Come allenano il VO2max i professionisti?

gioca63

Apprendista Velocista
18 Aprile 2009
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ok cosi è più chiaro, Ferrari faceva fare tanto allenamento intorno alla soglia da quel che so
si infatti! per quello lo citavo. in fondo sono le stesse teorie che di continuo girano e a rotazione diventano famose. Una volta tantissimo medio e le sgasate solo in gara, poi l hiit per i time chrunched poi di nuovo il medio col nome piu' bello ''sweet spot'' poi seiler col polarizzato e ora i norvegesi che riportano in auge il medio con l' aiuto della tecnologia piu moderna!
 
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Gregario
2 Gennaio 2017
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si infatti! per quello lo citavo. in fondo sono le stesse teorie che di continuo girano e a rotazione diventano famose. Una volta tantissimo medio e le sgasate solo in gara, poi l hiit per i time chrunched poi di nuovo il medio col nome piu' bello ''sweet spot'' poi seiler col polarizzato e ora i norvegesi che riportano in auge il medio con l' aiuto della tecnologia piu moderna!
ho capito quello che vuoi dire, penso che tutti i metodi siano validi ed efficaci bisogna capire però quale si adatta di più all'atleta e come questo risponde agli stimoli. Nel professionismo di oggi un modello tipo Ferrari non è semplice perchè devi arrivare alle gare già in condizione mentre anni fa magari le prime le usavano per entrare in forma, idea mia magari sbaglio
 
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canserbero

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17 Settembre 2017
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Penso che non si possa fare un ragionamento a tutto tondo senza contesto, altrimenti di rischia di cadere in visioni distorte e super semplificazioni.

Nel filone “visioni distorte”, per esempio ricade secondo me il polarizzato di Seiler. Concetto relativamente semplice, ma praticamente sempre applicato al di fuori dal campo di osservazione originale (atleti di élite); si sono poi svolto studi per confrontare il piramidale vs il polarizzato prendendo comuni mortali/atleti di buon livello e l’indicazione sembra essere che paghi maggiormente fare prima piramidale e a seguire polarizzato (e non credo sia una sorpresa).

Nel filone “super semplificazioni” ricade l’idea che il medio di una volta sia lo sweet spot e/o la soglia dei norvegesi. Magari sulla carta le intensità possono coincidere, ma evidentemente il modo di somministrazione fa un’enorme differenza.

Infine, con riferimento all’intensità “buco nero” sono dell’idea che in generale sia fuori luogo definirla cosi e cercare di evitarla. Nella corsa, per esempio, è vicina/coincide con il ritmo maratona, quindi direi che sarebbe un grave errore non allenarla. Nel ciclismo non sarà certo quell’intensità che ti fa fare la differenza nelle tappe di montagna, ma immagino sarà quell’intensità che bisogna saper gestire quando si è in fuga. Ecco, direi un’intensità strumentale in gara, ma anche un ottimo strumento per costruire una base solida, assieme ad intensità inferiori, se usato con visione di insieme.
 
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Gregario
2 Gennaio 2017
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Penso che non si possa fare un ragionamento a tutto tondo senza contesto, altrimenti di rischia di cadere in visioni distorte e super semplificazioni.

Nel filone “visioni distorte”, per esempio ricade secondo me il polarizzato di Seiler. Concetto relativamente semplice, ma praticamente sempre applicato al di fuori dal campo di osservazione originale (atleti di élite); si sono poi svolto studi per confrontare il piramidale vs il polarizzato prendendo comuni mortali/atleti di buon livello e l’indicazione sembra essere che paghi maggiormente fare prima piramidale e a seguire polarizzato (e non credo sia una sorpresa).

Nel filone “super semplificazioni” ricade l’idea che il medio di una volta sia lo sweet spot e/o la soglia dei norvegesi. Magari sulla carta le intensità possono coincidere, ma evidentemente il modo di somministrazione fa un’enorme differenza.

