Strategie da rando

manu81

Pignone
30 Luglio 2008
297
88
Savona
www.ezioborgnacyclingteam.it
Bici
Wilier Triestina
Da granfondista incallito posso dirvi che con questi racconti state aprendo una breccia nel mio cuore!!!!

Non sei l'unico a cui ha fatto questo effetto...Micronauta, FemFem, Musseu e tanti altri...i loro racconti ti lasciano a bocca aperta...e con un sempre più intenso desiderio di provare le stesse emozioni...

GRANDI!
 
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hulk

Maglia Gialla
4 Gennaio 2010
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anziznottza quasi come me
dico un po' la mia anche se di distanze extra long non ne ho fatte, se non c'è salita non mi attirano molto. Le mie più sono una SR a cuneo ufficiale più una ufficiosa in solitaria sul percorso attuale, una rando 4 colli sempre a Cuneo, 5 Eroiche di cui una da 250 causa sbaglio di percorso, un giro dell'ortles del buon Gambaro, colgo l'occasione per augurargli buona convalescenza.
Riguardo all'alimentazione lasciamo perdere cosa fanno quelli che le vincono, ebbene sì alle Rando per quanto se ne dica ci sono anche le classifiche ufficiali . Quindi 600 km solo con alimentazione liquida..... ma mi facci il piacere diceva il De Curtis!
se non estrema si può mangiucchiare qualche panino a rate andando avanti per poi fare una sosta più sostanziosa quando ne avvertiamo la necessità. Durante le salite è improponibile, quindi in cima ad ognuna mi fermo tranquillamente e mi sbafo un panozzo con milanese ( bistecca, non pensate subito male...o bene..) o prosciutto o quant'altro. L'importante in una lunga rando è non andare mai in crisi di fame, sarebbe deleterio. Gel o barrette banditi del tutto. Un po' di sali in una borraccia e acqua nell'altra, meglio acqua e limone, combatte la formazione di acido lattico.
Dormire è molto personale. Allenarsi a non dormire lo ritengo inutile. Io dormo dalle 3 alle 5 ore a notte, altri se non ne fanno 8 sono delle larve.
Due notti senza dormire le reggo abbastanza bene, di più non se ne parla.
Da soli o in compagnia? In due è sicuramente meglio, ma anche difficile. Bisogna essere molto amici e affiatati. Io col mio socio della SR non ci siamo mai staccati più di 100 metri e quando è entrato un po' in crisi dato che aveva già la notte del giovedì in bianco non ho avuto problemi a rallentare e aspettarlo. So di altri che partiti insieme sono aprtiti, ma strada facendo si sono divisi provocando un po' di alterazioni nella parte abbandonata, cosa che per altro dovrebbe essere bandita dal non scritto ma accettato regolamento dei randonneur.
Comunque la cosa più importante è divertirsi e farsi una personale esperienza per poi raccontarla agli altri.
Buone pedalate a tutti i novizi.
 

micronauta

Scalatore
31 Dicembre 2008
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Torino
micronauta.wordpress.com
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Randonneuse in titanio; Bianchi Infinito; Olmo "eroica" in costruzione
Sul capitolo alimentazione. Nelle randonnèe più lunghe, parlo delle "over 1000", si sta in sella anche 4-5 giorni di fila. Ai controlli ci sono ristori organizzati se non addirittura dei veri e propri catering che offrono ogni bendidio. Ma mangiare può diventare un problema. E' una continua lotta tra "appetibilità", necessità energetiche e necessità fisiologiche. Durante uno sforzo così prolungato ed estenuante l'appetito potrebbe ad un certo punto quasi mancare. Da un lato può essere un problema di repulsione a mangiare ad oltranza sempre le stesse cose, ma c'è anche chi dice che sia un processo normale, in quanto il metabolismo del randonneur ben allenato ad un certo punto comincia ad utilizzare le scorte di grasso anzichè chiedere altro cibo. ;nonzo%

Le nostre conoscenze ciclistiche ci suggeriscono di abbondare con i carboidrati, ma se ci nutriamo solo di pane e pastasciutta poi son dolori quando la natura chiama... :cac: La frutta diventa importantissima per l'apporto di fibra e vitamine, quindi conviene approfittarne ogni volta che c'è a disposizione. Una nota di colore: alla LEL del 2005 i ristori offrivano deliziose fette di torta casareccia a base di farine integrali, semi di sesamo o di papavero eccetera, e il pane di segale. Beh, con tutta 'sta fibra le soste fisiologiche non previste sono state parecchie... :pork: Per certi versi è stato un bene, in quanto il buon funzionamento dell'intestino è sempre un grosso punto a favore.

