- 14 Settembre 2007
- 2.305
- 622
- Bici
- BMC Teammachine SLR 01 Disc, BMC Timemachine Road 01, Cervelo S3, BMC TT
Perdonate lo sfogo, ma sabato scorso è stata una giornata particolare che vorrei condivididere con voi.
Bella, emozionante (per questo motivo ho deciso di inserire qui la discussione) ma anche, a dir poco, snervante.
Decido di andare a fare, prima volta per me, il passo San Marco, dal versante di Olmo al Brembo, partendo da Lecco, dunque dopo aver risalito la Valsassina e aver affrontato la Culmine di San Pietro.
Già durante questo primo tratto mi sorpassano un discreto numero di moto: quasi tutte molto potenti, rumorose (marmitte taroccate?) con centauri vestiti di tutto punto che sembrava si fossero messi d'accordo per il loro esercizio preferito, ovvero il "pelo" al povero ciclista che sale faticando in salita.
Cerco di non pensarci, di concentrarmi sul mio sforzo, sui cerchi che girano, sulla natura...ma non è facile.
Sento il rombo di un motore in lontananza che velocemente si avvicina e, anche se non voglio, mi irrigidisco, quasi mi preparassi ad essere investito. Mi vedrà?
Sulla strada che sale verso il San Marco, bellissima e dura, in una calura infernale, la situazione, se possibile, peggiora.
Una moltitudine di moto mi passano, alcune veramente vicino, facendomi vacillare, credo perchè non vogliono rinunciare alla traiettoria più "figa", in stile Valentino tanto per intenderci.
E tu sei li, che cerchi di resistere, di mantenerti lucido e di pensare solo allo sforzo (enorme!) che stai sostenendo.
E' quasi sera quando rientro verso Lecco e rifaccio la Culmine al contrario.
Adesso di moto non se ne vedono quasi più e, improvvisamente, il silenzio torna "assordante" intorno a me, non si sente più nulla.
Sono dentro un bosco e sento il rumore della mia pedalata, il mio fiato, il mio sudore che gocciola sull'orizzontale...
La bc è veramente un'altra cosa, penso tra me e me mentre arrivo a destinazione.
Bella, emozionante (per questo motivo ho deciso di inserire qui la discussione) ma anche, a dir poco, snervante.
Decido di andare a fare, prima volta per me, il passo San Marco, dal versante di Olmo al Brembo, partendo da Lecco, dunque dopo aver risalito la Valsassina e aver affrontato la Culmine di San Pietro.
Già durante questo primo tratto mi sorpassano un discreto numero di moto: quasi tutte molto potenti, rumorose (marmitte taroccate?) con centauri vestiti di tutto punto che sembrava si fossero messi d'accordo per il loro esercizio preferito, ovvero il "pelo" al povero ciclista che sale faticando in salita.
Cerco di non pensarci, di concentrarmi sul mio sforzo, sui cerchi che girano, sulla natura...ma non è facile.
Sento il rombo di un motore in lontananza che velocemente si avvicina e, anche se non voglio, mi irrigidisco, quasi mi preparassi ad essere investito. Mi vedrà?
Sulla strada che sale verso il San Marco, bellissima e dura, in una calura infernale, la situazione, se possibile, peggiora.
Una moltitudine di moto mi passano, alcune veramente vicino, facendomi vacillare, credo perchè non vogliono rinunciare alla traiettoria più "figa", in stile Valentino tanto per intenderci.
E tu sei li, che cerchi di resistere, di mantenerti lucido e di pensare solo allo sforzo (enorme!) che stai sostenendo.
E' quasi sera quando rientro verso Lecco e rifaccio la Culmine al contrario.
Adesso di moto non se ne vedono quasi più e, improvvisamente, il silenzio torna "assordante" intorno a me, non si sente più nulla.
Sono dentro un bosco e sento il rumore della mia pedalata, il mio fiato, il mio sudore che gocciola sull'orizzontale...
La bc è veramente un'altra cosa, penso tra me e me mentre arrivo a destinazione.