Visita a Dario Pegoretti

mauricio

Apprendista Passista
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Scapin e Vetta di ferro
Kitch?
Saranno gusti, ma io trovo v e r a m e n t e kitch le grafiche delle bici in carbonio ultra moderne.
Stessi colori ed accostamenti nonostante siano di marche differenti.
Forcelle contorte, carri altrettanto, tubi orizzontali arcuati sono delle vere opere d'arte!?!?
Ma per favore ......
 

gattonero

Princeps Mechanicorum
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Cinelli Supercorsa,MysticRats,HotRats,SoftMachine,Proxima ¦Scapin Blato¦Condor W.S.¦Brompton¦Peugeot
boh, mi dissocio dal coro, senza contestare le qualità tecniche dei telai ( che non conosco ed in ogni caso non avrei le competenze per dire nulla :mrgreen: ), ma limitandomi all'aspetto estetico, trovo che le fantasie utilizzate da Pegoretti siano al limite del kitsch.

Beh, puoi scegliere che le grafiche te le faccia lui, o le fai tu, o ti puoi far fare colore unico :-)

Io non avrei dubbi: nera con parti rosse e viola :mrgreen:
 

forzagenoa

Pignone
22 Febbraio 2009
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Fante, Serena, Gios, Cavalera, Bianchi Rekord 748, Perico, MTB Specialized M4
A 55 anni, considerando che i telai "personali" (quelli che non si usano mai in inverno, meno che mai se piove, quelli sempre lucidi per un filo di vaselina, etc etc ma soprattutto sono prodotti da un Signor telaista) mi restano come nuovi 10 anni, l'ultimo che farò ritengo che possa essere solo un Pegoretti.
Per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, si incazza se gli chiederò che sono disposto anche a restare in attesa più del normale basta che lo costruisca proprio lui?
 

forzagenoa

Pignone
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Ecco, ora sembra che Dario prenda gli ordini e li giri ad un terzista che gli fa i telai subito, dopodiche fa aspettare un po' la gente e gli manda un telaio patacca :mrgreen:

Speriamo intervenga lui a chiarire...

Spero proprio che Dario non perda tempo per un intervento del genere.
Mi considererei rimbambito solo a pronunciare la parola terzista vicino al suo nome. Ringrazio Accinson che ha capito cosa intendevo dire.
Non batterei ciglio neppure se avesse supervisionato quanto fatto perfettamente a sua immagine e somiglianza da un suo allievo.
E' che semplicemente per la sola passione che contraddistingue i non agonisti che per di più devono pure far grossi sacrifici economici per assecondare i desideri della vita, sentirsi dire da Pegoretti (nel caso specifico): ho finito il tuo telaio, vieni a prendertelo, te lo fà sembrare ancor più bello.
 

gattonero

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Che io sappia, Dario ha due persone che lavorano con lui, e che sicuramente fanno anche qualche saldatura.
E' più che ovvio che in una officina si hanno gli assistenti.
Non c'è solo da saldare i tubi, ma tutta la preparazione, il progetto, la scelta del tubo, il taglio, la sgolatura, ....e poi la saldatura dei tubi in sè, e poi tutte le cose come i fermacavi, e gli attacchi filettati...
Qualcun'altro lo dovrà fare.
E se va bene a lui, buona camicia a tutti!
 

camoscio d'oro

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Anzitutto complimenti ad un artista, più che ad un artigiano, telaista di pezzi unici, personalizzati e irripetibili.
Ma mi sorge una domanda: ok il romanticismo, ok la passione per un oggetto che parte dal cuore, ok l'artigianato; ma io ho come l'impressione che la produzione artigianale non possa più essere al passo con i tempi, e non solo per una questione di moda, quanto per un discorso di innovazione tecnica. Sbaglio? me lo auguro.
E comunque complimenti a chi possiede questi telai, probabilmente riesce a catturare il lato romantico del ciclismo meglio di me.....
 

ezio79

Moderator
4 Aprile 2007
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Anzitutto complimenti ad un artista, più che ad un artigiano, telaista di pezzi unici, personalizzati e irripetibili.
Ma mi sorge una domanda: ok il romanticismo, ok la passione per un oggetto che parte dal cuore, ok l'artigianato; ma io ho come l'impressione che la produzione artigianale non possa più essere al passo con i tempi, e non solo per una questione di moda, quanto per un discorso di innovazione tecnica. Sbaglio? me lo auguro.
E comunque complimenti a chi possiede questi telai, probabilmente riesce a catturare il lato romantico del ciclismo meglio di me.....
credo che qui ci sia la risposta al Tuo dubbio

http://www.bdc-forum.it/showpost.php?p=2559956&postcount=207
 
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sante pollastri

Guest
Anzitutto complimenti ad un artista, più che ad un artigiano, telaista di pezzi unici, personalizzati e irripetibili.
Ma mi sorge una domanda: ok il romanticismo, ok la passione per un oggetto che parte dal cuore, ok l'artigianato; ma io ho come l'impressione che la produzione artigianale non possa più essere al passo con i tempi, e non solo per una questione di moda, quanto per un discorso di innovazione tecnica. Sbaglio? me lo auguro.
E comunque complimenti a chi possiede questi telai, probabilmente riesce a catturare il lato romantico del ciclismo meglio di me.....
qui credo che lo scetticismo sia rivolto piu' in generale verso l'acciaio.
purtroppo il luogo comune che acciaio=passato è duro a morire.
per sfatarlo l'unica soluzione è provare,oppure essere sverniciati da uno di questi residuati bellici mentre si è alla guida di una bici alla moda di sei/sette chili.
scusa la brutalità,non lo faccio mai ma,almeno per me la misura è colma da un pezzo.
pensa che quando mi imbatto in un gruppetto che non conosco non solo non ti salutano,non solo fanno di tutto per staccarmi,ma li devo pure aspettare in cima ad ogni strappo o salita:mrgreen:
 

