Vivere da "assente ingiustificato": ma ne vale la pena ?

mb70

Novellino
10 Febbraio 2018
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lucca
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pinatello

Confermo per esperienza diretta. All'inizio si inizia a correre, magari dopo i 40 e un decennio di divano+Marlboro, per dimagrire. Se scatta la scintilla e si inizia a entrare in forma è davvero dura controllarsi. Ti senti benissimo, ti vedi benissimo, cambi tutto il guardaroba, inizi a mangiare bene. Ad un tratto ti sembra di avere 20 anni. Pericolosissimo!!
Conosco ragazzi che sono andati fuori asse e qualcuno ha pensato pure di cambiar moglie/compagna.
Poi dopo dipende. O continui ad aumentare i km e presto ti blocca un buon infortunio. O vai in overtraining che neanche è uno scherzo la nausea da corsa.
In bici le endorfine ci sono ma si presentano in modo meno irruento. Sarà peggio perché è più subdolo?

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Alessiuccio

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Bianchi Sempre Pro Ultegra - Bianchi Impulso Veloce
Io non so che etichetta ho addosso... sono ancora nella fase in cui mi alzo all'alba per allenarmi durante la settimana, e mi piace attaccare il numero dietro. Ma a tutto questo alterno anche un ciclismo diverso, il puro piacere di fare km. Quest'anno per la prima volta nella mia vita ho fatto un weekend fuori porta, partendo e tornando in bici, con solo il mio zainetto dietro. L'anno scorso la mia prima (e finora unica, ma non mancherò di ripetermi) randonné. Mi piacciono entrambi i "mondi", che sono solo due tra gli infiniti esistenti per giocare con le nostre bici. E per quanto mi riguarda, nessuno dei due ha la pretesa di essere il più importante nella mia vita... semplicemente ADESSO mi fa star bene che ci siano entrambi. Del domani non c'è certezza, ma solo se e quando inizierò a farmi delle domande probabilmente cambierà qualcosa...
 

Marietto64

Apprendista Velocista
14 Dicembre 2010
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ROSE CDX 8810 etap HRD
Leggendo le tante storie di tanti di noi ciclisti, mi accorgo di mondi personali dove la propria passione ha svolto un ruolo. Magari di sfogo, di evasione, di soddisfazione egotica, di puro piacere. Ma un ruolo importante. Poi la vita va avanti, le cose cambiano e cambia anche il ruolo del ciclismo. È qui che intercettiamo, credo, quella voglia di cambiare anche la propria visione del nostro rapporto con lo sport. Io guardo con un misto di nostalgia e tenerezza di quando mi innervosivo quando non potevo uscire o rispettare le mie tabelle. Ora sono molto più rilassato, certo, più saggio, certo, attribuisco le giuste priorità. Tutto logico. Normale. Ma mi manca quel pizzico di follia che rendeva speciale ogni uscita, anche la più scontata. Forse questo è il prezzo, accettabile, che si paga quando si comincia a invecchiare.

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vadopianovunque

Pignone
17 Aprile 2017
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Ex caad 12
Semplicemente chi non si spreme con tabelle e simili,è solamente invecchiato “ciclisticamente”ha messo giudizio. Anch io sempre più spesso,mi ritrovo in questa situazione...


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catman

Scalatore
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Pinarello
Semplicemente chi non si spreme con tabelle e simili,è solamente invecchiato “ciclisticamente”ha messo giudizio. Anch io sempre più spesso,mi ritrovo in questa situazione...


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ci si spreme x bene anche senza tabelle! se ogni giro che fai (anche quelli con dislivello importante) torni a casa con più di 30 di media credo sia una bella spremitura.

cmq non si parlava di chi fa gare o no di chi mette i numeri o no ma del fatto che dopo qualche anno di tanti allenamenti (in funzione delle gare oppure no perché x fare 350 km e 5000 disl a buon ritmo ci vuole tanto allenamento) ci si stanca e si molla un po'
la trovo una cosa naturale.ci sono periodi diversi nella vita e priorità che cambiano
fare 10-15-20 ore di bici a settimana è possibile x qualcuno con parecchia fatica ma anche un po' di egoismo e prima o poi ce se ne rende conto...meglio saperlo già dall'inizio e tenerlo ben presente
 
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Radfahrerin

Novellino
3 Giugno 2017
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da rottamare
Di certo ogni passione va gestita e controllata al meglio quando si ha una famiglia e soprattutto persone che dipendono da noi e richiedono le nostre cure e attenzione con una certa costanza. Ma è tutta questione di come si vivono le proprie passioni in generale, non della bici in particolare. Forse chi è agonista si lascia prendere la mano più facilmente e soprattutto chi è agli inizi (a qualsiasi età), riesce a regolarsi meno e non ha ancora chiaro il senso dei propri limiti. Però personalmente, pur avendo in passato esagerato e trascurato cose più serie a favore di un hobby poco remunerativo in termini monetari, non riesco a pensare alla bici come a qualcuno che mi abbia sottratto tempo, persone, cose. Anzi, molti dei miei ricordi più belli attengono a momenti trascorsi in bici, ai luoghi visti e sensazioni esperite quando ero in sella alla mia compagna di viaggio. Penso perciò di essere stata fortunata a conoscere quest'attività perché mi dona un senso di regolarità e di sfogo, che non riesco a ricevere da altri passatempi comunque piacevoli e ormai questo stile di vita e pensiero è talmente parte di me che se non pedalassi, mi sentirei comunque ciclista ma ahimé senza bici.
 

