Eccomi di ritorno (non esattamente oggi) da una prova con una bici con i freni a disco (
pinarello Dogma)
Sram Red (non conosco il modello ma è quella con i copricomandi sovradimensionati).
Premetto che partivo dall'idea che questa innovazione sia esclusivamente frutto del (giusto) marketing delle case costruttrici e non determinato da una reale esigenza dei ciclisti.
E in realtà questa idea mi è rimasta anche dopo la prova su strada.
Mi ritengo un ciclista che "fa scorrere" la bici e rimane attaccato ai freni poco ed in maniera decisa prima della curva. (Piccolo dettaglio: ho i freni invertiti rispetto alla tradizione italiana -anteriore sul destro- in quanto guidando da sempre moto e scooter mi viene istintivo pinzare con più sensibilità con la mano destra per ottenere la giusta decelerazione. Il freno sinistro -mano nella quale ho meno sensibilità- mi serve per dare stabilità al mezzo).
Finora l'unica discesa nella quale ho avvertito il fading (più precisamente odore di pattini "cotti") è stato dal Fedaia lato di Malga Ciapela. Discesa nella quale occorre avere "pelo" sullo stomaco ma che ad un certo punto è giusto frenare per non raggiungere velocità pericolose e difficilmente controllabili (oltre gli 80 Km/h).
In tutte le altre discese i freni tradizionali mi sono sempre bastati ed avanzati.
Anche ipotizzando discese bagnate, non credo che i dischi mi facessero decidere di andare più veloce. In condizioni di bagnato ogni tanto freno leggermente per pulire la pista e prepararla alla staccata vera e propria. E lo faccio anche in pianura continuando a pedalare al fine di non trovarmi con brutte sorprese. Avere il cerchio caldo e pulito può fare la differenza anche in gruppo ad andature sostenute.
Sinceramente non vedo in giro fenomeni della discesa che portino così tanto al limite i propri mezzi da aver assoluto bisogno dei dischi.
Ritornando alle condizioni di bagnato l'anello debole (oltre al "coraggio" e alla sensazione di sicurezza che ognuno non deve mai superare) è a mio avviso rappresentata dal battistrada e dalla impronta a terra.
Questa la mia riflessione.
Aggiungiamoci poi la maggiore "difficoltà" di manutenzione e di possibili errori non rimediabili con le comuni conoscenze meccaniche, oltre al rischio reale ed assoluto che il sistema sia più rumoroso di quello tradizionale. Io il rumore in salita i fuorisella il rumore l'ho sentito con le mie orecchie. Che forse sono un po' troppo sensibili. Lo ammetto.
Discorso completamente diverso in MTB. Sono uno stradista puro e quindi non ho cose interessanti da dire ma da osservatore esterno credo che in quell'ambito i dischi facciano una reale differenza percepibile da tutti gli utilizzatori.
Grazie dell'attenzione.
A.