Il "problema" è che ciascuno ha ovviamente un proprio punto di vista su ciò che significhi "fare un buon tempo", "andare forte", "andare piano", "aver fatto una buona preparazione", "essere stanchi", "sentirsi bene", "non sentirsi bene".
Mentre in altri ambiti, ad esempio il professionismo, questi punti di vista che chiaramente ci sonio anche lì, sono abbastanza livellati, almeno tra i professionisti veri. Infatti i distacchi nelle competizioni si misurano in minuti, a volte in secondi, per arrivare alle ore bisogna computare intere corse a tappe.
Negli amatori i distacchi dell'ordine delle ore sono la norma, nelle GF più lunghe ed impegnative non è affatto raro che l'ultimo impieghi più del doppio del primo, ossia la performance del primo è stata di oltre il 100% superiore a quella dell'ultimo.
In tale contesto amatoriale dunque i punti di vista mostrano panorami estremamente differenziati tra i vari partecipanti e considerando che chi si iscrive ad una "gara" deve avere un sia pure minimo spirito competitivo ne deriva che lo sguardo venga indirizzato più facilmente avanti piuttosto che indietro. Da tale fatto deriva che anche quelli relativamente forti valutino la loro prestazione guardando a quelli ancora più forti che sono arrivati più avanti, quelli che sono arrivati dietro tendenzialmente vengono considerati poco.
Tale questione si dirime oggettivamente guardando i freddi numeri, come aveva indicato correttamente
@pedalone della bassa in un precedente post, il livello si determina con le percentuali, se dico che 7 ore è un tempo appena decente, lo sarà per me, ma quello conta molto poco, se quel tempo lo fanno in pochi o pochissimi significa senza appello che non è appena decente, è un tempo ottimo e molto difficile da raggiungere, precluso ala massima parte dei praticanti. Il ragionamento acquisisce valenza ancor più in quanto una GF come la Novecolli ha dei numeri tali che il campione è certamente rappresentativo del livello medio dei praticanti del settore.
Circa "fare di più il lungo perché è maggiormente gratificante", certo. Ovvio. Anche qui però entra in gioco il punto di vista, uno forte, da 7 ore anche 7 ore e mezza (lui non dice di essere forte perché comunque gli è arrivata gente davanti), può considerare di pascolare sul lungo e divertirsi comunque, già uno da 8-9 ore di miglior tempo per arrivare non ha più anime da sputare e se "non si sente bene" sul lungo non pascola affatto, per arrivare si trascina penosamente. Il trascinarsi, di cui sono un vero esperto può andar bene per "fare l'impresa", ma l'impresa ti stimola una, due volte, poi no e quindi piuttosto che ridursi al tappeto per il lungo si fa il corto, tanto l'impresa la si è già fatta in altre edizioni.
Circa corto = sfigati, non credo si volesse realmente porre come questione, ma se ne è già discusso abbastanza, nel mio caso, quest'anno corto, perché vengo da un anno e mezzo di stop che mi ha provato molto profondamente e nonostante da quando ho ripreso abbia fatto 4.000 km "non mi sento bene per niente", non mi sento di dire di aver fatto la Novecolli, infatti se cercate su Strava l'uscita si chiama "Quattrocolli", così come nel 2015 che nel diluvio a Sogliano tirai dritto anche quella volta.
Che poi ci sia chi "millanta" è certo, vabbè per quanto mi riguarda lo lascio millantare, credo siano peccati veniali, anche se ci sono casi veramente limite, come quello ci un mio conoscente che a suo dire ne ha fatte moltissime, sfoggia infatti una ampia collezione di maglie celebrative, solo che poi vai a vedere e risulta partito la metà delle volte dichiarate ed arrivato ancora meno volte, forse una sola, oltretutto con un tempo di quasi 7 ore e mezzo sul corto, che, va bene le statistiche e va bene pascolare ma insomma... Ecco magari in un caso del genere cercherei di mantenere un profilo basso e magari le maglie le tengo nel cassetto, ma anche epr questo ciascuno deve fare come si sente.
Ah, quest'anno ho sofferto anche sul corto eh! Quindi è possibile anche questo, ho orgogliosamente conseguito il mio peggior risultato cronometrico di sempre e sulla piana conclusiva ho addirittura perso il gruppetto nel quale mi trovavo, quando altre volte quello era stato il mio momento da "protagonista", vabbè, ci rifaremo anche se in vista dei 60 è facile che il meglio del cronometro sia alle spalle.
Cercherò altre consolazioni, anche se non so ancora quali.
Ci vediamo a Cesenatico a Maggio.