Infine, con riferimento all’intensità “buco nero” sono dell’idea che in generale sia fuori luogo definirla cosi e cercare di evitarla. Nella corsa, per esempio, è vicina/coincide con il ritmo maratona, quindi direi che sarebbe un grave errore non allenarla. Nel ciclismo non sarà certo quell’intensità che ti fa fare la differenza nelle tappe di montagna, ma immagino sarà quell’intensità che bisogna saper gestire quando si è in fuga. Ecco, direi un’intensità strumentale in gara, ma anche un ottimo strumento per costruire una base solida, assieme ad intensità inferiori, se usato con visione di insieme.
sono d'accordo, quello che faccio fatica a capire è come allenarsi al di sotto di una certa intnsità (cp/ftp/soglia) possa farla aumentare, mi spiego, nel programma di Ferrari per esempio c'è tanto medio/soglia ma è quasi inesistente l'alta intensità o come la chiama lui super soglia. Magari non è cosi ma se ho una ftp di 300 e voglio arrivare a 310 non dovrò spingermi oltre? sarebbe troppo bello allenarsi a 290 e sperare di portare la ftp a 310
i numeri sono buttati la a caso...
 

canserbero

Fremen
17 Settembre 2017
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Non conosco il metodo Ferrari. Partendo dal presupposto che le varie componenti vanno allenate, dare enfasi ad intensità sotto soglia potrebbe portare al miglioramento della soglia per il semplice fatto che riesci a riutilizzare i sottoprodotti che si vengono a creare ad intensità maggiori in maniera più efficiente. Detto in altri termini potresti migliorare la funzionalità mitocondriale
 
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all_i_need_is_bike

Apprendista Cronoman
22 Marzo 2007
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Detto in altri termini potresti migliorare la funzionalità mitocondriale
Potrebbe anche essere massa mitocondriale, piuttosto che capillari (accorci la distanza tramite cui hai diffusione dell'ossigeno nelle fibre muscolari). In generale mi aspetto che "funzioni" se fra i fattori che limitano la capacità / sostenibilità a quella intensità ce ne è almeno uno che risponde a intensità più bassa (come quelli citati). Il fatto che sia più probabile per soggetti meno allenati (per i quali ad esempio allenarsi a LT migliora spesso anche VO2max), è indice che vengano coinvolti aspetti più periferici, che sono spesso un fattore limitante che interviene prima in questi casi (oltre a dipendere da caratteristiche, fattori limitanti e risposta individuale). Possibilmente da verificare, comunque.
Soprattutto evidenzia che un metodo particolare non è necessariamente adatto, anche quando sia produttivo in certi casi :)
 
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iban

Apprendista Passista
26 Maggio 2011
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Merida Scultura 6000\Giant tcr composite 1\Giant tcx slr 2
Non ci resta che sperare che dopo le Olimpiadi i norvegesi del triathlon pubblichino ciò che stanno “promettendo” da anni e che ci sia un livello di dettaglio decente :)

Nell'attesa puoi studiarti questo diario di Nils van der Poel, campione olimpico 2022 e detentore del record del mondo sui 5000 e 10000 nel pattinaggio su ghiaccio, si è allenato tantissimo in bici (in media 30 ore a settimana) con potenze di tutto rispetto (ha una ftp appena sotto i 400 watt)
Trovi tutti gli allenamenti svolti da maggio 2019 fino alle Olimpiadi del 2022 ed è dettagliatissimo con tempi potenze e serie.
Divide l'anno in 4 periodi,
  • Stagione aerobica: (Dal dopo stagione alle gare a luglio) Concentrarsi sulla costruzione della base aerobica attraverso ciclismo, corsa, ecc. Puntare a un alto volume di allenamento (fino a 33 ore/settimana).
  • Stagione della soglia: (Agosto - Ottobre) Aumentare l'allenamento alla soglia in bicicletta. Aumentare gradualmente le ore trascorse a intensità di soglia mantenendo comunque un lavoro aerobico.
  • Stagione specifica: (3 settimane prima della prima gara) Concentrarsi interamente sul pattinaggio alla velocità di gara. Eseguire cicli di supercompensazione e scarico per le principali competizioni per raggiungere una forma di picco momentanea.
  • Stagione aerobica 2.0: (Tra i blocchi di competizione) Tornare brevemente a un lavoro aerobico ad alto volume per ripristinare l'equilibrio ormonale e prevenire il sovrallenamento dopo le gare.
Secondo lui l'approccio chiave è dare priorità all'allenamento essenziale, concentrando gli sforzi sulle sessioni direttamente correlate alle prestazioni, come il pattinaggio a velocità di gara e l'allenamento aerobico ad alto volume. Attività di "riempimento" come lo stretching o la palestra vengono evitate se deviano dall'obiettivo principale, In pratica per lui il volume è efficace se fatto all'intensità di gara,
Il modello di allenamento segue una settimana 5-2, composta da 5 giorni di allenamento seguiti da 2 giorni di riposo completo. Questo non solo fornisce una pausa mentale, ma facilita anche il monitoraggio più accurato dei livelli di affaticamento, adattandosi bene a una normale settimana lavorativa.