Ultimo consiglio per le randonnèe estive caratterizzate dal gran caldo: oltre a non lesinare sui sali in borraccia, integrate particolarmente il sodio approfittando di cibi salati tipo noccioline o patatine. Sembra un controsenso, ma facendo così vedrete che porrete un freno alla sete compulsiva e affronterete meglio l'asfalto rovente. Provare per credere. o-o
 

Ivano Vinai

via col vento
Ciò che dico è in ottica delle Rando over 1000 o alpine, cioè, quelle che hanno un coefficente di difficoltà molto elevato.

Non esiste una strategia... esiste SOLO la propria. Ciò non vuol dire che alcuni punti fermi uguali per tutti non esistano.

Dando per certi una buona/ottima condizione fisica, arrivare riposati ad una Rando e, prima della partenza, dormire il più possibile, costituisce l'optimum.
Partire svegli, riposati, vispi e carichi è ben diverso che dopo aver viaggiato tutto il giorno e aver..."riposato un po'".
Per far ciò, bisogna organizzarsi, programmare, e non partire da casa all'ultimo momento. Inutile sottolineare che qualunque comportamento non virtuoso nei confronti di se stessi, qualunque esso sia, vedi l'esempio di Micronauta del non maltrattare il proprio intestino, perchè nelle Rando si paga a caro prezzo.
Tuttavia, il sonno va identificato quale nemico n. 1, poichè non ci si può "allenare" a resistergli, e come tale va affrontato!
Fatto ciò, ma soprattutto coscenti di questo...è fatto molto, non tutto, ovviamente.

Ogni tattica (personale) di viaggio è buona per un max di due giorni o tot. km, poi, l'improvvisazione (lì si), lo spirito d'adattamento, la forza morale (più di quella fisica), la determinazione e soprattutto l'esperienza, saranno la vera arma in più.

Durante le soste MAI fare una sola cosa, ma molte insieme.
L'ottimizzazione dei tempi è una delle armi vincenti del Randonneur esperto o di quello lento. Altrimenti, ti dovari fermare molte e molte altre volte ancora, perdendo tempo e il tempo, nelle Rando come nella vita, è l'unico vero lusso che possediamo.

Più delle gambe... CONTA LA TESTA!

Nota a margine: se c'è una classifica...non è una Randonnée!
 
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micronauta

Scalatore
31 Dicembre 2008
6.146
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Torino
micronauta.wordpress.com
Bici
Randonneuse in titanio; Bianchi Infinito; Olmo "eroica" in costruzione
Il problema grosso è se ti viene sonno a 2500 di quota di notte... pensiline non se ne trovano facilmente e le marmotte sono parecchio restie a condividere le tane con estranei :mrgreen:

E se ciondoli dal sonno, affrontare una discesa già di per se stessa pericolosa aumenta i rischi in misura esponenziale. Di fatto diventa una trappola: non si può scendere e ci si trova bloccati in un ambiente ostile, con temperature da brivido e senza anima viva cui chiedere aiuto. Questo secondo me è il peggior fattore di rischio (o il più grande fascino, dipende da come lo interpreti...) delle randonnèe alpine. :cassius:
 

Ivano Vinai

via col vento
Non impossibile, ma altamento improbabile trovarsi "ciondolante" dal sonno, quindi, al limite estremo, in cima ad un colle alpino... per diversi motivi.

