Scandalo doping a Mantova

core59

Apprendista Velocista
19 Aprile 2007
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Certo che a leggere le risposte dei carabinieri vengono i brividi.
Ma come è stata fatta questa inchiesta? Pensavano che i ciclisti arrivassero in aula a confessare tutto? Ma dai......
Che ci fosse qualcosa che non tornava era evidente, ma con queste "prove" credo finirà tutto in niente
 

FrecciaAzzurra

Gregario
14 Marzo 2012
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Bici
la Pina
Non si riesce a scoprire l'assassino neanche dal DNA. , figurarsi dei dopati con 4 indizi. Se non fosse una squadra ciclistica sarebbe stato giá archiviato.
Beh, anche con il doping Juve l'hanno tirata per le lunghe, nonostante al di là dei tanti indizi le prove "da tribunale" non fossero poi molte e si contasse soprattutto negli interrogatori di calciatori e staff medico.
E credo che pure in questo caso l'esito sarà lo stesso (= prescrizione).
 

FrecciaAzzurra

Gregario
14 Marzo 2012
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Aggiornamento 2: [URL="http://http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2015/02/20/news/il-ciclista-pietropolli-doping-mai-solo-aspirine-e-fruttosio-1.10903760"][URL="http://http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2015/02/20/news/il-ciclista-pietropolli-doping-mai-solo-aspirine-e-fruttosio-1.10903760"][url]http://http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2015/02/20/news/il-ciclista-pietropolli-doping-mai-solo-aspirine-e-fruttosio-1.10903760[/URL][/URL][/URL]

e, sempre sull'argomento, dalla Gazzetta dello Sport di sabato:


UDIENZA DEL PROCESSO LAMPRE A MANTOVA
Il pm: «Non parlavate mai di calcio con Nigrelli?»
Pietropolli: «Grazie all'inchiesta non corro più»

MANTOVA
I magistrato e il corridore. Il procuratore che da sei anni cerca di dimostrare che la farmacia di Guido Nigrelli a Mariana Mantovana era uno dei centri del doping, e il ciclista che per due volte, sicuro di sé, sbatte in faccia al pm questa frase: «Grazie a questa inchiesta ho smesso di correre, nessuna squadra mi ha voluto più».
Antonino Condorelli e Daniele Pietropolli, uno di fronte all'altro. E' la prima sfida del processo che coinvolge la Lampre, dopo 14 mesi di udienze al Tribunale di Mantova, giudice Giuditta Silvestri. Pietropolli è il primo imputato che accetta di farsi interrogare. Il veronese, 34 anni, era alla Lpr di Di Luca nel 2009 quando viene coinvolto nell'indagine: nel 2010 passa alla Lampre. I rapporti con Sergio Gelati,il preparatore atletico del team di Saronni, che è uno dei 28 imputati, iniziano nel 1997 da junior. Con Nigrelli, Pietropolli rivela un'amicizia inattesa. E svela una malattia: la trombofilia di cui è affetto. Scoperta dopo una caduta nel
caduta nel 2005, certificata all'ospedale di Verona: «Manca la proteina C, necessaria per la coagulazione del sangue. In famiglia ne soffrono papà, mamma, mia sorella». E poi: «Io non potevo prendere doping perché rischiavo i trombi. Non posso prendere Epo o ormoni, perché favoriscono la coagulazione del sangue. Mai pensato al doping». Condorelli vuole in aula lo specialista.
SPECCHIO
Il magistrato e il corridore. E' un botta e risposta che dura 86 minuti. Due mondi opposti, inconciliabili nelle dichiarazioni, nella ricostruzione delle intercettazioni. Al limite della reticenza le parole di Pietropolli: «Sono venuto a parlare soltanto di me e non degli altri». «Quello
che Nigrelli faceva con gli altri bisognerebbe chiederlo a lui». «Quando andavo da lui eravamo
solo noi due».
Tanto che alla fine il pm sbotta: «Ma lei e Nigrelli non parlavate mai di donne o di calcio?». «Sì — è la risposta — ma si vede che non hanno registrato tutto. E comunque grazie a questa inchiesta ho smesso di correre».
Pietropolli: «Dal 2005 abbiamo iniziato a fare i test nella casa di Nigrelli. Mi aiutava sull'alimentazione, mi vendeva i prodotti da banco, faceva dei supersconti. Era molto corretto e siamo entrati in confidenza, mi fidavo molto di lui».
II pm prende le intercettazioni: «Qui si parla di Dhea (ormone, ndr)».
Pietropolli: «Non è vero, ho ascoltato le parole con il mio consulente, ci sono degli sbagli». Il pm: «Qui si parla di controllo, sangue, qui Nigrelli vuole sapere».
Pietropolli: «E' il controllo del passaporto biologico fatto a casa mia».
Il pm: «E poi fai una...».
Pietropolli: «Non esiste proprio, la parola Epo non c'è».
Il pm: «Non sembra il dialogo tra due amici, ma qualcosa di molto professionale».
Pietropolli: «Parlavamo del più e del meno, e di quello che potrebbero
fare in gruppo».
Il pm: «Qui si parla di un chemioterapico. E di altri corridori, chi sono?».
Pietropolli: «Era una chiacchierata, non intendo dire chi sono».
Il pm: «Nigrelli qui parla di chimica».
Pietropolli: «Nigrelli non mi ha mai proposto niente, non mi ha mai proposto il doping». (Luca Gialanella)
 

fedegu1

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