Certo, è così, ma guai se dopo un po' di tempo l'interpretazione non riuscisse a stravolgere quella che era la prima impressione, guai, saremmo fissi come pali di cemento.
Ed è fenomeno che succede anche senza studio specifico, prova per es. ad ascoltare un brano musicale complesso (es. di classica) per molte volte, man mano che passa il tempo anche solo il fatto che diventi più familiare all'orecchio ed alla mente lo senti diverso.
Ma solo.perché hai creato nuove tracce mentali dentro di te, nuove sinapsi, magari...
Lo diceva oggi un articolo appena letto, girate più musei e mostre che potete...
Aggiungo io, ascoltate tutta la musica, da Bach a Eminem, poi, ma solo poi, trarrete decisioni in merito. Ma le sorprese saranno infinite, soprattutto quante volte cambierete idea, od impressione.
E infine, come già detto, lo studio, poco o tanto come ognuno può, aiuta ulteriormente, aiuta a fare un passetto in piu sui piccoli ma salutari stravolgimenti delle impressioni di partenza.
Anche in un giro in bici, dall'inizio alla fine, non si è esattamente gli stessi.
Questo che esponi, in modo elementare, è il concetto di "orecchiabilità" di un brano, quella che i canzonettari cercano affinchè un brano "funzioni" ovvero sia commerciale. Perchè, come ben sai, la funzione commerciale è inscindibile nell'ambito della musica leggera, ne forgia il carattere e nasce con essa.
Semplificare, rendere "conosciuto" qualcosa che proponiamo. Temiano cio' che non conosciamo. In studio, negli anni d'oro del denaro e della merda musicale, la parola d'ordine in fase di arrangiamento e postproduzione era: semplifica!!!
Ed il tuo discorso è apprezzabile. Ma non basta. Per comprendere appieno determinate cose che siano musica piuttosto che architettura o scultura, occorre anche una decisa base accademica. Altrimenti accontentiamoci delle lauree su goggle (fatti un giro sui 3d sull'alimentazione, ad esempio).
Se davvero vuoi comprendere le progressioni armoniche di Giant steps occorre fare qualcosa di piu' che ascoltare, occorre anche studiare, laddove per studiare intendo informarsi, leggere, approfondire e, perchè no, farsi aiutare.
Altrimenti riesce difficile capire l'importanza del passaggio da tonale a modale nel jazz o da tonale ad atonale in altri ambiti, ad esempio.
E' una sinergia che porta alla comprensione, occorre tempo, dedizione ed amore.
SI vive senza, per carità, ma è altrettanto vero che l'involuzione culturale si sa bene cosa determina.
E, mi ripeto, attenzione a non rifutare questi concetti perchè c'e' il rischio di, semplicemente, cullarsi e dare giustificazione alla nostra ignoranza.
Il discorso traslalo a qualunque attività umana artistica.
Non amo la merda d'artista ma è necessario conoscere e collocarla, non decontestualizzarla.
Lo stesso vale per mille altri esempi.
Altrimenti si finisce per osannare il tapping di Van Halen (ragazzo simpaticissimo e talentuoso, la sua dipartita mi ha abbattuto) quando, in realtà, erano decenni che altri lo utilizzavano in modo espressivo e senza rincorrere a trick di falso virtuosismo ai fini commerciali.