L'adrenalina e l'impegno profusi per salire non stroncano il "sonno elefante" ma t'impediscono anche di proseguire, quindi, di trovarti in cima in quelle condizioni.
Se uno s'addormenta in sella... capita prima, non in alto.

Il freddo notturno estivo in quota non è terribile (ma può esserlo) di suo, comunque, impedisce o contrasta moltissimo il sonno.

Il sapere di dover scendere mantiene svegli, ma non necessariamente lucidi.
Condizione, quest'ultima NECESSARIA nelle Rando Alpine (tipo S.R., ma non solo) per portare la carcassa integra in fondo a discese anche molto difficili di giorno, figuriamoci di notte (vedi Agnello - Sampeyre - Morti).

La parola d'ordine, in cima, è LUCIDITA'!
 

femfem

Apprendista Scalatore
11 Marzo 2005
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Bici
..
La questione è molto soggettiva, ognuno sperimenta e viene quindi a conoscersi. Sa quindi quali situazioni sono a lui più favorevoli piuttosto che altre in cui deve sapersi gestire al meglio.
Personalmente, la crisi di sonno, non mi sovviene mai in discesa. Al contrario è in genere la salita a crearmi più crisi in caso di sonno imminente. Mi è più volte capitato di fare salite quasi immerso nel sonno e magicamente risvegliarmi appena la strada inverte la pendenza trovandomi in uno stato completamente desto ed attento.
Lo scorso anno ero in una rando Emiliana in cui , dopo aver fatto la notte, si saliva alle prime ore del mattino il versante Pistoiese dell'Abetone; ricordo di aver fatto tutta la salita ad occhi praticamente chiusi, i chiaroscuri del bosco diventavano esseri umani stesi lungo la strada (allucinazioni). Ho messo mano alle cibarie che avevo nella borsa anteriore (generalmente mangiare mi mantiene la crisi abbastanza lontano) e con ampi respiri per meglio ossigenarmi ho tirato fino alla cima, con l'intenzione di fermarmi poi qualche minuto a riposare. Ma scollinato ed iniziata la discesa verso Pievepelago il sonno è magicamente sparito ; e così sono andato avanti per molto ancora. Stessa cosa all'ultima SR. Ricordo che nell'ascesa notturna al Sampeyre dovetti spegnere il faretto anteriore perchè mi ipnotizzava e mi immergeva in uno stato di torpore e mi ritrovavo a percorrere decine di metri che poi attimi dopo non ricordavo di aver fatto: una sensazione come se fossi stato fermo immobile sul posto. Col faretto spento andavo meglio perchè costretto a individuare il bordo della strada (che per altro si riesce a vedere molto bene in montagna essendo il grigio dell'asfalto ben più chiaro dell'ambiente circostante). In cima il sonno svanì all'improvviso, appena l'aria fresca mi arrivò in faccia.
Non ci sono regole, si apprende con l'esperienza ed ognuno ha la propria caratteristica. Serve molto , ho imparato, a dialogare col proprio fisico quasi fossimo in due o-o
 

cimebianche

Apprendista Scalatore
15 Marzo 2005
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Villa Cortese
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ROSE XLITE - CUBE LITENING HPC
Non impossibile, ma altamento improbabile trovarsi "ciondolante" dal sonno, quindi, al limite estremo, in cima ad un colle alpino... per diversi motivi.

L'adrenalina e l'impegno profusi per salire non stroncano il "sonno elefante" ma t'impediscono anche di proseguire, quindi, di trovarti in cima in quelle condizioni.
Se uno s'addormenta in sella... capita prima, non in alto.

Il freddo notturno estivo in quota non è terribile (ma può esserlo) di suo, comunque, impedisce o contrasta moltissimo il sonno.

Il sapere di dover scendere mantiene svegli, ma non necessariamente lucidi.
Condizione, quest'ultima NECESSARIA nelle Rando Alpine (tipo S.R., ma non solo) per portare la carcassa integra in fondo a discese anche molto difficili di giorno, figuriamoci di notte (vedi Agnello - Sampeyre - Morti).

La parola d'ordine, in cima, è LUCIDITA'!


