TourBlancRando 600 Km 26-27 Giugno 2010

paciuli

Apprendista Velocista
21 Novembre 2005
1.357
29
www.strava.com
Bici
Eclipse 1 Eclipse 2
Mi ritrovo pieno di acciacchi, quello che non può la bici l'ha potuto il lavoro :bua: le trasferte di quest'ultima settimana con gli sbalzi termici dei condizionatori mi hanno sbriciolato :cry

Spero in bene, domattina mi porto un gancio per attaccarmi :mrgreen:

Grazie dell'augurio o-o

Vedrai che domani, di fronte a quei panorami e totalmente immerso nel "viaggio", anche i malesseri saranno momentaneamente dimenticati, per poi puntualmente ritornare, aggiunti a tutti gli altri, il giorno dopo e nei giorni seguenti. Ma siccome sei un randonneur vero, con la scorza bella dura, vuoi farti piegare da un raffreddoruccio o da una bronchitina? Coraggio, pedalare, altro che gancio!!! Mi raccomando fai tante foto!!
 

femfem

Apprendista Scalatore
11 Marzo 2005
2.262
40
Visita sito
Bici
..
Vedrai che domani, di fronte a quei panorami e totalmente immerso nel "viaggio", anche i malesseri saranno momentaneamente dimenticati, per poi puntualmente ritornare, aggiunti a tutti gli altri, il giorno dopo e nei giorni seguenti. Ma siccome sei un randonneur vero, con la scorza bella dura, vuoi farti piegare da un raffreddoruccio o da una bronchitina? Coraggio, pedalare, altro che gancio!!! Mi raccomando fai tante foto!!

Grazie mille per la considerazione, che credo sia esagerata però e ne sono lusingato :oops:.
Ma si, vediamo dai ... vediamo come butta o-o

a presto :-)
 

femfem

Apprendista Scalatore
11 Marzo 2005
2.262
40
Visita sito
Bici
..
Come è andata?
Un ragazzo che è arrivato alle 17 ha detto che era un percorso molto impegnativo
e parlava di molti ritiri.


Io e Cimebianche siamo arrivati a Biella alle 20,40 . o-o

Impegnativo direi che è un "eufemismo" :mrgreen: . Tanto bello quanto duro , davvero.
Siamo stati molto fortunati ad aver trovato un clima perfetto, la notte (tiepida) presentava una luna piena che permetteva addirittura di poter scorgere i ghiacciai del Bianco .
Anche noi abbiamo saputo di molti ritiri . Quando siamo arrivati noi , il totale degli arrivati erano una trentina o poco più e altrettanti ancora ne ne aspettavano . Con più calma scriverò qualche riga sul giretto di questo week-end :-)
 

BIGI

Novellino
28 Giugno 2010
2
0
Barge (CN)
Visita sito
Bici
specialized roubaix expert
Ciao,

sono un neo iscritto che ha partecipato al Tour Blanc Rando (la mia prima 600) e sono tra quelli che si sono ritirati (al km 315).

Volevo chiederTi se hai anche Tu incontrato delle difficoltà ad individuare il percorso esatto nel tratto da San Gervais les Bains a Chamonix causa a mio parere di un road book alquanto impreciso.

Noi siamo partiti dalla fine della discesa del Col de Saises alle 00,50 e siamo arrivati a Chamonix alle 5,00; praticamente più di quattro ore per fare poco più di trenta km dopo aver in precedenza valicato i colli senza particolari problemi !!!!!

Abbiamo girato in lungo ed in largo dopo Le Fayet, siamo passati per Passy (che non era neanche segnato sul road book) cercando disperatamente la strada per la bici ed abbiamo consumato energie fisiche e soprattutto psicologiche che ci hanno indotto a rinunciare: abbiamo telefonato all'organizzazione disperatamente in cerca di aiuto e ci hanno risposto che loro erano a Martigny e non potevano aiutarci (non avevano neanche una cartina geografica)!!!!.

Probabilmente pur avendo cercato di preparare al meglio il giro come allenamento fisico abbiamo commesso il grave errore di non visionare in precedenza il percorso in auto oppure dotarci di un gps e non abbiamo avuto la fortuna di incontrare qualcuno che conosceva il percorso.

Comunque veri complimenti per aver terminato il giro in quanto era veramente molto molto impegnativo (almeno per la parte che abbiamo percorso).

A proposito come è stata la salita del Sempione rispetto alle altre?