ciofecca gialloblù

Apprendista Velocista
16 Maggio 2009
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de fero
"io ho come l'impressione che la produzione artigianale non possa più essere al passo con i tempi, e non solo per una questione di moda, quanto per un discorso di innovazione tecnica. Sbaglio? me lo auguro.

Come giustamente sottolinei tu, è un'impressione o-o.
Per comprendere se questa impressione sia veritiera o meno, dovresti avere la possibilità di provare un moderno manufatto artigianale (Pegoretti in primis, purtroppo un po' di parte lo sono, ma solo perché conosco il reale valore delle sue creazioni, ma anche Zullo, DeRosa, ecc..), solo allora libereresti la scena da ogni dubbio.
Io ho fatto il percorso contrario: proprietario di un telaio artigianale d'acciaio, ho provato monoscocche in carbonio di amici, solo allora ho capito che il plusvalore della mia bici, non va ricercato tanto nel diverso materiale con cui è realizzata, ma nel meticoloso studio nella scelta ed accoppiamento delle tubazioni, al fine di realizzare una geometria realmente adatta alle mie esigenze.
Credo che per un telaista artigianale, l'innovazione sia il "pane quotidiano", ogni cliente è diverso dal precedente e sarà diverso dal successivi, in tal senso non ci si può ancorare a rigidi, per non dire sclerotici, schemi di pensiero, poi tutto dipende da cosa intendi per innovazione: se ti riferisci all'introduzione, ogni anno, di due o tre nuovi modelli a catalogo, allora ti do ragione.
Ma poi chi chiedo: questi continui cambiamenti sono davvero forieri di un aumento delle performances, oppure sono mirati a far "scattare la voglia di cambiar bici" in noi utenti, col conseguente fiume di denaro che entra in tasca ai costruttori?
Per me, invece, innovare significa possedere un saldo bagaglio di conoscenze di base da cui poter attingere, prendendosi il lusso di non essere costretti a gridare ai 4 venti di aver introdotto la novità X sul telaio Y.
Se penso alla storia dell'evoluzione dell'uomo e la raffronto alla storia dell'evoluzione della bici, non mi raccapezzolo più, mi spiego: dopo tutto abbiamo sempre una testa, un tronco, due braccia e due gambe, eppure in questi ultimi anni le grandi ditte produttrici che investono in ricerca...spesso fanno a gara per chi riesce a stravolgere maggiormente la geometria classica di un telaio;nonzo%
 

orsoarcubo

Velocista
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Inoltre è un pò una castronata il fatto di avere 3 o 4 misure standard e poi aggiustare le misure dal biomeccanico regolando le sporgenze...un conto sono le appendici (manubrio,sella,pedivelle),un conto è la geometria vera del telaio che sposta i punti di applicazione e le reazioni del telaio col ciclista sopra.
E questa cosa la puoi fare solo col su misura,considerando che si può agire su mille parametri,tipo e forma delle tubazioni,tipi di saldatura,geometrie,ed ovviamente le misure personalizzate per il ciclista.
In effetti vedo meglio un telaio creato con le misure giuste tenendo conto delle altre variabili tipo attacco e cannotto sella che prendere un telaio standard ed adattarlo in toto con questi accessori.
Ultima cosa,avete mai provato un telaio su misura in acciaio di quelli seri in discesa?
Se non lo avete mai fatto ed usate uno standard in carbonio vi consiglio di farlo e la prima cosa che vi chiederete è "dov'è il trucco?",perchè con i vecchi 8 tubi di ferro se il telaio è ben fatto la precisione e la stabiltà sono di un altro pianeta (ricordo che io ho anche un Extreme Power oltre al Master ed al Grandis in acciaio e le differenze si sentono anche ad occhi chiusi).
L'Extreme va benissimo anche in discesa ma non dà la stessa sensazione di solidità e controllo in frenata e nelle curve che sono tipici dei telai top in acciaio.
 
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gianky

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...come rigidità non se la passano male i top in acciaio....
la comodità c'è, le reattività pure.......
.............;nonzo%

ah, zacco , pesano un kilo in più.......:mrgreen:
o-o
 

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orsoarcubo

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...come rigidità non se la passano male i top in acciaio....
la comodità c'è, le reattività pure.......
.............;nonzo%

ah, zacco , pesano un kilo in più.......:mrgreen:
o-o

Ma non credere,ho sentito Grandis di corto per un su misura non estremo sul lato peso e mi ha detto che saldato tig con ulteriore irrigidimento filled brazed,con scatola oversize microfusa e saldobrasata,nella mia misura cioè circa 56x56 e come peso si ronza intorno al chilo e 600,chilo e 700.
Quindi considerando che si tratterebbe di un telaio extra rigido e garantito come robustezza al 100% non è niente male,siamo sui 6-7 etti in più di un telaio extralight in carbonio.