Tutto va rapportato all'età ed alla scuola che frequenta.
Io per esempio sono sempre stato uno che a scuola portava a casa il massimo risultato con il minimo sforzo. Non ero uno che impazziva sui libri, perchè tanto al 7.5/8 ci arrivavo sempre comunque. Uscivo quasi ogni giorno con gli amici... Poi però anche per uno come me in quarta e quinta superiore l'impegno è cresciuto molto, e da lì ho dovuto iniziare a studiare circa 2/3 ore al giorno post scuola. Non so davvero come avrei potuto trovare le energie mentale per farlo se avessi dovuto tornare ogni giorno a casa non prima delle 18, dovendo ancora mangiare cena.
Consideriamo poi che magari non tutti lo sanno, ma la mole di studi all'università è davvero tanta. Prepararsi (ovviamente bene) per un esame per quel che riguarda i miei studi (Economia e direzione d'impresa - Università degli studi di Torino) significa mediamente 3 settimane di full immersion sulla materia, studiando circa 8 ore al giorno (sabati e domeniche semi comprese). Tutto questo ripetuto per 9 esami in un anno, concentrati in 4/5 mesi l'anno; nei mesi restanti si seguono le lezioni, tra le 4 e le 8 ore al giorno, più i trasferimenti che spesso sono lunghi e costosi.
Io tra marzo e agosto ho lavorato part-
time, e uscire da lavoro di corsa per fiondarsi su un libro di Macroeconomia (tanto per dirne una) non era proprio quello che si definirebbe "il massimo della vita".
Tutto questo per dire far conciliare gli studi (ben fatti) al ciclismo agonistico (ben fatto), secondo me, è davvero difficilissimo. Più facile è non impegnarsi a fondo veramente in entrambe le cose; la domanda è: vale la pena sacrificarsi in entrambe le cose per poi rischiare di non farne bene nemmeno una? Anche qui quale sia la risposta giusta non si sa... E' un dilemma a cui un ragazzo che fa questo tipo di vita prima poi si trova davanti, e qualsiasi sia la scelta presa è meritevole di rispetto e comprensione.