Il fatto singolare e potenzialmente spiazzante è che la resistenza fin qui espressa da qualche (sia pure poche) squadre veramente al top nei confronti del disco è in contraddizione con quella che si configura ormai come una tendenza generale, una situazione che impedirebbe di trarre conclusioni, se non fosse per il fatto che, probabilmente, tutto questo argomento, per un corridore professionista, è probabilmente assai meno importante di quanto non appaia a noi amatori. In realtà probabilmente noi attribuiamo alla bici un'importanza proporzionalmente maggiore di quanto non faccia un professionista, molto più attento, come già hanno detto altri prima di me, ad aspetti che lo coinvolgono nel fisico e nella mente, come l'alimentazione, l'allenamento, la programmazione della stagione, etc.
Questo forse spiega meglio l'incongruenza segnalata sopra, con il tema disco-rim molto marginale nelle scelte.
A dimostrazione di ciò, non ho mai sentito un corridore professionista dichiarare di scegliere una squadra rispetto a un altra in ragione della marca di bici utilizzata. Li vedo assai più interessati alla composizione della squadra, dell'atmosfera, dei ruoli all'interno, che non alla marca di bici, di
ruote o del gruppo.
Non che non siano importantissimi in una logica nella quale ogni minimo dettaglio viene soppesato, ma nella effettiva percentuale di importanza rispetto al resto, diventa più un fatto psicologico che reale (del resto oggi bici cancello, a quei livelli, non ce ne sono).
Per cui l'atteggiamento "sono stato spaventosamente vincente fin qui, chi me lo fa fare di rischiare cambiando anche un dettaglio, fosse pure marginalmente migliore", può tranquillamente convivere con l'atteggiamento "ogni miglioramento marginale vale sempre la pena di essere introdotto", con il risultato di vedere team tutto disco e team tutto rim, non certo per motivi economici o di pressione del fornitore (credo che sia un po' sopravvalutato l'interesse dei fornitori top verso l'una o l'altra tecnologia, se non come un trend inevitabile verso il disco, per una serie di ragioni già abbondantemente sviscerate).
Si diceva di
Pinarello e Team Ineos, in termini di ricaduta di immagine. Da affezionato cliente della gamma al top, vi ricordo che la F12 nei colori Ineos (non mi riguarda personalmente...) è acquistabile tanto rim che disk, senza che né Pinarello né Ineos ne facciano un caso particolare. Resta il fatto, però, che la stessa F12 sia stata concepita da subito privilegiando la soluzione disco (per la prima volta di prima scelta anche sulla X-light), anche se la rim non è un adattamento della disk né viceversa.
Come dicevano già altri la tecnologia del cambio, degli attacchi pedale o del materiale dei telai e dei cerchi ha avuto un peso molto più importante di quella dei freni, ma resta il fatto che all'osservatore (e a chi spende molte migliaia di euro) questi ultimi appaiano molto più evidenti. E non dimentichiamo che l'aspetto della bici, per un amatore è assai più importante che per un pro.
Ma avete notato quanta poca attenzione viene data dalle riprese video a una bici rispetto al corridore, se paragonato a quanto accade per un'auto o una moto da corsa?