Sono in ferie una settimana ma i numerosi impegni che mi sono posto non mi lasciano tregua, iniziamo con una sveglia all’alba per lunedì, mia mamma mi ha fissato una visita da un rinomato neurochirurgo a Tencarola (PD), arriviamo all’appuntamento con un ora di anticipo, ed il Dottore invece arriva con 30’ di ritardo, mi dicono che il medico è piuttosto scontroso, e bisogna perseguitarlo per farsi ricevere. Giunti nel Suo studio, vuole sapere subito chi ha fissato l’appuntamento, vuole vedere in faccia chi gli ha rotto le palle sino all’esasperazione per prendere un appuntamento. Mi dice schiettamente: MA LEI COSA SI ASPETTA DA ME? Io che sono abituato a mediare cerco di smorzare gli animi, e cosi inizia a consultare le cartelle Cliniche, mi domanda se ho avuto un incidente in moto o in macchina, quando gli dico in bici, gli sembra impossibile che abbia fatto tutti questi danni, ci elenca tutte le problematiche ed alla fine mi dice in maniera inequivocabile che dopo 28 anni di attività professionale non ha visto un caso come il mio tornare in piedi, lo sapevo il giorno prima parlando con Katia, gli avevo detto che secondo me era tempo perso. Ci dice di non affrontare i viaggi della speranza all’estero, e ci fa esempi di gente facoltosa che ha girato il mondo e che non ha avuto risultati. Usciamo, io è Katia impassibili, ma mia mamma distrutta, trattengo a stento le lacrime, non per quello che mi ha detto , ma per quello che ha provato mia mamma in quella stanza, io preferisco i medici CHIARI e SCHIETTI, loro invece avrebbero preferito un po’ di tatto. Decido di dire a mio papà e mio fratello che il medico ha detto che era troppo presto per fare una valutazione, credo che non serva a nulla farli soffrire. Se il buon giorno si vede dal mattino prevedo una settimana CALDA. Alle 17:00 andiamo a pendere la macchina a noleggio che mi servirà per fare un po’ di guide prima dell’esame per la patente. Non è facilissimo, bisogna dosare acceleratole e freno, ed abituarsi al cambio automatico, facciamo un oretta di guide, e poi andiamo a casa. Alle 21:30 viene a trovarmi Aldo, è la prima o meglio la seconda persona che viene a casa mia in carrozzina, è una bomba per via di informazioni, ed io assorbo come una spugna, nonostante la differenza d’età, con lui riesco a parlare di tutto. Martedì mattina nuova sveglia all’alba, alle 8 sono in macchina questa volta con un istruttore di scuola guida, direzione Vicenza con andata e ritorno in autostrada, dice che me la cavo, io cerco di fare del mio meglio, ma mi sembra di non aver mai guidato in vita mia. Dopo 2h30’ sono di nuovo a casa, ma al pomeriggio vado a letto, sono stanco di testa, devo prendere tante decisioni importanti, e poi la scoperta di un incidente mortale al giro d’italia, mi lascia scombussolato. Mercoledì mattina, nonostante dovrei andare al distretto perché ho chiesto un piccolo contributo per avere un letto, e loro me ne volevano dare uno usato sottratto ad un povero anziano, decido di dormire, sistemiamo un po’ di burocrazia, e sento Paolo per telefono, pomeriggio 1h30’ di guide con Katia. Mia mamma mi richiama ha in concessionaria un altro chirurgo, me lo passa e mi chiede se realmente sento se mi sfiorano gli arti inferiori con le mani. Gli dico di si, è questo non mi promette nulla, ma vuole andarci a fondo. Pori dottori mia mamma li farà andare in pensione prima del tempo. La stanchezza che sento in questi giorni è forse dovuta al fatto che vorrei riuscire a fare tutto, essere d’aiuto a tutti, cercare di fare le cose al meglio, ma non ho il tempo. Oggi ho sentito nuovamente Aldo che mi ha fatto i complimenti per l’editoriale che è stato pubblicato sul giornalino del GALM (Gruppo Animazione Lesionati Midollari), una bella soddisfazione per un novellino, mi era stato chiesto di buttar giù due righe dopo che avevano letto alcune considerazioni sul mio blog, che ormai è diventato di tutti…