Grazie per l'attenzione.
 

femfem

Apprendista Scalatore
11 Marzo 2005
2.262
40
Visita sito
Bici
..
Ciao BIGI,
In effetti quel punto era molto critico, io lo sapevo a priori essendoci già passato durante un mio personale giro del Bianco alcuni anni fa (allora lo feci nel senso inverso). Eravamo quindi prevenuti e abbiamo cercato di tenere per bene gli occhi aperti, ma avevamo anche un GPS (che aiuta parecchio anche se va sempre integrato con la lettura del road book e l'attenzione a ciò che si ha intorno in quel momento). Sono perfettamente daccordo con Te che il RB era piuttosto scarno per quel tratto e avrebbero dovuto sottolineare la difficoltà e l'attenzione che serviva per raggiungere Chamonix (soprattutto perchè quel tratto coincideva con la fase notturna).
Era però possibile stamparsi il percorso in ogni minimo dettaglio (anche e soprattutto per il tratto fatidico) dal link pubblicato sul sito dell'organizzazione ( http://www.newgeo.it/gis/index.jsp?p=55262&lang=99 ) , zoomando per bene si poteva vedere la strada esatta da seguire. La stessa mappa era poi quella scaricabile nel formato per i GPS.
Mi spiace molto di questa Tua disavventura, nelle rando però non è cosa rara. Capita infatti , per diversi e diversi motivi, di dover percorrere Km in più o impiegare maggior tempo . Lo spirito del randagio lo si vede anche nella capacità di accettare l'errore con filosofia .
Una cosa molto utile, soprattutto all'estero dove si possono avere problemi nel chiedere informazioni, sarebbe quella di farsi delle copie di una buona mappa stradale da tenere sempre in tasca , eventualmente se ci si dovesse ritrovare in un paese diverso da quello atteso è possibile così riuscire a tornare sui propri passi.
Un grosso augurio per le tue prossime rando o-o
 
Ultima modifica:

micronauta

Scalatore
31 Dicembre 2008
6.146
164
Torino
micronauta.wordpress.com
Bici
Randonneuse in titanio; Bianchi Infinito; Olmo "eroica" in costruzione
Sono perfettamente daccordo con Te che il RB era piuttosto scarno per quel tratto

:vox: Polemica mode on ***

Ragazzi, facciamo attenzione, nel mondo delle randonnèe c'è una tendenza IMVHO piuttosto pericolosa... L'ho riscontrato anche in altri brevetti cui ho partecipato quest'anno, le organizzazioni tendono a non mettere più cura nel preparare il roadbook "tradizionale", privilegiando i cosiddetti file GPS. Quindi chi non possiede o non sa utilizzare correttamente il GPS, il computer, Internet e tutto il resto rischia di rimanere tagliato fuori senza pietà dal mondo del cicloturismo Audax, cosa che io personalmente non trovo affatto giusta.

Io ho detto la mia, ora dite la vostra (magari apriamo un thread apposta...). :angrymod:

:vox: Polemica mode off ***

Tornando in topic: COMPLIMENTONI a tutti i finisher o-o, io non ho avuto il coraggio ad iscrivermi ad un brevetto del genere e ho fatto bene in quanto fuori dalla mia portata... :ueh:

Bravi ancora. :eek:
 

micronauta

Scalatore
31 Dicembre 2008
6.146
164
Torino
micronauta.wordpress.com
Bici
Randonneuse in titanio; Bianchi Infinito; Olmo "eroica" in costruzione
Probabilmente pur avendo cercato di preparare al meglio il giro come allenamento fisico abbiamo commesso il grave errore di non visionare in precedenza il percorso in auto oppure dotarci di un gps e non abbiamo avuto la fortuna di incontrare qualcuno che conosceva il percorso.

Con o senza GPS, in randonnèe è buona norma portare sempre con sè una cartina della zona che si va ad attraversare, meglio ancora una fotocopia di mappa con evidenziato il percorso (da preparare a casa in anticipo, ovviamente). gandalf

Oops... Chiedo scusa, mi accorgo solo ora che il "pippotto" sull'argomento l'aveva appena fatto FemFem... Fate finta che abbia quotato il suo pensiero, come in effetti è. ;-)
 

mich74

Apprendista Velocista
19 Febbraio 2005
1.417
2
49
Arco di Trento
Visita sito
Bici
bici
io lavoro con il gps rilevo percorsi gps....ma nel mio corredo di giri in bici da corsa o in mountain bike ho sempre con me una cartina sia del luogo che generale. Per quanto riguarda i road book ci sono programmi in commercio di gestione tracce gps che con un po' di calma e di pazienza ti aiutano a fare un road book....
 

micronauta

Scalatore
31 Dicembre 2008
6.146
164
Torino
micronauta.wordpress.com
Bici
Randonneuse in titanio; Bianchi Infinito; Olmo "eroica" in costruzione
io lavoro con il gps rilevo percorsi gps....ma nel mio corredo di giri in bici da corsa o in mountain bike ho sempre con me una cartina sia del luogo che generale.

E se lo dici tu che col GPS ci lavori... Questo la dice lunga su quanto sia meglio NON FIDARSI TROPPO della tecnologia! o-o

Un po' come quelli che nell'era del telefonino, dopo aver perso TUTTI i numeri di telefono della propria rubrica :cry:, sono tornati all'agendina di carta!
 

cimebianche

Apprendista Scalatore
15 Marzo 2005
2.337
38
67
Villa Cortese
Visita sito
Bici
ROSE XLITE - CUBE LITENING HPC
Ciao,

sono un neo iscritto che ha partecipato al Tour Blanc Rando (la mia prima 600) e sono tra quelli che si sono ritirati (al km 315).

