Ragazzi io non mi sento over quando sono in bdc ma quando lavoro. Capita anche a voi?
Certo che capita, ma anzitutto mai crearsene un problema interiore, secondo me sono la normale evoluzione dell'esistenza.
Per me, prima della pensione, sul lavoro, ciò che mi sentivo dipendeva dalla resa, sia quella fisica che mentale, dalla capacità di problem solving ecc.
Resa che dipendeva dalla soddisfazione.
Soddisfazione che dipendeva dai rapporti con il capo e tra colleghi, non tutti armoniosi... ma è inevitabile che sia così.
Se arrivava una mela marcia i meccanismi si inceppavano, per farla breve, ma bisognava superare l'ostacolo, che è ciò che fa la differenza. Senza aspettarsi che basti un giorno, spesso si semina per mesi, anni... ma l'impegno proattivo non ci fa mai sentire over, e neppure out.
Se mi venivano affidate responsabilità anche pesanti, ero iperproduttivo e felice, per fare un esempio.
Ma la differenza, finché lavori, sta nel non accettare di stufarsi, è sufficiente chiedersi come si potrebbe far meglio una qualsiasi cosa della solita routine e darsi da fare per proporre il sia pur piccolo cambiamento migliorativo. È solo un esempio tra tanti e diversissimi.
Fuori dal lavoro, sia allora che adesso, notavo e noto (per me) che la mia vita privata tenderebbe a chiedere pace e relax come ricompensa, quindi diluisco gli impegni, salvo disporre di molti hobbies creativi, da ridicolo dilettante, beninteso, come scrivere, suonare, dipingere, fare sport, escursioni, turismo... ma se capitano problemi tendo a non rimandare, per togliermeli di torno al più presto, e così resto un po' allenato.
Poi a casa ce ne sarebbe da fare...
Lato sportivo: decenni fa lo stimolo e la sensazione di efficienza, o di star semplicemente molto bene, veniva sia dal nuovo eventuale personalbest di atletica, nei pochi anni di gare, poi solo di corsa nei boschi, o la salita di montagne impegnative, tutto mi dava l'illusione della giovinezza incorruttibile.
Ora che non è il caso... sono le piccole conquiste a dare rinnovato gusto, il farcela a ripetere certe attività sia pur con tempi più o meno aumentati... tu stessa parli con soddisfazione di quella salita che sei riuscita a rifare... (ma ho capito che in bici il problema non c'è, li non ti senti over).
Per me, dopo l'incidente, la riconquista dell'andare, dai 21/h dei primi tentativi doloranti su pochi km ai primi lunghi attuali (ehm, lunghi per me) dove di mese in mese o vado più forte o/e inserisco salite che solo quattro mesi fa non potevo nemmeno pensare di affrontare...
Ognuno potrebbe inserire esempi diversi, i suoi.
La vita, nel bene e nel male, è un cammino il cui "rendimento" sia fisico che mentale deve inesorabilmente declinare, sta a noi "appiattire la curva" mantenendo le abitudini allenanti, sia per il corpo, es. pedale, escursioni, ecc... per l'ambito lavorativo, dove una delle "medicine" è assicurare che il proprio lavoro sia ben fatto, per la mente soprattutto avere interessi, leggere, seguire i fatti per ragionarci, non per semplice assorbimento di notizie, dialogare e confrontarsi, accettare di ridiscutere idee e convinzioni.
Sul lavoro, tanti anni fa, quando l'ho capita, ho portato degli emeriti str..., i cosiddetti personaggi aggressivi, a parlar bene di me perché non parteggiavo per nessuno ma risolvevo i problemi di tutti.
Più di cinque anni ci ho messo per convertire alcune persone, alla fine è stato un motivo di orgoglio, per me.
Potrei continuare ma replicherei il déjà vu di tanti, in fondo ho detto proprio nulla di nuovo, sono le stesse piccole regole che giovano a tutti, gli stessi fatti che capitano a tutti.