Come lubrificare la catena della bicicletta: guida passo per passo
Come e quando lubrificare la catena della bicicletta? Quali prodotti scegliere e che procedure seguire? Vediamo passo per passo.
www.bikeitalia.it
Shimano Alfine 11 velocità, escursione rapporti 409%.Il cambio nel mozzo esiste già, ma è dura infilarci 11/12v, io al massimo l'ho visto a 3v. ed era già grosso.
Mai sentito nominare.. grazie per la drittae poi c'è il cambio Pinion (sul movimento centrale) che già dieci anni fa forniva 18 rapporti con un'escursione del 636%: https://community.mtb-mag.com/t/pinion-p1-18-gearbox-a-18-marce.176722/
tecnicamente sulla carta potrebbe essere l'uovo di Colombo: masse più centrate (diversamente dal cambio al mozzo, che sposta il peso più sull'asse posteriore) e baricentro basso, di contro richiede dei telai dedicati.Mai sentito nominare.. grazie per la dritta
Potrebbe essere.. se poi riuscissero a combinare una trasmissione cardanica (che nella bdc essendo fissa non dovrebbe creare molti problemi come invece su una mtb ammortizzata) sarebbe il top.. manutenzione molto ridotta.ma secondo me il futuro potrebbe essere in quella direzione.
Mondo che mi è del tutto sconosciuto.. ma a naso credo tu abbia dipinto una situazione pressochè realeA livello di pura tecnica esistono diversi sistemi di trasmissione per bicicletta, cito ad esempio alberi rigidi o sistemi idrostatici con turbine e micropompe elettriche. Proprio dell'idrostatica mi sono occupato del brevetto pochi mesi fa.
Se analizziamo le banche dati brevettuali possiamo trovare un numero incredibile di migliorie alle trasmissioni attuali o sistemi del tutto mai visti.
A fare questo tipo di ricerca e innovazione sono nomi noti (Shimano, SRAM, Campagnolo, Rotor) e decine di piccolissime aziende o addirittura privati.
Il fatto che poi non si vedano in commercio dipende da due fattori:
1) se a fare innovazione è un marchio già noto, in genere attende il momento opportuno del mercato o l'evoluzione di altri componenti (ad esempio i telai) prima di introdurre la novità. Oppure depositano i brevetti per impedire che i concorrenti entrino nel mercato con un prodotto simile, pur non avendo reali intenzioni di portare al pubblico la novità.
2) se a fare innovazione sono aziende micro o privati non hanno nessuna forza commerciale e di produzione/distribuzione/vendita. Generalmente realizzano dei prototipi funzionanti e cercano poi di vendere il brevetto o cederlo in licenza a qualche grande gruppo (cioè i soliti monopolisti).
Io ho un cliente privato, un puro appassionato di meccanica e ciclismo, che è riuscito a cedere un brevetto a SRAM su un reggisella telescopico.
A livello di pura tecnica esistono diversi sistemi di trasmissione per bicicletta, cito ad esempio alberi rigidi o sistemi idrostatici con turbine e micropompe elettriche. Proprio dell'idrostatica mi sono occupato del brevetto pochi mesi fa.
Se analizziamo le banche dati brevettuali possiamo trovare un numero incredibile di migliorie alle trasmissioni attuali o sistemi del tutto mai visti.
A fare questo tipo di ricerca e innovazione sono nomi noti (Shimano, SRAM, Campagnolo, Rotor) e decine di piccolissime aziende o addirittura privati.
Il fatto che poi non si vedano in commercio dipende da due fattori:
1) se a fare innovazione è un marchio già noto, in genere attende il momento opportuno del mercato o l'evoluzione di altri componenti (ad esempio i telai) prima di introdurre la novità. Oppure depositano i brevetti per impedire che i concorrenti entrino nel mercato con un prodotto simile, pur non avendo reali intenzioni di portare al pubblico la novità.
2) se a fare innovazione sono aziende micro o privati non hanno nessuna forza commerciale e di produzione/distribuzione/vendita. Generalmente realizzano dei prototipi funzionanti e cercano poi di vendere il brevetto o cederlo in licenza a qualche grande gruppo (cioè i soliti monopolisti).
Io ho un cliente privato, un puro appassionato di meccanica e ciclismo, che è riuscito a cedere un brevetto a SRAM su un reggisella telescopico.
E dopo aver fatto queste considerazioni ieri l'altro ho spezzato la catena della mia MTB; ho dovuto ripararla su posto, smerdandomi le mani di grasso, imprecando perchè un'estremità della catena si era incastrata tra telaio e movimento centrale, mezz'ora buona di lavoro con un caldo-umido-afoso, e con le zanzare e tafani che banchettavano sulle mi gambe. Lì ho proprio pensato quanto bello sarebbe avere un cambio nel mozzo e un cinghia bella pulita....
MOlto interessante.. ma il tuo sitoCiao @Ipercool, dato che hai affrontato il mondo dei brevetti ti sarai reso conto dello stato dell'arte: è molto difficile trovare qualcosa di nuovo perché ogni idea sembra essere già stata realizzata da qualcun altro. E così si va di piccole migliorie e si viaggia al limite tanto che spesso i brevetti (europei) vengono rifutati all'esame.