Volevo chiederTi se hai anche Tu incontrato delle difficoltà ad individuare il percorso esatto nel tratto da San Gervais les Bains a Chamonix causa a mio parere di un road book alquanto impreciso.

Noi siamo partiti dalla fine della discesa del Col de Saises alle 00,50 e siamo arrivati a Chamonix alle 5,00; praticamente più di quattro ore per fare poco più di trenta km dopo aver in precedenza valicato i colli senza particolari problemi !!!!!

Abbiamo girato in lungo ed in largo dopo Le Fayet, siamo passati per Passy (che non era neanche segnato sul road book) cercando disperatamente la strada per la bici ed abbiamo consumato energie fisiche e soprattutto psicologiche che ci hanno indotto a rinunciare: abbiamo telefonato all'organizzazione disperatamente in cerca di aiuto e ci hanno risposto che loro erano a Martigny e non potevano aiutarci (non avevano neanche una cartina geografica)!!!!.

Probabilmente pur avendo cercato di preparare al meglio il giro come allenamento fisico abbiamo commesso il grave errore di non visionare in precedenza il percorso in auto oppure dotarci di un gps e non abbiamo avuto la fortuna di incontrare qualcuno che conosceva il percorso.

Comunque veri complimenti per aver terminato il giro in quanto era veramente molto molto impegnativo (almeno per la parte che abbiamo percorso).

A proposito come è stata la salita del Sempione rispetto alle altre?

Grazie per l'attenzione.

Ciao Bigi.
Mi dispiace per la disavventura che vi e' capitata prima di Chamonix. :cry

Come ti ha detto femfem, quel punto era uno tra i piu' "difficili" del percorso, poiche' a parte la direttrice principale rappresentata dall'autostrada , la giusta direzione da intraprendere verso Chamonix non era immediata da trovare, il tutto peggiorato dal fatto che il tratto si affrontava nel buio della notte.
Chi aveva redatto il roadbook, evidenziava in giallo tutto quel passaggio, segno probabilmente che era ritenuto difficile. ;nonzo%

Il tratto piu' "complicato" era subito dopo l'abitato di Servoz, dopo Le Fayet , quando bisognava intraprendere la "route de Vaudagne". Superato un ponticello sul fiume Arve, l'imbocco della route de Vaudagne si presentava come una stradina secondaria e insignificante, i cui primi 100 metri avevano la pendenza prossima al ribaltamento. :azz
Nonostante il fatto che femfem l'avesse affrontata in discesa qualche anno fa' e che ne aveva vaghi ricordi, e nonostante anche la traccia del GPS (che va' sempre controllata prima di partire e mai presa come sacrosanta!) indicasse proprio quella direzione, abbiamo esitato parecchio.;nonzo%
Per di piu' appena finita la rampa, la stradina curvava di 90 gradi a sinistra, si faceva piu' stretta e iniziava a salire (pareva verso il nulla!) con una serie di stretti tornanti. Dopo un quarto d'ora di salita abbiamo incrociato un gruppo di altri randonneur che scendevano dicendo che la strada era chiusa e che non portava a nulla. Ci siamo consultati :sad:, seguendo la traccia sulla mappa del GPS si vedeva che dopo i numerosi tornanti la strada aggirava la montagna per poi puntare in direzione di Chamonix. Abbiamo cosi' deciso di proseguire e con noi (per fortuna loro) anche quelli che stavano scendendo. Abbiamo cosi' capito che la strada era chiusa perche' uno di loro, in avanscoperta aveva imboccato un bivio sbagliato, finendo in mezzo ad un prato.;pirlùn^
So anche che un paio di randonneur sono finiti in autostrada verso Chamonix! :angrymod:

Posso capire quanto grande sia stato il vostro scoramento nel vedere vani tutti gli sforzi per proseguire. Se puo' esservi di consolazione, posso dire che puo' capitare anche a quelli che fanno randonnee da una vita.
Sono sicuro che la prossima volta sara' tutta un'altra storia! o-o
A tal proposito, un piccolo errore che abbiamo commesso noi, nell'intraprendere la salita del Sempione : all'inizio anziche' imboccare la strada principale segnata sul roadbook, siamo finiti sulla vecchia strada che dopo circa 4..5 km imbocca la strada principale, Il problema e che questo tratto anziche essere al 3..4% ha una pendenza di circa il 10%, ... con tutti gli accidenti del caso! :rosik:
Il Sempione fra tutte le salite e' quella meno bella, non tanto dal punto di vista paesaggistico ma perche' e' trafficata e verso il colle presenta una serie di gallerie paravalanghe che fatte in bici, col traffico non sono proprio il massimo.

