Davvero, pedalo da quando sono iscritto al forum, dunque da ottobre 2010, dopo che mi e' stata regalata una bici in acciaio da un amico. L'ho usata quasi un anno facendo circa 19.000 km e poi l'ho cambiata. Naturalmente per sfizio e per ragioni estetiche, non di certo per migliorare le prestazioni. E per ragioni biomeccaniche: con quella nuova i pochi fastidi che avevo sono spariti.
Non parlo da esperto, semplicemente leggo molto in generale, mi piace reperire informazioni e ho vissuto parecchio con una buona qualita' di vita.
Sport ne ho sempre fatto, a ottimi livelli, dunque diciamo che per lo meno a livello di apparato cardio-circolatorio e muscolare non partivo da zero. Certo, il gesto atletico del ciclismo e' assai diverso ma a livello fisico una buona base semplifica le cose. Oltretutto, ho sempre avuto poche difficolta' ad approcciare qualunque sport.
Sono anche aiutato dal fatto che conduco una vita sana ed ho una alimentazione molto curata coadiuvato dal fatto che mia moglie e' medico, neurobiologo molecolare e nutrizionista.
Gli ultimi esami, lattato e altri specifici compresi, hanno rivelato un ottimo stato di salute generale e di forma.
Non credo di avere le gambe spompate. Attualmente, tutto sommato, valutando proprio il fatto che pedalo da poco, che a livello neuromuscolare il gesto ancora non e' ottimizzato,e valutando l'eta', ho prestazioni piu' che dignitose e, in alcuni casi, direi ottime.
E poi gli esami clinici parlano abbastanza chiaro. Inoltre analizzo ogni uscita e le relative VAM che ottengo su salite di riferimento.
Non credo dunque di avere le gambe spompate.
Credo piuttosto che ci sia un equivoco di fondo: differenze ne percepisco, ovviamente. La rigidita' o meno con la quale la ruota risponde quando attraverso pezzi di asfalto un po' accidentato, la sensazione di rigidita' che percepisco quando mi alzo sui pedali, le differenze di sensazione a livello della pedalata passando da un copertoncino all'altro, il senso di "smooth (perdona ma non mi viene termine in italiano altrettanto valido) che mi sembra mi trasmettano i tubolari rispetto al copertoncino e, ancora, le differenze che sento a seconda delle pressioni di gonfiaggio. Ma mi rendo conto che dette "sensazioni" o "differenze" non influiscano sulla prestazione finale perche' troppe sono le variabili, e alcune molto piu' importanti. Un refolo di vento contrario, vanifica cio' che, teoricamente, una ruota mi dovrebbe assicurare di vantaggio.
Ecco perche' mi oppongo: mi oppongo a chi scrive "ruote di altro pianeta", "scorrevolezza doppia", la bici mi scappa da sotto i pedali". e da tutte le dichiarazioni da marketing.
Vaminga, in un suo intervento, aveva ben
esacerbato lo stesso mio pensiero.
Semplicemente sono preciso e, forse per l'eta', ho smesso di credere ai proclami pubblicitari eccessivi.
Le ruote sono diverse l'una dall'altra ma, alla fine sono ininfluenti per un cicloamatore a livello prestazionale.
Spero di essermi spiegato