dai, Schoenberg palloso proprio no, eh... presente la Verklarte Nacht? vista dal vivo con una intera orchestra d'archi (come è capitato a me) è da brividi...
poi, d'accordissimo su Mahler (venerdì sera su Rai5 hanno trasmesso il Lied von der Erde diretta da Pappano per l'orchestra di Santa Cecilia... forse lo trovi su rai play, non fartelo scappare!)
Da radio e tv Shoenberg, e non solo, mi fa spesso lo stesso effetto ... neutro o peggio, soprattutto con le voci, tipo Pierrot Lunaire, che non riesco mai a digerire, mentre apprezzo e ho in cd il Pelleas und Melisande, four orchestral work, variations for orchestra, tra i primi che ricordo.
Alban Berg stesso disappunto iniziale, poi qualcosa mi entrò, come accadde per Ives, Schnittke, Ligeti, ecc...ma devo far selezione.
Mahler, ero giovane, sui 30 e sentii alla radio la sinfonia n.1 "il Titano"
Avevo da poco il lettore cd e lo acquistai subito, da li tutte le sinfonie e svariati altri lavori.
Certo è piu facile emozionarsi per i più figurativi, il parallelo con la pittura qui è stretto, tipo Mozart Beethoven (la sesta), Mussorgsky, Caikowsky, Respighi, ma sono passaggi obbligati per approdare poi a Bach e apprezzarne il "senza tempo", il finale della famosa fuga è fantascienza astrale, o Ravel e Debussy, o il meno figurativo ultimo Copland, da ascoltare dopo Gershwin...mentre il Copland di Rodeo, el salon Mexico, Billi the Kid, Fanfare for... e Appalachian spring è immediato!
Passare poi a Quiet city, Inscape, Connotations diventa possibile, prima no, imho.
Di passo in passo arrivo a capire e poi metabolizzare di tutto, così come in pittura, dai classici passare agli impressionisti è facile adesso, mica lo fu allora, poi via via il Picasso di Guernica e Schifano possono far da tramite all'astrazione.
Qui purtroppo molti copiano seguendo mode e valutazioni iper, e non mi emozionano perché imitatori del déjà vu o privi di idee. Tutte o quasi le installazioni da Biennale, nessuna digestione, per me.
Bisogna essere preparati sì, ma anche sinceri con se stessi e non atteggiarsi a fighi che capiscono l'impossibile.
Io non sono mai riuscito a stare 15 minuti a contemplare Mondrian o Miró, invece anche di più di fronte alla siesta di Vincent...
Discorsi interminabili, secondo me...
Avevo 16 anni, un numero di Epoca con un disco sui suoni di uccelli e mammiferi, recitato da Bonatti.
Lo sfondo musicale mi rapiva, letteralmente. Era la sinf 1 di Čaikowskji, che pochi conoscono.