Non posso che confermare quanto ha detto femfem : questa prima edizione del TourBlancRando si e' rivelata tanto bella quanto dura (ma veramente tanto!) o-o
Un appunto o critica che posso fare e' che 40 ore non sono molte per un giro impegnativo come questo. Portarlo a termine entro il tempo massimo, non lascia troppo spazio a tentennamenti vari. Noi ci siamo concessi una sosta con relativo sonnellino :ronf:di circa 2 ore..2 ore e mezza a Martigny.
Per fortuna non abbiamo avuto problemi o guai meccanici da risolvere.

E sempre per fortuna, ringrazio i miei riflessi (nonostante la mia ormai tarda eta'! gandalf) e sopratutto il mio Angelo Custode che mi hanno permesso di evitare il daino sbucato davanti a me mentre di notte scendevo a 60 all'ora dal col de la Forclaz e che per qualche interminabile attimo a "zigzagato" davanti alla mia traiettoria e per un'altrettando interminabile momento, mi ha fatto finire sull'orlo della scarpata :afraid:.
Ma questa e' un'altra storia che magari raccontero' con piu' calma.

Ciao e in bocca al lupo per la tua prossima randonnee'! o-o
 
Ultima modifica:

micronauta

Scalatore
31 Dicembre 2008
6.146
164
Torino
micronauta.wordpress.com
Bici
Randonneuse in titanio; Bianchi Infinito; Olmo "eroica" in costruzione
Un appunto o critica che posso fare e' che 40 ore non sono molte per un giro impegnativo come questo. Portarlo a termine entro il tempo massimo, non lascia troppo spazio a tentennamenti vari.

E' questo il motivo per cui non mi sono iscritta: conosco i miei limiti come le mie tasche, e mi è bastato un rapido calcolo per capire che 600 km
x 10.000 metri di dislivello x 40 ore (tempo standard Audax per i brevetti da 600 km) = Micronauta è meglio che se ne stia a casa... :cry

Non conosco esattamente i parametri, ma suppongo che le 40 ore stabilite dall'Audax per il 600 siano proporzionate ad un dislivello complessivo "non superiore a". Infatti sappiamo tutti benissimo che la presenza delle salite cambia (e di molto!) le carte in tavola. :wacko:

Forse è stato un azzardo proporre come "brevetto Audax" un giro così impegnativo. Magari (la butto lì, faccio una proposta per le prossime edizioni) potrebbero sganciarsi dagli standard internazionali Audax, ACP, BRM eccetera, aumentare il tempo limite, e riproporre la prova come un "brevetto alpino" indipendente, un po' come la Super Randonnèe di Cuneo, dove l'organizzazione decide in modo assolutamente autonomo tempi, modi e chilometraggi della prova. :roll:
 

cimebianche

Apprendista Scalatore
15 Marzo 2005
2.337
38
67
Villa Cortese
Visita sito
Bici
ROSE XLITE - CUBE LITENING HPC
E' questo il motivo per cui non mi sono iscritta: conosco i miei limiti come le mie tasche, e mi è bastato un rapido calcolo per capire che 600 km
x 10.000 metri di dislivello x 40 ore (tempo standard Audax per i brevetti da 600 km) = Micronauta è meglio che se ne stia a casa... :cry

Non conosco esattamente i parametri, ma suppongo che le 40 ore stabilite dall'Audax per il 600 siano proporzionate ad un dislivello complessivo "non superiore a". Infatti sappiamo tutti benissimo che la presenza delle salite cambia (e di molto!) le carte in tavola. :wacko:

Forse è stato un azzardo proporre come "brevetto Audax" un giro così impegnativo. Magari (la butto lì, faccio una proposta per le prossime edizioni) potrebbero sganciarsi dagli standard internazionali Audax, ACP, BRM eccetera, aumentare il tempo limite, e riproporre la prova come un "brevetto alpino" indipendente, un po' come la Super Randonnèe di Cuneo, dove l'organizzazione decide in modo assolutamente autonomo tempi, modi e chilometraggi della prova. :roll:

Sono d'accordo con te'.
Le caratteristiche altimetriche di questa randonnee la allontanano dagli standard che hai citato. Un giro come questo, effettivamente e' molto vicino, come caratteristiche alla Super Randonnee di Cuneo, dove il dislivello e' maggiore ma il chilometraggio minore.
o-o
 

femfem

Apprendista Scalatore
11 Marzo 2005
2.262
40
Visita sito
Bici
..
Sono perfettissimamente d'accordo con Silvia (micronauta), un giro così bello deve essere il più possibile reso accessibile a chi vive la passione delle randonnèe, in cui sappiamo bene che la qualità principale non è certo la velocità bensì l'autogestione per completare l'itinerario nelle migliori condizioni possibili, pur nei limiti di un certo tempo massimo ovviamente.
E poco importa, per la maggior parte dei partecipanti, che il brevetto sia omologato agli std internazionali : ergo sposo l'idea di dargli un regolamento autonomo . Chissà , forse gli organizzatori che sono alla loro prima esperienza per un 600, ci faranno una riflessione perchè secondo me, per un bel giro così , ne vale proprio la pena .o-o
 

paciuli

Apprendista Velocista
21 Novembre 2005
1.357
29
www.strava.com
Bici
Eclipse 1 Eclipse 2
Complimentissimi ad entrambi ed a tutti quelli che hanno avuto la forza, il coraggio e l'abilita' di portare a termine il brevetto. 600km con quel dislivello sono un'autentica impresa. Bravi!!!
 