Ale Ciava

Pedivella
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ormai questo stile di vita e pensiero è talmente parte di me che se non pedalassi, mi sentirei comunque ciclista ma ahimé senza bici.

Credo tu abbia proprio ragione. Non ricordo dove, ma da qualche parte ho letto che, una volta abbracciata questa passione, si è ciclisti per tutta la vita... Sono ancora più convinto di questo (anche leggendo quel che scrivi)... pur se la si mette da parte per un pò , se le si ridimensiona lo spazio nelle nostre giornate, se si finisce per guardarla solo in TV o a parlarne con gli amici ricordando questa o quella uscita, la bici è qualcosa che resta dentro e che in un certo senso cambia il nostro approccio alla quotidianità, migliorandola...
 
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rapportoagile

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Io non dico che siano tempo perso, ognuno le giudicherá come meglio crede.
Ma giá qualche annetto fa (,,,ben 8) scrissi questo:

https://www.bdc-mag.com/forum/threads/il-perchè-delle-granfondpinione-personale-non-polemica.95125/
 

catman

Scalatore
3 Giugno 2011
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Io non dico che siano tempo perso, ognuno le giudicherá come meglio crede.
Ma giá qualche annetto fa (,,,ben 8) scrissi questo:

https://www.bdc-mag.com/forum/threads/il-perchè-delle-granfondpinione-personale-non-polemica.95125/


siamo d'accordo

anch'io lo dico da anni e ne faccio 1 o 2 all'anno vicino casa ma che forse sono anche troppe a dire il vero non capisco chi ci trova qualcosa di positivo....ho fatto duran staulanza giau e falzarego partendo da casa mia (tra Padova e Bassano) sabato scorso....per fare quasi la stessa cosa (a dire il vero molto meno ) domenica avrei dovuto pagare 120 euro fare la notte in albergo e rispettare orari assurdi tipo la partenza alle 6 in alta montagna, griglie, code e rallentamenti su tutti i primi 50 km......

ma il discorso che si faceva nella discussione non era sulle gf o meno...era più generale anche se le gf sono parte in causa (insieme al lavoro famiglia casa allenamenti ecc...) essendo enorme fonte di stress che a lungo andare può provocare una crisi
 
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Matteo

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Non scrivo da anni su questo forum... mi sono iscritto che ne avevo meno di 30 e adesso ne ho 41! Meglio non pensarci.

Secondo me per ognuno esiste un kilometraggio ottimale "personale", per cui la bicicletta migliora la vita (sia la salute che la mente, quindi anche i rapporti con moglie, figli etc).

Nel mio caso specifico il numero magico è 2500km, distribuiti da Marzo a Ottobre, con una settimana più intensa in estate dove piazzare qualcosa di più spinto (es. Giro Stelvio, Mortirolo o una MF quando ero più giovane).

Se ne facessi di più mi sentirei in colpa e probabilmente ne risentirei (ho un lavoro incasinato che mi toglie molte energie fisiche e mentali), se ne facessi di meno idem.

Il mio massimo è stato 5000km/anno (troppi per come è organizzata la mia vita) il minimo 1000km (da circa 3 anni, casua figli e moglie molto impegnata nel lavoro). Infatti la bici mi manca un po' ... ma a 41 anni si può ancora recuperare... vero?
 

Ale Ciava

Pedivella
27 Agosto 2014
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ma a 41 anni si può ancora recuperare... vero?

Conosco persone che hanno iniziato a pedalare dopo i 40 anni, si divertono e vanno anche molto forte ... come conosco pensionati che passano le loro giornate in bici , facendo anche giri da 200 km e 2/3k disl... il bello della bici è anche questo: è senza età.
 