L'evoluzione della bici è lenta (seguendo il titolo della discussione) solo a livello del tutto materiale, cioè rispetto a ciò che offre tangibilmente il mercato.
Invece a livello intellettuale c'è una ricerca tecnica incredibile che non si arresta mai. Solo chi vive in settori di ricerca e sviluppo può avere il polso di tutto questo flusso incredibile di neuroni umani impegnati a migliorare ogni aspetto della bicicletta!
Con il mio gruppo (90RPM) stiamo lavorando da molti mesi ad una reclinata autostabilizzante senza nessun dispositivo elettronico, funzionante grazie allo sfruttamento delle nuove geometrie derivate dal lavoro sulla stabilità delle bici della Delft University of Technology (Schwab, Papadopoulos, Ruina). Fino a pochi anni fa veniva ritenuto impossibile guidare una reclinata con le geometrie che stiamo ottimizzando, c'è voluto il lavoro decennale di un team di matematici e fisici per dimostrare che era del tutto possibile (se guardate sul mio sito trovate un bell'articolo in 2 parti che racconta questa vicenda).
Poi questa è una sfida poiché stiamo brevettando anche una nuova trasmissione che si è resa indispensabile per il nostro progetto.
Tutto questo per dire che l'innovazione c'è, ma vedere poi questi anni di sforzi sul mercato è dura se non impossibile.
Sempre citando la ricerca della Delft sull'autostabilità delle biciclette, il gruppo ha messo a disposizione i set di equazioni riviste e corrette sulla stabilità delle biciclette (che precedentemente erano incompleti ed errati), offrendo ai costruttori la possibilità di realizzare telai da ciclismo con forme e geometrie del tutto innovative, ma nessun grande marchio ha ritenuto il mercato (i consumatori quindi) pronto per un passo così "rivoluzionario".
Un altro nostro brevetto è il copertoncino con impronta a terra variabile per migliorare la frenata e gli spazi d'arresto nei panic stop nelle bici con copertoni di piccola sezione. Prodotto funzionante, prototipi realizzati, ma nessun marchio interessato a realizzarlo su larga scala nonostante il grande interesse dimostrato. (anche questo è raccontato sul mio sito).
Ciao @Ipercool, dato che hai affrontato il mondo dei brevetti ti sarai reso conto dello stato dell'arte: è molto difficile trovare qualcosa di nuovo perché ogni idea sembra essere già stata realizzata da qualcun altro. E così si va di piccole migliorie e si viaggia al limite tanto che spesso i brevetti (europei) vengono rifutati all'esame.
L'evoluzione della bici è lenta (seguendo il titolo della discussione) solo a livello del tutto materiale, cioè rispetto a ciò che offre tangibilmente il mercato.
Invece a livello intellettuale c'è una ricerca tecnica incredibile che non si arresta mai. Solo chi vive in settori di ricerca e sviluppo può avere il polso di tutto questo flusso incredibile di neuroni umani impegnati a migliorare ogni aspetto della bicicletta!
Con il mio gruppo (90RPM) stiamo lavorando da molti mesi ad una reclinata autostabilizzante senza nessun dispositivo elettronico, funzionante grazie allo sfruttamento delle nuove geometrie derivate dal lavoro sulla stabilità delle bici della Delft University of Technology (Schwab, Papadopoulos, Ruina). Fino a pochi anni fa veniva ritenuto impossibile guidare una reclinata con le geometrie che stiamo ottimizzando, c'è voluto il lavoro decennale di un team di matematici e fisici per dimostrare che era del tutto possibile (se guardate sul mio sito trovate un bell'articolo in 2 parti che racconta questa vicenda).
Poi questa è una sfida poiché stiamo brevettando anche una nuova trasmissione che si è resa indispensabile per il nostro progetto.
Tutto questo per dire che l'innovazione c'è, ma vedere poi questi anni di sforzi sul mercato è dura se non impossibile.
Sempre citando la ricerca della Delft sull'autostabilità delle biciclette, il gruppo ha messo a disposizione i set di equazioni riviste e corrette sulla stabilità delle biciclette (che precedentemente erano incompleti ed errati), offrendo ai costruttori la possibilità di realizzare telai da ciclismo con forme e geometrie del tutto innovative, ma nessun grande marchio ha ritenuto il mercato (i consumatori quindi) pronto per un passo così "rivoluzionario".
Un altro nostro brevetto è il copertoncino con impronta a terra variabile per migliorare la frenata e gli spazi d'arresto nei panic stop nelle bici con copertoni di piccola sezione. Prodotto funzionante, prototipi realizzati, ma nessun marchio interessato a realizzarlo su larga scala nonostante il grande interesse dimostrato. (anche questo è raccontato sul mio sito).
Lo trovi nelle informazioni del mio profilo.MOlto interessante.. ma il tuo sito
Purtroppo la realizzazione richiede dei processi che sono del tutto anti-economici per tirature a basso numero, anche perché è un copertone che va rapportato al peso del ciclista altrimenti rischi che la spalla (che ha un cedimento controllato) ceda anche quando non si frena oppure non ceda quando serve. E' un prodotto particolare, probabilmente troppo.Si, complimenti per quello che fate, interessante il copertoncino, dovresti avviare un sondaggio per verificare qui dentro quanti lo vorrebbero e quanti no...