BIGI

Novellino
28 Giugno 2010
2
0
Barge (CN)
Visita sito
Bici
specialized roubaix expert
Ringrazio FemFem, Cime Bianche e Micronauta per i preziosi consigli e suggerimenti, cercherò di farne buon uso per il futuro.

Sono in parte sollevato dalla delusione per non aver concluso la prova dal fatto che il percorso esatto è stato piuttosto difficile da individuare un pò per tutti e non è dipeso esclusivamente da una nostra incapacità.

Concordo pienamente con Micronauta sul fatto che le organizzazioni tendono a non mettere più cura nel preparare il roadbook "tradizionale", privilegiando i cosiddetti file GPS e sarei anche interessato eventualmente a segnalare il problema (a chi? all'Audax? come?).

Spero di incontrarVi alle prossime randonnèe.
 

micronauta

Scalatore
31 Dicembre 2008
6.146
164
Torino
micronauta.wordpress.com
Bici
Randonneuse in titanio; Bianchi Infinito; Olmo "eroica" in costruzione
Concordo pienamente con Micronauta sul fatto che le organizzazioni tendono a non mettere più cura nel preparare il roadbook "tradizionale", privilegiando i cosiddetti file GPS e sarei anche interessato eventualmente a segnalare il problema (a chi? all'Audax? come?).

Onestamente non saprei, anche perchè l'Audax NON vieta l'uso del GPS e, anzi, sembrerebbe incoraggiarlo (se andate a vedere sul sito dell'AUK, persino i tradizionalissimi e anti-tecnologici randonneur britannici hanno una pagina intera dedicata ai "tips & tricks" dei GPS!). :asd2:

Attenzione, ci tengo a specificare a scanso di equivoci che io non sto assolutamente fomentando una guerra santa tra "sì GPS" e "no GPS". Secondo me, nei limiti del regolamento, ognuno è liberissimo di percorrere le randonnèe Audax con i mezzi di orientamento che ritiene più graditi/opportuni. :rosik:

Quello che voglio auspicare è che chi organizza i brevetti tenga presente che non tutti siamo in grado di utilizzare e programmare un GPS, un PC, una connessione ad Internet, per cui, per il bene di questo sport che nasce "semplice, grezzo e spartano", IMHO hanno il dovere morale di continuare a stilare ANCHE il roadbook cartaceo con accuratezza e con note di immediata e chiara interpretazione, ad uso e consumo di chi non può o non vuole usufruire delle nuove tecnologie. :pc:
 

femfem

Apprendista Scalatore
11 Marzo 2005
2.262
40
Visita sito
Bici
..
La vigilia...

Se il buongiorno si vede dal mattino… potrei voltar gallone, altro che Tour de Mont Blanc ! :cry E’ venerdì , vigilia della partenza del brevetto da 600Km intorno al Monte bianco ed io mi sveglio pieno di acciacchi, la gola in fiamme e la testa che pesa un quintale a causa del cattivo uso dell'aria condizionata in ufficio .
Vado ugualmente al lavoro e la giornata trascorre molto pesantemente. Non è però mio solito rinunciare facilmente agli appuntamenti presi ed alla sera mi metto a riposo speranzoso che riesca a rialzarmi meno distrutto. All’alba delle quattro mi alzo per fare colazione, fatico ancora a mangiare ma almeno i dolori sembrano passati, rimane un po’ di mal di testa. Vale il detto: “aiutati che il Ciel t’aiuta” :asd: ed allora via che si parte per Biella, insieme a Cimebianche, alias Graziano nonché Fratellone . Qui ritroviamo gli amici randagi di sempre, quelli che condividono con noi tanti week-end sulle strade dei brevetti. Che sorpresa rivedere in sella Capitan-Fakiro (Fulvio Gambaro) , solo a febbraio eravamo stati in ospedale a fargli visita dopo un intervento; c’è anche Barbara (Fanchini) con cui avevo pedalato la randomauri lo scorso anno e che non rivedevo da allora , poi Olga Maffei, altra grande randonneurs, e l’amico Marco (Narcisi) di Correggio, un grande “randagio” , sempre contento e generoso con tutti e molti altri.
Ci prepariamo, ho predisposto la bici con la borsa anteriore ed il bauletto posteriore, preferisco portarmi tutto appresso, visto che raggiungeremo Martigny (dove c’è la possibilità di farsi portare un bag-drop) probabilmente all’alba di domani e pertanto ho la necessità di avere a disposizione tutto il necessario per coprirmi adeguatamente durante la notte.

