mi scuso in anticipo per la lunghezza di cio' che andro' a scrivere.
preferisco sempre lasciar passare un paio di giorni da cio' che ho vissuto, prima di poter lasciare commenti o opinioni a riguardo, soprattutto se cio' che ho vissuto mi ha segnato profondamente.
lo ammetto ,ero partito molto scettico sabato pomeriggio alla volta di Corvara. per vari motivi lavorativi non mi son goduto né ho potuto percepire se c'era quell'atmosfera "magica" che qui veniva descritta. arrivato alle 17.45 a Corvara son volato con lo shuttle a prendere il pacco gara, poi ritorno all'albergo, cena veloce ed era già sera.
alla mattina mi alzo, ma non percepisco nell'aria quel qualcosa che mi sarei aspettato. mi avvio alla partenza in compagnia del grandissimo [MENTION=2671]Tapinaz[/MENTION], con il quale partiro' insieme (poi ai primi tornati del Campolongo non lo vedro' già più
,va troppo forte)
il meteo è ballerino, ed io, per evitare figure "Feltre style" parto con nelle tasche di tutto e di +.
poi lo star. vedo meno frenesia, si puo' parlare, si passa da Corvara e i primi incitamenti. comincia il 1° Campolongo. devo prenderlo con calma. obbiettivo finirla in meno di 9h e 30 (so che fa ridere come tempo ,ma per il sottoscritto sballottare 90 kg per quei passi non è semplice
). la gente a bordo strada incita, ti incoraggia, da subito. comincio a percepire qualcosa di diverso. ogni tornate fatto mi volto ad ammirare il panorama. è uno spettacolo. una gioia per gli occhi. scollino il Campolongo e via. Pordoi con un velo di nebbia. mi sento strano. Sella. sento che comincio a faticare, ma non mi importa. gli occhi mitigano la fatica delle gambe. Gardena. e mi chiedo, ma come, già finito il Serraronda? e mentre me lo chiedo mi accorgo che non lo dico perché sto' andando veloce, ma semplicemente perché mi dispiace. ri-passso da Corvara e Campologno. esce il sole. e la festa a bordo strada è ancora maggiore. si scollina. al bivio a dx e Santa Lucia
che mi spezza le gambe. ma fa lo stesso. poi arrivo ai piedi del Giau. lo prendo di petto (pessimo errore a livello tattico/agonistico) ma è così che mi dà gioia. è lunghissimo. infinito. vedo persone scendere. chi lo fa a piedi. io no mi dico. ai - 3 km mi si spegne la luce, ma mi sto' divertendo da matti. il panorama comincia ad essere unico (@samuelgol lo aveva detto che in cima ci sarebbe stato da stropicciarsi gli occhi!!! ed ha avuto ragione da vendere!!!). faccio fatica. ciondolo. sudo. sbuffo. ma rido. che pirla dirà la gente che mi supera. in cima foto e via. Falzarego e Valparola (posso dirlo che lo pensavo peggio il Valparola?!?!). e lì succede qualcosa di strano. come scollino chiudo gli occhi per 3 secondi. inspiro a pieni polmoni, riapro gli occhi, ammiro il panorama, e mi sento leggero come mai. faccio la discesa continuando a ridere. ad alta voce mi dico "bravo Davide, così si fa". arrivo sotto il muro del gatto. ho paura. timore di mettere il piede a terra. ma la gente è lì. incita. anche il sottoscritto che è ultimo tra gli ultimi. ma mai mollare. non ora. mi alzo sui pedali. le urla. i campanacci. gli incitamenti. sbuffo. digrigno i denti. e ce la faccio. gli applausi che mi risuonano ancora nelle orecchie. e poi gli ultimi chilometri a ripensare a cio' che è stato.
curva a sx. il traguardo. il capellino. ma medaglia. la stretta di mano a Costa. e poi vado in un angolo del parco. occhiali sugli occhi e mi commuovo per "un semplice giro in bicicletta" di una domenica, ma che mi ha dato una gioia ed un emozione di vita, che mi rimarrà per sempre dentro.