L'episodio di oggi si intitola
Lezione (di guida) del ciclista all'automobilista.
Per i locali, così hanno un'idea più precisa di dov'ero: discesa da Pino Soprano, dopo aver fatto Torrazza.
Ho appena scollinato e mi sto perdendo dietro al
Garmin. Credevo che non ci fosse nessuno, invece c'era uno che aveva una fretta del diavolo e mi strombazza col tono "Togliti di mezzo che mi rallenti". Peccato, che dopo neanche 500 metri il falsopiano finisce e inizia una discesa di circa 6 chilometri piena di curve. Tanto per intenderci, Pino Soprano è una di quelle discese dove una macchina non riesce a star dietro ad un ciclista, se questi non è proprio fermo.
E infatti, quello che aveva una gran fretta non riesce a staccarmi - in un paio di curve ho sentito stridere i pneumatici - e devo frenare sempre per mantenere la distanza. Non è che andasse pianissimo, è che andava
più piano di me. Sono situazioni che non mi piacciono, a me piace avere la visuale libera in discesa. Ma oggi non si poteva fare diversamente.
Fortuna vuole che poco oltre metà discesa c'è un cantiere e il semaforo è rosso. Lui si ferma e quando sto per fermarmi anch'io diventa verde. Due colpi di pedale e gli sono davanti. Mezza curva ed è l'ultima cosa che vede di me. Tempo 5 secondi e non sento più nessun rumore di macchina.
Morale: prima di dire ad un ciclista "togliti di mezzo che mi rallenti" assicurati di saper guidare.