Tutto pronto, si parte:

Breve briefing ed alle 8 lasciamo Biella. Il primo “impegno” è rappresentato dalla collina morenica della Serra d’Ivrea; da Mongrando si sale a Zubiena. Bastano poche pedalate per avvertire che stò meglio , sembra lontano lo stato che accusavo ieri sera, e questo mi conforta enormemente. :-) Il meteo è quanto di meglio si possa desiderare, e siamo abbastanza tranquilli che non dovremmo incontrare pioggia, se non qualche temporale pomeridiano tipicamente estivo. Incontro in questi primi chilometri Paolo, l’amico randagio che gestisce il sito dei randonneurs ed il forum audax, che piacere rivederlo e pedalarci, questa volta, a fianco sebbene per qualche breve tratto. Il Bianco già fa capolino alla testa della Vallè, nel frattempo ho iniziato a sbocconcellare uno dei panini al prosciutto minuziosamente preparati all’alba. Pre-St-Didier: inizia l'ascesa al Piccolo S.Bernardo. Inizio da subito con passo lento ed agile, come è mio solito. E’ lunga l’ascesa al “Piccolo” eppure mi passa alla svelta, dopo La Thuile l’aria si fa più fresca e mi sento in forma; Cimebianche è in cima ad attendermi, mi confessa di avere qualche difficoltà a mangiare , il gran caldo e lo sforzo della prima salita può a volte creare di questi inconvenienti ma un randagio sa bene che le crisi, così come son venute, passano, bisogna non perdersi d’animo :°°(. Prendiamo una coca cola e ci sediamo un attimo, poi iniziamo la veloce discesa a Bourg St. Maurice , la temperatura aumenta sempre più a mano a mano che ci avviciniamo alla cittadina. Ed eccoci al primo controllo, poco prima di iniziare la salita al secondo colle di giornata: la Cormet de Roselend. Sono le 15,55 , il controllo è posto lungo un bel viale alberato, mangio due panini alla marmellata e mi metto nel borsino, che già abbonda di viveri, un paio di pacchetti di wafers che son certo torneranno utili questa notte .

Prende corpo il gruppo “perfetto”:

Molti ripartono, noi ci attardiamo qualche minuto e quando riagganciamo i pedali formiamo un quartetto con Barbara ed il compagno Massimo, così sarà fino alla fine della randonnèe a cui si aggiungerà un quinto elemento, Ivan (di bergamo) che incontreremo tra poco lungo la salita alla Roselend. C'è ombra lungo questa salita , si stà davvero bene e tira un lieve venticello . Come al solito rimango ultimo ma raggiungo gli altri tre quando ormai l’ambiente si apre sui vasti prati e la vista spazia sulla meravigliosa “Val du Glace” : mancano sei o sette chilometri al colle. E’ qui che incrociamo Ivan , nella sua bella maglia da finisher del Brevetto dell’Epica. Da ora saremo sempre noi cinque . Quando arriviamo in cima alla Roselend, troviamo il camper di un ciclista del GC Meschio che stà anch’egli cimentandosi in questa randonnèe e grazie al suo buon cuore veniamo invitati ad usufruire del loro ristoro privato. :-o Accidenti che gente dal cuore d’oro che si trova nel mondo randagio .
Rifocillati ripartiamo per la discesa verso il Barrage de Roselend, il bel lago artificiale dove mi fermo a fare qualche scatto fotografico. Poi ancora giù fino a Beaufort, dove inizia la salita al terzo colle : il Saisies; Intanto arriva la sera ma ancora c’è abbondanza di luce.
I randagi conoscono bene quei momenti d’estasi provati durante questa o quell’ascesa, in solitaria, quando ciò che in quel momento li circonda crea una sorta di sospensione eterea e tutta la fatica della salita svanisce per lasciare il posto al volo leggero dei pensieri : le prime luci della sera che risaltano le sfumature dei vasti prati alpini incorniciati dal massiccio del Bianco e l’aria fresca che mi accarezza il volto mi distaccano dal mondo terreno, non so più dove sono e con chi sono eppure mai come in questi momenti mi sento a casa mia. Mette fine a questo stato di estati profonda la visione della strada che s’impenna verso il paese di Saisies :wacko:, un’importante località sciistica che segna anche il culmine del colle. Gli ultimi raggi del sole dritti negli occhi mi impediscono quasi di carpire la fine della salita. Quando la strada spiana vedo i quattro compagni a bordo strada e vicino il camper che avevamo incontrato prima sulla Roselend. Ci offrono ancora da bere e da mangiare, cerchiamo in qualche modo di contraccambiare con un’offerta perché ci spiace andare sempre a scrocco. E’ tempo di predisporre i fanali, mettere la maglia lunga , i gambali, e le fasce riflettenti prima di scendere verso Megève, la sera è giunta ed inizia a tirare un’aria piuttosto fresca. Sono rassicurato e contento nel vedere che il fratellone ha ripreso la sua solita energia , è una roccia !

