una sensazione di maggior calore e isolamento se non ho capito male, visto che utilizzeresti lo smanicato.
Non ho mai sentito il marchio DHB.
Non hai top in lana?
 
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oh ma che belle notizie! era proprio ciò che speravo di sentire.. saresti cosi cortese da indicarmi, anche in privato se preferisci, di che capi si tratta.
Poche ditte producono secondo strato in lana, ma per l'intimo lì' offerta è più variegata, mi pare ne producano anche santini e castelli.
Quindi riferisci di una sensazine di maggior calorre e isolamento senon ho capito male, visto che utilizzeresti lo smanicato.
Nono ho mai sentito il marchio DHB.
Non hai top in lana?

Gli intimi li ho presi su Wigglesport e sono - ovviamente - marchiati DHB. Mi sembra che facciano due tipi di intimo, 150 e 200. Li trovi facilmente sul sito e i prezzi sono molto concorrenziali. Io li presi con lo sconto del 15% perché ne comprai due.
A dicembre ho comprato, sempre DHB, due paia di calze merino, che uso senza copriscarpe. Fanno il loro dovere. Ovviamente, sono in Liguria e di questo va tenuto conto.
Trovi anche le magliette estive in merino e sono piuttosto carine, con colori interessanti. Volevo prenderne una, ma sono sufficientemente coperto e sono ormai un ex-ciclista e sarebbe uno spreco.

L'utilizzo che ne faccio è quasi esclusivamente per la corsa, al posto delle magliette in poliestere. Coprono bene, non bagnano. Quando arriva giugno, passo allo smanicato in cotone, ma è veramente un passo indietro rispetto alla lana merino. Si bagna, si attacca alla pelle. Tutte le connotazioni negative del cotone.
In bici, ripeto, ho usato l'intimo solo la settimana scorsa, l'aria era gelida intorno alle 9 e si stava molto bene. Dopo, a mio parere, quell'intimo è troppo pesante, infatti era leggermente umido. Non bagnato, ma avevo una sensazione di troppo caldo. Infatti, di solito preferisco un intimo molto sottile, non mi piace coprirmi troppo. Quando mi allenavo ero capace di uscire con 3° con, appunto, maglia invernale, smanicato e intimo leggero.
 

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Trovi anche le magliette estive in merino e sono piuttosto carine, con colori interessanti. Volevo prenderne una, ma sono sufficientemente coperto e sono ormai un ex-ciclista e sarebbe uno spreco.
ti ringrazio perle indicazioni.. scusami la battuta ma non ce la faccio a trattenerla riferito al bold, sei proprio xeneize!:-)xxxx
 

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ti ringrazio perle indicazioni.. scusami la battuta ma non ce la faccio a trattenerla riferito al bold, sei proprio xeneize!:-)xxxx
Se volevo fare lo sprecone nascevo da un'altra parte :))):.

Ho due magliette estive della società, una Gore Oxigen, più un'altra vecchia della società tutta scolorita, che tengo per ricordo. Direi che quattro sono più che sufficienti per un ex-ciclista.
 
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3 Gennaio 2008
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Rapha si ripropone nel World Tour dopo il periodo Ski. E lo fa rilanciando la mission dell'azienda ed i suoi obiettivi facendo parlare in una lettera aperta proprio Simon Mottram, fondatore ed ora proprietario di quote minori del marchio.

https://www.rapha.cc/it/en/stories/an-open-road?utm_medium=email&utm_campaign=TEA-NWL-EMA 20190118 Newsletter ROW M&utm_content=TEA-NWL-EMA 20190118 Newsletter ROW M+CID_0f058e1273a284626bbab58ab002ea56&utm_source=&utm_term=Read more

E' sintomatico anche il titolo, An open road, a rimarcare quanto ci sia di buono nel nuovo corso, quanto ci sia del buono nella scelta di ritornare nel circuito del ciclismo professionistico, etc. E sembra quasi voler mettere a tacere qualche malumore che c'era stato dopo la cessione del marchio, cosa ribadita da Mottram in altre interviste quando gli avevano chiesto anche di fare il punto della situazione sul nuovo corso ad un anno dalla cessione.

La bella immagine (anche ciclistica) della "open road" lascia prevedere possibilità, fiducia nel futuro, possibilità di rimanere nel mercato ed influenzarlo con nuove strategie. Non sappiamo esattamente quanto l'azienda possa essere in crisi, o attraversare un momento discendente nel suo corso, ma le parole di Mottram sono lì per dire: Sì, abbiamo voltato pagina, ma il futuro è nostro. Anche questa è strategia: le parole a volte sono l'inizio di un cambiamento o di una risalita.
 

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Rapha si ripropone nel World Tour dopo il periodo Ski. E lo fa rilanciando la mission dell'azienda ed i suoi obiettivi facendo parlare in una lettera aperta proprio Simon Mottram, fondatore ed ora proprietario di quote minori del marchio.

https://www.rapha.cc/it/en/stories/an-open-road?utm_medium=email&utm_campaign=TEA-NWL-EMA 20190118 Newsletter ROW M&utm_content=TEA-NWL-EMA 20190118 Newsletter ROW M+CID_0f058e1273a284626bbab58ab002ea56&utm_source=&utm_term=Read more

E' sintomatico anche il titolo, An open road, a rimarcare quanto ci sia di buono nel nuovo corso, quanto ci sia del buono nella scelta di ritornare nel circuito del ciclismo professionistico, etc. E sembra quasi voler mettere a tacere qualche malumore che c'era stato dopo la cessione del marchio, cosa ribadita da Mottram in altre interviste quando gli avevano chiesto anche di fare il punto della situazione sul nuovo corso ad un anno dalla cessione.

La bella immagine (anche ciclistica) della "open road" lascia prevedere possibilità, fiducia nel futuro, possibilità di rimanere nel mercato ed influenzarlo con nuove strategie. Non sappiamo esattamente quanto l'azienda possa essere in crisi, o attraversare un momento discendente nel suo corso, ma le parole di Mottram sono lì per dire: Sì, abbiamo voltato pagina, ma il futuro è nostro. Anche questa è strategia: le parole a volte sono l'inizio di un cambiamento o di una risalita.


mi metto alla ricerca dell'ultimo bilancio tra qualche mese. Cosi' vediamo come sta
 
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3 Gennaio 2008
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mi metto alla ricerca dell'ultimo bilancio tra qualche mese. Cosi' vediamo come sta
È probabile che stiano investendo molto sul rilancio del marchio e la speranza sia che la visibilità del team sponsorizzato nelle corse a partire da marzo cominci a dare i suoi frutti, per crescere fino al giro e al tour dove l'esposizione televisiva, i media tutti, saranno con gli occhi puntati sui corridori. Non saprei dire che tempi si siano dati, magari una partenza timida nei primi mesi del 2019 potrebbe essere accettata, se la crescita grossa poi si verificherà tra aprile e luglio, grossomodo. Ma sono solo supposizioni, di certo dalle parole di Mottram non sembra che vogliano stare alla finestra ad aspettare di tornare in corsa. C'è una precisa strategia, a mio avviso, in primis di rilancio, e poi successivamente forse si occuperanno di dare stabilità a quanto ottenuto, per evitare flessioni come quelle avvenute negli ultimi 2 anni.