Per questo mi metto sempre un'ottima crema solare! :mrgreen:

Scherzi a parte ... concordo quasi in toto , sopratutto sul fatto che spesso il sonno pesante ti prende in sella ben prima di arrivare in cima.
Attenzione pero' : se avete combatutto il sonno in salita e siete riusciti comunque ad arrivare in cima ancora svegli , non e' detto che siete anche lucidi , percio' , in queste condizioni occorre la massima prudenza!
o-o
 

Cima Coppi

Passista
18 Ottobre 2008
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C'è
La questione è molto soggettiva, ognuno sperimenta e viene quindi a conoscersi. Sa quindi quali situazioni sono a lui più favorevoli piuttosto che altre in cui deve sapersi gestire al meglio.
Personalmente, la crisi di sonno, non mi sovviene mai in discesa. Al contrario è in genere la salita a crearmi più crisi in caso di sonno imminente. Mi è più volte capitato di fare salite quasi immerso nel sonno e magicamente risvegliarmi appena la strada inverte la pendenza trovandomi in uno stato completamente desto ed attento.
Lo scorso anno ero in una rando Emiliana in cui , dopo aver fatto la notte, si saliva alle prime ore del mattino il versante Pistoiese dell'Abetone; ricordo di aver fatto tutta la salita ad occhi praticamente chiusi, i chiaroscuri del bosco diventavano esseri umani stesi lungo la strada (allucinazioni). Ho messo mano alle cibarie che avevo nella borsa anteriore (generalmente mangiare mi mantiene la crisi abbastanza lontano) e con ampi respiri per meglio ossigenarmi ho tirato fino alla cima, con l'intenzione di fermarmi poi qualche minuto a riposare. Ma scollinato ed iniziata la discesa verso Pievepelago il sonno è magicamente sparito ; e così sono andato avanti per molto ancora. Stessa cosa all'ultima SR. Ricordo che nell'ascesa notturna al Sampeyre dovetti spegnere il faretto anteriore perchè mi ipnotizzava e mi immergeva in uno stato di torpore e mi ritrovavo a percorrere decine di metri che poi attimi dopo non ricordavo di aver fatto: una sensazione come se fossi stato fermo immobile sul posto. Col faretto spento andavo meglio perchè costretto a individuare il bordo della strada (che per altro si riesce a vedere molto bene in montagna essendo il grigio dell'asfalto ben più chiaro dell'ambiente circostante). In cima il sonno svanì all'improvviso, appena l'aria fresca mi arrivò in faccia.
Non ci sono regole, si apprende con l'esperienza ed ognuno ha la propria caratteristica. Serve molto , ho imparato, a dialogare col proprio fisico quasi fossimo in due o-o



Mi sembrano scene tratte da "I confini della realtà" :mrgreen:
 

Ivano Vinai

via col vento
Capitò anche a me qualcosa di simile.
Salendo verso Porretta Terme, in compagnia di Giovanni Zilioli, ci mettemmo a gridare le peggio cose pur di mantenerci svegli...riuscendovi.
Ma eravamo troppo cotti... dopo.
La calata su Sasso Marconi fu costellata da allucinazioni tipo flash fotografici.
Ogni tornante mi risvegliava un po' ed ogni successivo brve rettilineo mi procurava sbandate, appoggi alle spalle degli altri e nuove allucinazioni.

A Casalecchio dormii un'ora che passò in pochi secondi!
 