continua......
 

femfem

Apprendista Scalatore
11 Marzo 2005
2.262
40
Visita sito
Bici
..
Arriva la sera:

Si scende , ormai i faretti svoglono bene il proprio lavoro. Adesso serve molta attenzione a non sbagliare strada, il buio, il dedalo di strade e stradine, le discese che impongono maggiore velocità fanno sì che sbagliare divenga facile . Raggiungiamo St.Gervais e se vogliamo mangiare occorre che ci sbrighiamo a cercare un bar altrimenti tra poco troveremo tutto chiuso, sono le nove e mezza ed in queste località gli esercizi “fermano” ad orario certamente anticipato rispetto alle nostre abitudini. Troviamo una brasserie in cui servono anche pizze e panini: ci sediamo, gli avventori ci guardano non poco incuriositi e forse ci prendono anche un po’ per matti, ma il gusto delle randonnèe è anche questo : suscitare la curiosità e lo stupore della gente comune.
Sostiamo per un’oretta circa; l'aver mangiato e bevuto una bella birra fresca ci ridarà le energie sufficienti a raggiungere il prossimo controllo di Martigny posto a 70 Km da qui ma che vede di mezzo il superamento dei colli Montets e Forclaz e soprattutto le colline che portano da St.Gervais a Chamonix.

Si ricompone un folto gruppo nel pieno della notte:

Ci rimettiamo in marcia , alcuni momenti di indecisione a certi incroci ma siamo bravi a non sbagliare la strada. Si sale, rampe cattive, le ricordo nel mio giro di tre anni fa ma allora le affrontavo in discesa, ad un certo punto , poco sopra di noi appaiono una quantità tale di lucine in avvicinamento veloce, da far credere vi sia un astronave in panne che stà precipitando sulle nostre teste ! :shock:
Sono i randagi che erano avanti e che stanno riscendendo convinti di aver sbagliato strada. Ci consultiamo ma poi alla fine vince la nostra idea che siamo sulla retta (si fa per dire visto gli innumerevoli tornanti) via . Per fortuna loro, ad anche nostra, la strada sarà proprio quella giusta e procedendo in salita superiamo la collina giungendo alle porte di Chamonix. E’ una fortuna che si sia ricomposto questo bel gruppo proprio ora: faremo strada comune fino a Martigny aspettandoci su ogni salita e rendendo così più sicuro il viaggio. Argentiere: si sale al Col Montets, nulla a che vedere con i colli pedalati in precedenza, molto più dolci, c’è fresco, non freddo, una luna piena che permette di vedere bene la strada anche spegnendo i faretti, ma ovviamente non lo fa nessuno , è sempre molto pericoloso nonostante il traffico sia praticamente assente . Si scende dal Montets, passiamo la dogana (deserta) ed entriamo in Svizzera: salita al Forclaz, lunga, ma anche questa molto ben pedalabile. Ho ancora fame nonostante abbia mangiato una cinquantina di chilometri fa. Mi scarto quei wafers che avevo preso al primo controllo ieri pomeriggio e li divoro ! Arriviamo in cima al Forclaz, sono tutti li ad attenderi ritardatari, ed io sono tra questi . Poi giù in picchiata a Martigny, perché ora inizia ad essere freddo, si avvicina l’alba ed è l’istante in cui la temperatura scende sensibilmente, e poi non vediamo l’ora di fare una sosta . Stiamo scendendo i lunghi rettilinei del Forclaz, con la strada illuminata dai nostri potenti faretti quando Il mio fido compagno Cimebianche rischia l’osso del collo a causa di un cerbiatto che sbucato all’improvviso dal ciglio stradale gli fa compiere non so quale sorta di equilibrismo per evitare il peggio :azz: assisto alla scena, essendo io poco dietro a lui, e vengo assalito da un brivido ; per fortuna di mio fratello, ma anche dell’animale, i due non collimano e a parte lo spavento tutto si risolve al meglio . Sono le 3,40 del mattino quando facciamo ingresso al locale della protezione civile di Martigny dove è posto il secondo controllo. Ci avventiamo su un bel piatto di pasta, (anche più di uno) e della frutta prima di concederci un po’ di riposo su uno dei letti a castello di cui il ricovero è fornito. A parte alcuni che decidono di ripartire quasi subito, la maggior parte si concede qualche oretta di sonno. Dopo un rapido consulto decidiamo di mettere la sveglia alle sei . Riesco a prender sonno e a parte il forte mal di gola, che mi tiro dietro da qualche giorno, trovo enorme beneficio da questa oretta o poco più di riposo.

