fla#34
Passista
- 10 Novembre 2007
- 3.997
- 222
- Bici
- Bianchi Oltre/Cinese FM 098/Mountain Scott/Sui rulli Pennarola
Da granfondista incallito posso dirvi che con questi racconti state aprendo una breccia nel mio cuore!!!!
Da granfondista incallito posso dirvi che con questi racconti state aprendo una breccia nel mio cuore!!!!
Per me stare sveglio la notte non sarà un problema, ne avrò di sicuro a stare sveglio di giorno (turno 22-6)
Capperi.... ma allora a luglio sei fregato:angrymod: la notte è piccolina, troppo piccolina|||||||||
Se il sonno prende quando il controllo è lontano, ci sono sempre a disposizione i romantici distributori di benzina (ho un ricordo particolarmente tenero di quelli siciliani...) e le accoglienti pensiline dell'autobus.
Il problema grosso è se ti viene sonno a 2500 di quota di notte... pensiline non se ne trovano facilmente e le marmotte sono parecchio restie a condividere le tane con estranei
Non impossibile, ma altamento improbabile trovarsi "ciondolante" dal sonno, quindi, al limite estremo, in cima ad un colle alpino... per diversi motivi.
L'adrenalina e l'impegno profusi per salire non stroncano il "sonno elefante" ma t'impediscono anche di proseguire, quindi, di trovarti in cima in quelle condizioni.
Se uno s'addormenta in sella... capita prima, non in alto.
Il freddo notturno estivo in quota non è terribile (ma può esserlo) di suo, comunque, impedisce o contrasta moltissimo il sonno.
Il sapere di dover scendere mantiene svegli, ma non necessariamente lucidi.
Condizione, quest'ultima NECESSARIA nelle Rando Alpine (tipo S.R., ma non solo) per portare la carcassa integra in fondo a discese anche molto difficili di giorno, figuriamoci di notte (vedi Agnello - Sampeyre - Morti).
La parola d'ordine, in cima, è LUCIDITA'!
La questione è molto soggettiva, ognuno sperimenta e viene quindi a conoscersi. Sa quindi quali situazioni sono a lui più favorevoli piuttosto che altre in cui deve sapersi gestire al meglio.
Personalmente, la crisi di sonno, non mi sovviene mai in discesa. Al contrario è in genere la salita a crearmi più crisi in caso di sonno imminente. Mi è più volte capitato di fare salite quasi immerso nel sonno e magicamente risvegliarmi appena la strada inverte la pendenza trovandomi in uno stato completamente desto ed attento.
Lo scorso anno ero in una rando Emiliana in cui , dopo aver fatto la notte, si saliva alle prime ore del mattino il versante Pistoiese dell'Abetone; ricordo di aver fatto tutta la salita ad occhi praticamente chiusi, i chiaroscuri del bosco diventavano esseri umani stesi lungo la strada (allucinazioni). Ho messo mano alle cibarie che avevo nella borsa anteriore (generalmente mangiare mi mantiene la crisi abbastanza lontano) e con ampi respiri per meglio ossigenarmi ho tirato fino alla cima, con l'intenzione di fermarmi poi qualche minuto a riposare. Ma scollinato ed iniziata la discesa verso Pievepelago il sonno è magicamente sparito ; e così sono andato avanti per molto ancora. Stessa cosa all'ultima SR. Ricordo che nell'ascesa notturna al Sampeyre dovetti spegnere il faretto anteriore perchè mi ipnotizzava e mi immergeva in uno stato di torpore e mi ritrovavo a percorrere decine di metri che poi attimi dopo non ricordavo di aver fatto: una sensazione come se fossi stato fermo immobile sul posto. Col faretto spento andavo meglio perchè costretto a individuare il bordo della strada (che per altro si riesce a vedere molto bene in montagna essendo il grigio dell'asfalto ben più chiaro dell'ambiente circostante). In cima il sonno svanì all'improvviso, appena l'aria fresca mi arrivò in faccia.
Non ci sono regole, si apprende con l'esperienza ed ognuno ha la propria caratteristica. Serve molto , ho imparato, a dialogare col proprio fisico quasi fossimo in due
Ho deciso infatti di fare della mia prima rando la Super Randonnée Fausto Coppi che sicuramente tutti voi "randagi" affermati conoscerete e vi sciroppereste in men che non si dica.
Per me, invece, che randagio assolutamente non sono, anzi, nei vostri confronti mi sento un bel cagnolone da salotto, la Super randonnée con 440 Km in 44 ore ed il un dislivello di 11300 metri mi appare come un mito irraggiungibile.
E' vero che il tempo per prepararmi non mancherebbe. Ci vuole giusto un anno, giorno più giorno meno.
.... 1001 è stato un maccello, ero sicuro di trovare qualche ristoro e dormitorio ogni tanto !!! troppo spartana anche per me , ho dormito... maiiii qualche pisolino sotto qualche tavolino da bar , o bancomat e mangiare il più delle volte ai bar se li trovavi aperti !!!!! altrimenti via pedalare .
Non capisco, sul sito della 1001M, nel percorso sono indicati un sacco di ristori e dormitori.
Chi l'ha fatta due anni fa ha lamentato dei ristori "fantasma", cioè del tipo arrivare affamato come un lupo nel cuore della notte e nel posto prestabilito non c'era nessuno ad attenderti (mitica la storia del "piattino di caramelle", raccontatami da altri randagi piemontesi col sorriso sulle labbra, ma in quel momento non hanno riso mica tanto! ).