Gabry78

Novellino
12 Luglio 2010
78
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Gravina in Puglia
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Cannondale Synapse 105 Carbon
Come ho scritto in un altro post, e come qualcuno avrà letto, già da tempo sto valutando l'idea delle rando.
Se fossi in un'altra parte dell'Italia o magari in altre situazioni economiche, non starei qui ad aspettare e magari sarei da qualche parte nel mondo a pedalare.
Purtroppo qui dalle mie parti di randonnée se ne respirano davvero poche. Non ne ho sentite dopo la 1^rando della terra delle Gravine nel mese di maggio.
Di spostarmi, per ora non se ne parla e quindi non posso che far di questo mio obiettivo, un obiettivo a lungo termine.
Ho deciso infatti di fare della mia prima rando la Super Randonnée Fausto Coppi che sicuramente tutti voi "randagi" affermati conoscerete e vi sciroppereste in men che non si dica.
Per me, invece, che randagio assolutamente non sono, anzi, nei vostri confronti mi sento un bel cagnolone da salotto, la Super randonnée con 440 Km in 44 ore ed il un dislivello di 11300 metri mi appare come un mito irraggiungibile.
E' vero che il tempo per prepararmi non mancherebbe. Ci vuole giusto un anno, giorno più giorno meno.
Ma essendo, come detto, un "cagnolone da salotto", come dovrei avvicinarmi a questa manifestazione?
E' troppo presto cominciarci già a pensare?
E se si da quando dovrei cominciare? Ed in che modo? Dovrei iniziare da percorsi meno lunghi, tipo i 200? che onestamente potrei fare anche da solo sulle mie strade senza dover per forza di cose cercare dei brevetti. Ed a proposito di brevetti, per partecipare a quasta rando dovrei essere in possesso già di qualche brevetto o no?
Help me, plis!:mrgreen:
 

micronauta

Scalatore
31 Dicembre 2008
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Randonneuse in titanio; Bianchi Infinito; Olmo "eroica" in costruzione
Ho deciso infatti di fare della mia prima rando la Super Randonnée Fausto Coppi che sicuramente tutti voi "randagi" affermati conoscerete e vi sciroppereste in men che non si dica.
Per me, invece, che randagio assolutamente non sono, anzi, nei vostri confronti mi sento un bel cagnolone da salotto, la Super randonnée con 440 Km in 44 ore ed il un dislivello di 11300 metri mi appare come un mito irraggiungibile.
E' vero che il tempo per prepararmi non mancherebbe. Ci vuole giusto un anno, giorno più giorno meno.

Ma... la SRFC l'anno prossimo non c'è... Ti tocca accontentarti della "Fausto Coppi Epica" da 300 km e 5000 metri di dislivello, oppure aspettare fino al 2012. o-o
 

genannt vince

Scalatore
15 Aprile 2007
7.331
73
Libero Stato di Lisergia (LSD)
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bici, macchina, scooter: c'ho tutto!
.... 1001 è stato un maccello, ero sicuro di trovare qualche ristoro e dormitorio ogni tanto !!! troppo spartana anche per me , ho dormito... maiiii qualche pisolino sotto qualche tavolino da bar , o bancomat e mangiare il più delle volte ai bar se li trovavi aperti !!!!! altrimenti via pedalare .

Non capisco, sul sito della 1001M, nel percorso sono indicati un sacco di ristori e dormitori.
 

micronauta

Scalatore
31 Dicembre 2008
6.146
164
Torino
micronauta.wordpress.com
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Randonneuse in titanio; Bianchi Infinito; Olmo "eroica" in costruzione
Non capisco, sul sito della 1001M, nel percorso sono indicati un sacco di ristori e dormitori.

Chi l'ha fatta due anni fa ha lamentato dei ristori "fantasma", cioè del tipo arrivare affamato come un lupo nel cuore della notte e nel posto prestabilito non c'era nessuno ad attenderti ;nonzo% (mitica la storia del "piattino di caramelle", raccontatami da altri randagi piemontesi col sorriso sulle labbra, ma in quel momento non hanno riso mica tanto! :bua:).
 

genannt vince

Scalatore
15 Aprile 2007
7.331
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Libero Stato di Lisergia (LSD)
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bici, macchina, scooter: c'ho tutto!
Chi l'ha fatta due anni fa ha lamentato dei ristori "fantasma", cioè del tipo arrivare affamato come un lupo nel cuore della notte e nel posto prestabilito non c'era nessuno ad attenderti ;nonzo% (mitica la storia del "piattino di caramelle", raccontatami da altri randagi piemontesi col sorriso sulle labbra, ma in quel momento non hanno riso mica tanto! :bua:).

Ed una organizzazione del genere ha ancora il fascino per attirare delle iscrizioni?