Si riparte dopo qualche ora di riposo:

Ci rialziamo alle sei ma tra un attesa e l’altra si fanno le sette quando ci muoviamo da Martigny, ed il sole è già presente su gran parte della valle del Rodano: direzione Briga. Il vento ci risparmia per tutto il tratto di valle , a Briga ci attende la salita al Sempione. Ci si presentano due alternative, la statale classica, più dolce ma anche più trafficata, oppure la vecchia strada che si innesta, molto più su, alla statale stessa ma che presenta pendenze ben maggiori . Si decide, visto le fatiche accumulate per la statale. Perfetto, allora seguiamo la statale, benissimo, … di qua ragazzi ! … Ma com’è, come non è, ci ritroviamo proprio sulle rampe assassine della strada vecchia !! :wacko: Va beh ! ormai ci siamo , che vogliamo fare?... mica possiamo tornare indietro ! Procediamo su queste pendenze che non scendono mai sotto l’otto-nove percento con l’aggravante di un sole cocente ! Quando finalmente, dopo sei o sette chilometri scorgo il ricongiungimento alla statale tiro un sospiro di sollievo ! Adesso la pendenza è più dolce e inizia anche l’ombra . La maggior parte del gruppo del mattino è ormai avanti, rimaniamo noi cinque aficionados ad attenderci in vetta ed alle 13,20 timbriamo al terzo controllo del Sempione. Ci attende ora la veloce discesa a Domodossola a cui farà seguito il lungo avvicinamento a Biella attraverso la Valdossola, il bacino del Cusio e la Baraggia vercellese: sicuramente ci sarà da schiattare dal caldo ma almeno abbiamo ancora abbondante tempo a disposizione.
Appena passata la dogana di Iselle siamo di nuovo sul patrio suolo, una trattoria fa al caso nostro per mangiare qualcosa: e di meglio non potevamo trovare perché con dieci euro ci servono primo secondo contorno, birra e caffè ! :sbavon: Davvero incredibile ! Il pensiero di rimetterci poi in sella ed affrontare i 120 Km mancanti ci prende male ma intanto pensiamo a goderci il pranzo. I cinque cavalieri “erranti”, anzi quattro perché tra noi c’è una dama, si concedono un breve riposo seduti al tavolo della trattoria. Quando ripartono sono quasi le tre del pomeriggio .

Le fasi finali:

Finchè si tratta di raggiungere Domodossola va ancora bene perché la strada seguita a scendere ma poi percorrere l’intero fondovalle del Toce diviene via via sempre più faticoso, il caldo si fa opprimente e ci si mette anche il forte vento contrario :wacko: . Meglio non sprecare energie inutilmente e cercare un’andatura tranquilla che consenta di mantenere una certa riserva, visto che abbiamo ancora parecchia strada. Un po’ di sollievo lungo la litoranea del lago d’Orta: qui la temperatura è più fresca e si pedala meglio . Qualche leggera difficoltà per il nostro compagno di Bergamo che quando la strada s’impenna perde un po’ terreno ma in cinque abbiamo pedalato fin quì ed in cinque arriveremo. Rallentiamo di un poco l’andatura, questo ci consentirà di non brasarci definitivamente per i successivi chilometri ed i prossimi strappetti . E’ un continuo assicurarci che tutti restino uniti, che nessuno perda le ruote di chi le sta dinanzi. Inizia a calare il sole quando giungiamo a Cossato, sono gli ultimi strappetti prima dei dodici chilometri finali, dritti ed in leggero falsopiano, che portano a destinazione. Come non bastassero le “sofferenze” fin qui sopportate, un simpatico insetto che chissà dove guardava, visto che io mantenevo correttamente la mia destra, mi si schianta in bocca ! :bua:Fortunatamente riesco a chiuderla in tempo ma tanto basta per essere punto sul labbro. Mi passa però la stanchezza e la sonnolenza , sarà che è un’effetto dopante ?... Eccoci quindi a Biella , giungiamo alla medesima piazza dove ieri mattina siamo partiti. Si conclude così questa nostra cavalcata attorno al Bianco , dopo 36 ore e 40 minuti (se proprio vogliamo essere precisi) che ci ha regalato tante emozioni e la soddisfazione personale per averci creduto nonostante lo stato fisico della vigilia.
Ringrazio in primis Cimebianche , nonché fratellone, ed i compagni di viaggio Barbara, Massimo e Ivan o-o; questa la bellezza del randagismo: la spontaneità con cui si crea un gruppo, che via via condivide ogni difficoltà e che si fa complementa a vicenda nella capacità di proseguire verso la destinazione .

Un grazie anche agli organizzatori della VallelvoBike che alla loro prima esperienza in un 600 si sono prodigati in modo egregio. Una sola critica può essere fatta circa il tempo limite che per questo brevetto era piuttosto scarso, considerate le difficoltà del tracciato .
Magari tralasciando l’affiliazione alle omologazioni standard , lo si potrebbe gestire con un regolamento autonomo che permetta di allungargli il tempo massimo donandogli, così, ancor più bellezza . Per il resto ci siamo "divertiti” e chi mastica il randagismo avrà intuito correttamente quello che voglio intendere . ;-)