LIQUIGAS. «Disappunto e precisazioni sul caso Bertagnolli»
Con il presente comunicato stampa il Pro Cycling Team Liquigas-
Cannondale intende esprimere la propria contrarietà e ferma volontà di chiarimento in merito alla deposizione dellex tesserato Leonardo Bertagnolli (in organico nel 2007 e 2008) rese pubbliche oggi dallUSADA e riportate da La Gazzetta dello Sport.
La presenza di Liquigas Sport (ora Brixia Sport) nel ciclismo professionistico è stata contraddistinta sin dal 2005 (prima stagione) da unintransigente politica di lotta e prevenzione al doping. Oltre allottemperanza di tutte le norme imposte dagli
organi predisposti, dal 2005 al 2007 Liquigas Sport ha sempre formalmente richiesto ai propri tesserati chi fossero i preparatori che, come da prassi prevalente allepoca per i corridori di vertice, erano incaricati della redazione di tabelle di allenamenti.
In seguito al caso della frequentazione dellatleta Di Luca (poi non riconfermato) con il dottor Santuccione e allinformativa esplicitata a fine 2007 del Procuratore Nazionale Antidoping Torri circa i medici inibiti, Liquigas Sport ha lavorato per prevenire alla radice il problema imponendo (prima squadra al mondo) un articolo nei contratti di lavoro tra squadra e atleti che proibisse in maniera categorica la frequentazione di preparatori o medici esterni al team (Paolo Slongo e dottor Roberto Corsetti), pena limmediato licenziamento per giusta causa. Unica eccezione, dal 2008 ad oggi, è stata concessa a Ivan Basso, seguito da Aldo Sassi e dal Mapei Center.
Dal 2008 Liquigas Sport ha proseguito la propria campagna di lotta e prevenzione al doping scegliendo di non rinnovare il contratto, per la stagione 2009, ai corridori che presentassero indizi di mancato rispetto delle norme interne circa la qualsiasi frequentazione di preparatori esterni, cosa avvenuta in più di un caso. Con particolare riferimento a Bertagnolli, il quale presentava anche anomalie nei valori fisiologici, come indicato dal responsabile sanitario, Liquigas Sport ha scelto nel 2008 anche di limitare al minimo sindacale la sua presenza alle corse. Si sottolinea che la società, in presenza di indizi ma in assenza di prove, non poteva procedere in alcun modo contro latleta. E altresì importante smentire laffermazione dello stesso Bertagnolli secondo cui la squadra acconsentì alla frequentazione del dottor Ferrari per la risoluzione dei problemi alla tiroide: nessun atleta, infatti, poteva in alcun modo rivolgersi a medici esterni a quello dello staff sanitario del team. In quel caso Bertagnolli fu autorizzato ad effettuare le consulenze specialistiche necessarie presso lendocrinologo di Ferrara professor Degli Uberti. In secondo luogo, nel 2006 Bertagnolli non era tesserato per Liquigas Sport.
Dal 2009 ad oggi la società sportiva ha rafforzato la propria intransigente politica interna di prevenzione scegliendo di non ingaggiare più atleti coinvolti in casi di doping diventando esempio per il ciclismo mondiale, come dichiarato anche dal presidente dellUCI Pat MacQuaid in unintervista a LEquipe del 9 giugno 2012. Al contempo è stata attuata una campagna di totale trasparenza circa la preparazione e lassistenza sanitaria agli atleti.
«Liquigas Sport prima e Brixia Sport ora hanno sempre scelto la via della totale trasparenza e intransigenza in tema di doping» afferma il presidente di Brixia Sport dottor Paolo Zani. «Oltre al rispetto di tutte le norme, che è la base della nostra politica, in questi anni abbiamo cercato di fare di più. Ci siamo impegnati per prevenire dallinterno qualsiasi problema, scegliendo in maniera autonoma la politica più stringente. Fino al 2008 era possibile per gli atleti scegliere il proprio preparatore, ma mai la nostra squadra li ha spinti verso aiuti esterni, anzi si è prodigata per il contrario. Crediamo che le parole del Procuratore Torri, che in tempi recenti definì la nostra squadra tra le poche ad allinearsi alla nuova politica di prevenzione, siano la miglior testimonianza del nostro impegno. Vorrei infine ribadire che dalla fine del 2008 ad oggi la squadra non ha mai assunto corridori con il minimo procedimento, anche remoto, per doping. Discorso a parte merita la scelta di ingaggiare Ivan Basso, colui che riteniamo leccezione e il miglior esempio grazie al quale i giovani possono imparare che vincere puliti è possibile. Nonostante la nostra politica di intransigenza abbia creato non poche difficoltà nella scelta dei corridori, sarà la stessa che manterremo anche per il fut
gli altarini