Quindi cercando maggior "rigidità laterale" della ruota si potrebbe sacrificare l'aerodinamicità del raggio a favore di sezioni più "grosse" giusto?
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Allora chiedo quanto e quando e in che condizioni è avvertibile il vantaggio aerodinamico di raggi piatti rispetto a raggi tondi ?
Ni
Attenzione, l'articolo (molto rigoroso) spiega solo la scarsa influenza dell'incrocio sul comfort di guida, cosa che è peraltro prevedibile. Non risponde affatto sulla rigidità laterale della ruota che, anche intuitivamente, è influenzata dal numero dei raggi e dagli incroci. Che è poi quella che cerca l'agonista che vive di frazioni di secondo e di watt, magari se fa pure molto fuori sella e gonfia le
ruote a 1000 atm.
Circa il vantaggio aerodinamico dei raggi piatti, ho personalmente molte perplessità, per non dire che mi fa perfino un po' ridere. Avete presente il CX (fattore di resistenza aerodinamica) del sistema corridore bici, e come potrebbero essere influenti i raggi? Inoltre, le resistenze aerodinamiche sono direttamente correlate alle sezioni maestre (per capirsi, la vostra ombra proiettata su un muro con luce solare da dietro): adesso calcolate la differenza di sezione maestra tra raggi tondi e raggi piatti e ridete.
Nelle ruote, le vere differenze le sentite solo con i cerchi ad alto profilo, ma ci dovete arrivare con le vostre gambe a 40/45 km/h prima di sentire differenze...poi, mica lo so se vi resta voglia di godere.