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Lightwave

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26 Luglio 2013
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B'Twin Triban 5
Ho parlato dell'argomento con alcuni del mio gruppo e sembra che il problema "dipendenza" sia tutt'altro che raro, sembra anzi quasi un passaggio che molti si sono trovati ad affrontare

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flavio-resana

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ciao, è un passaggio di "Maturità" o meglio; ci si diverte molto di più e si assapora il giusto modo di uscire in bici, spensierato e con solo tanta voglia di evadere dal mondo frenetico di oggi.
Io ho fatto un periodo nel quale uscivo costantemente per allenarmi sempre di più, dai 70 ai 100 km ogni 3 gg con lunghi di sabato e domenica, riposo forzato 4 gg e poi via di nuovo...oltre 12000 km in un anno e VOLAVO pesavo 68 kg ed ero in una forma da paura veramente...finalmente realizzavo tempi degni di molti miei amici super atleti.
Poi (se leggi sul forum trovi tutto...) tra casini di salute, soldi e famiglia la attività ciclistica si è ridotta, finché mia moglie mi ha dato uno scossone regalandomi il telaio BIANCHI SPECIALISSIMA CV; io soffrivo di ADP (attacchi di panico) in maniera PESANTISSIMA, uscivo x 3 km e il cuore schizzava a 200 bpm e non riuscivo più a tener su la bici, sono finito in PS più volte, l'ultima ad Asolo con un attacco che sembrava davvero un infarto (questo mi ha segnato definitivamente sulla "paura" di uscire in bici) invece per fortuna alfa proteina e tutto in regola.

Dal regalo e da 2 schiaffi secchi in faccia ho voltato: mi piace sempre sperimentare e collaborare con negozi e case costruttrici (o trader in far East) ma esco saltuariamente, salite ne riesco a fare ma dai 68 kg sono arrivato a 80 kg...e li sento tutto, infatti la BDC è stato un buon modo per divertirmi, staccare dalla famiglia e prendermi 4 orette per me.
Ora mi diverto, faccio medie del caxxo ma la bici bella mi appaga il mio EGO personale e questo mi aiuta pure ad uscire.

Goditi la bici come divertimento puro e non pensare più ad altro
 
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Ale Ciava

Pedivella
27 Agosto 2014
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Curiosità: qual era poi la causa che scatenava questa reazione cardiaca ?
 

faberfortunae

Scalatore
30 Settembre 2011
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sempre una in meno...
Anzi, rilancio pur condividendo il senso dei post dell'autore di questa splendida discussione.
Chi continua a rimanere "prigioniero" della passione non è detto che sia sempre inconsapevole, anzi molto spesso non lo è, essendo magari il primo ad anelare uscite in tranquillità con amici per puro spirito di godimento della bici.
Ma non lo fa per continuare a migliorare, per dedicarsi totalmente alla voglia di progredire, di lavorare duro per poi misurare (o almeno sperare di misurare) i piccoli o grandi miglioramenti.
Questo dovrebbe indurci a maggior prudenza nei giudizi nei confronti di coloro che "vanno forte" (o semplicemente più forte di noi..)
Non è vero che é sempre e solo una questione di tempo disponibile per gli allenamenti: è anche e soprattutto una questione di abnegazione e disponibilità al sacrificio.
Che ciò possa essere condiviso è un altro paio di maniche, ma la discussione insegna (o dovrebbe insegnare) che l'atteggiamento semplificatorio o riduttivo che molti hanno nei confronti di coloro che restano "assenti ingiustificati" assomiglia molto a quello della volpe con l'uva..
 

flavio-resana

Maglia Gialla
16 Ottobre 2009
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Curiosità: qual era poi la causa che scatenava questa reazione cardiaca ?

ansia e attacchi di panico conseguenti in cascata (i peggiori in quanto peggiorano di secondo in secondo amplificando le sensazioni...dolore al torace, oppressione etc).
In realtà ci convivo tutt'ora e delle volte è molto difficile...ma la vita è una prova e va sempre superata!!
 

Bradipotamodimontallina

Apprendista Passista
21 Giugno 2018
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Si può vivere benissimo lo sport facendo 30 gare all'anno, uscendo sempre a tutta e storcendo la bocca se il tuo amico ti propone una sosta per un caffè. Se si torna a casa soddisfatti è bellissimo lo stesso.

Ma,a me pare una forma di nevrosi.D'altronde tutti siamo colpiti da patologie nevrotiche solo che alcune sono socialmente accettate o addirittura incoraggiate in quanto tendono a riprodurre il sistema sociale,altre sono socialmente disfunzionali anche perchè possono minare le basi del sistema stesso e quindi vengono "curate" o soppresse.Il comportamento che hai descritto per me fa parte delle prime.
 
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Ale Ciava

Pedivella
27 Agosto 2014
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Non ho compreso se la bici abbia in qualche misura determinato questi stati...
 

flavio-resana

Maglia Gialla
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Non ho compreso se la bici abbia in qualche misura determinato questi stati...

si, tutto è partito da un malessere avuto dopo uno sforzo in salita ad Asolo, sembrava un infarto e mi sono arrivati i soccorsi in codice rosso, mentre alla fine (tra ambulanza dove ho fatto ECG senza trovare tracce e ospedale senza tracce anche lì sia ECG sia Alfa Proteina) si trattò di pre sincope dovuta a stato di disidratazione (avevo avuto qualche problema di stomaco).

direi che la bici, invece, mi sta aiutando in tal senso...mi piace starci dietro, curarla, manutenerla, divertirmi e abbellirla....