Colnago é sempre stato un mago del marketing. .... Ora ci sono altri mezzi di comunicazione, e sarebbe meglio non facesse interviste a ruota libera, sono controproducenti.
dare lezioni a Colnago è come spiegare a Froome come allenarsi.
Se solo per un'intervista rilasciata a un sito straniero,siamo alla 14ma pagina di commenti e dibattito su una sua affermazione,direi che l'anziano signore di Cambiago ha centrato l'obbiettivo anche a 'sto giro...
Io trovo che la sua strategia sia perfetta...Cosa gli si può contestare a una persona così?...che alla sua età svolge ancora con passione il suo mestiere,che è stato un innovatore è innegabile...che mantiene lo status del Made in Italy con il suo cavallo di battaglia la serie C,è la Porsche 911 delle biciclette,un concetto che si rinnova si aggiorna ed è sempre più bello ogni volta che esce la nuova serie...è il pezzo sartoriale della sua gamma.
Poi sa benissimo che se vuoi stare nel world tour devi fare dei numeri e non ti puoi limitare all'abito sartoriale,allora ecco i monoscocca sempre top di gamma,aero e non..made in Taiwan come il 99% dei telai del pianeta...che consentono margini di guadagno altissimi da poter spendere in sponsorizzazioni etc...
Chapeau a Ernesto anche stavolta....
Non credo che il suo obiettivo fosse far parlare delle sue bici a 20/30 persone (quelle che hanno alimentato queste 14 pagine) rilasciando una intervista che su un forum molto tematico è stata riportata, ma che il 99% di chi è un potenziale cliente non conoscerà mai. Ci dimentichiamo molto spesso che, come forum, siamo un microcosmo non popolo. Quel che qui sembra ovvio e conosciuto ai più (e manco più tanto) nel mondo amatoriale è sconosciuto alla maggior parte delle persone....persino molti prò ne sanno ben meno, soprattutto tecnicamente.
Per evitare di finire a parlare di pareri e gusti proviamo a ritornare sui fatti?
Colnago è stato IL MARKETING in ambito ciclistico come ricorda gamba, con ottime intuizioni e risultati.. Intuizioni di un imprenditore scaltro ed istintivo. Questo negli anni 80 e 90 a seguire le cose iniziano a cambiare. Cambiano le tecnologie e cambiano i clienti.
Il paragone con Froome non ha molto senso. Di froome sappiamo i risultati ma che sia un genio dell'allenamento no lo so, probabilmente applica un fisico straordinario su piani fatti da persone con molta esperienza, non credo si alleni a sensazione. Un professionista dell'allenamemnto sicuramente ne sa più di froome o no? Non mi sembra molto pertinente mettere sullo stesso piano capacità fisiche (innate) e capacità di pensare strategicamente (intuizione aiuta ma richiede un processo strutturato e studio).
Per quanto concerne la parte del dibattito e del famoso "pur che se ne parli.."
Ovvio che l'intervista non ha alcun fine specifico in tal senso, è la persona che parla e racconta il suo pensiero, non è una pubblicità.
La cosa interessante, e che si ricollega all'istintività del personaggio, è l'affermazione che secondo lui il mercato non capisce il valore delle sue bici. Questa affermazione, per chiunque abbia mai gestito un'azienda vuol dire una sola cosa: le vendite/margini non vanno come dovrebbero e non so più come crescere.
Guardando i bilanci (che sono nella discussione postati piu volte) si vede che il fatturato ha un picco e poi scende immediatamente appena passato l'effetto novità dato dall'introduzione nuovo modello (durato un ano) ed i margini decadono e continuano a scendere.
Questo vuol dire una cosa sola, al di la dei gusti personali, dal punto di vista aziendale di sicuro non sta crescendo ed i clienti, evidentemente, non sembrano premiare/capire queste scelte. Confrontando poi il fatturato con
Pinarello si vede che è meno della metà.
Si vede quindi, datti alla mano, che i clienti sono sensibili e rispondono alle novità ma appena si esaurisce l'effetto scappano.
Se le vendite ed i margini scendono ( ameno di un mercato in forte contrazione, ma non sembra essere il caso) dipende, solitamente da uno o piu problemi relativo a questi elementi:
- Prezzo
- Prodotto
- Comunicazione
- Rete commerciale
Questo quindi conferma le parole di Colnago, i clienti non capiscono quanto lui vorrebbe il valore del suo prodotto (prezzo vs. prodotto e comunicazione/marketing).
Porsche 911 se fosse rimasta raffreddata ad aria, sarebbero andati tutti a casa. Io personalmente preferisco ancora le 964 (alle 993 e anche alle attuali) ma il mercato dice e ha detto chiaramente altro. L'azienda è praticamente fallita ad inizio anni 90 e si è dovuta reinventare (come struttura aziendale e come prodotto). Senza il passaggio all'acqua effettuato con la (criticatissima) 996 sarebbero morti. (tralasciando le trame aziendali di proprietà e l'ampliamento gamma con suv su base vw e la relativa ripartizione costi di sviluppo) attualmente la 911 è meno del 30% della produzione.
Questi passaggi sono stati fatti con una specifica strategia e non ad intuizione.
L'augurio, ovviamente, è che Colnago abbia ancora decenni di successi, ma per farlo dovrà pensare bene alla strategia da applicare nei prossimi anni, le "intuizioni del capo" ed il fascino del made in Italy ormai non bastano più a crescere in questo mercato. E se non cresci non è facile sopravvivere. Il risultato di solito è la vendita ad un gruppo che sfrutterà il tuo marchio o il diventare "di nicchia". Sarebbe un peccato in entrambi i casi!