Se capisci un pochetto di inglese è una lettura interessantissima
 

Allegati

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TheLordofBike

Apprendista Cronoman
4 Ottobre 2007
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Io, per quel che vale, su atleti che "continuano a pedalare" sono arrivato alla conclusione che "su di me" (e direi non solo, ma tralasciamo) funziona maggiormente un approccio PREVALENTEMENTE SweetSpot/Soglia/OverUnder laddove il tempo a disposizione sia sostanzialmente limitato (diciamo meno di 7/8h a settimana).

Viceversa, se il tempo a disposizione aumenta, un approccio Prevalentemente Piramidale prima e Polarizzato poi da, a mio avviso, maggior risultato.

Lo stesso è valido per chi parte con "poco tempo" (ad esempio in inverno) e si ritrova poi ad avere "più tempo" (ad esempio in estate)...per cui ci si concentra sul primo caso all'inizio e si finisce sul secondo poi.

Il tutto considerando che chi pedala "non abbia appena iniziato" e "non arrivi da un periodo molto lungo di stop"....in questi ultimi due casi diventa indispensabile riprendere "con i dovuti tempi" prima di iniziare ad aumentare l'intensità.
 

LIUL

Gregario
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Io, per quel che vale, su atleti che "continuano a pedalare" sono arrivato alla conclusione che "su di me" (e direi non solo, ma tralasciamo) funziona maggiormente un approccio PREVALENTEMENTE SweetSpot/Soglia/OverUnder laddove il tempo a disposizione sia sostanzialmente limitato (diciamo meno di 7/8h a settimana).

Viceversa, se il tempo a disposizione aumenta, un approccio Prevalentemente Piramidale prima e Polarizzato poi da, a mio avviso, maggior risultato.

Lo stesso è valido per chi parte con "poco tempo" (ad esempio in inverno) e si ritrova poi ad avere "più tempo" (ad esempio in estate)...per cui ci si concentra sul primo caso all'inizio e si finisce sul secondo poi.

Il tutto considerando che chi pedala "non abbia appena iniziato" e "non arrivi da un periodo molto lungo di stop"....in questi ultimi due casi diventa indispensabile riprendere "con i dovuti tempi" prima di iniziare ad aumentare l'intensità.
condivido, io quando non avevo la possibilità di fare tante ore mi trovavo bene con un approccio simile, praticamente le uscite erano sempre abbastanza tirate la bassa intensità non avrebbe dato benefici visto che facevo 10 12 ore a settimana. Cambiando lavoro ho potuto aumentare le ore(fino 18/25)e devo dire che i risultati miglori sono arrivati con tanta bassa intensità e poca alta intensità, ma veramente alta...
 
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canserbero

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Potrebbe anche essere massa mitocondriale, piuttosto che capillari (accorci la distanza tramite cui hai diffusione dell'ossigeno nelle fibre muscolari). In generale mi aspetto che "funzioni" se fra i fattori che limitano la capacità / sostenibilità a quella intensità ce ne è almeno uno che risponde a intensità più bassa (come quelli citati). Il fatto che sia più probabile per soggetti meno allenati (per i quali ad esempio allenarsi a LT migliora spesso anche VO2max), è indice che vengano coinvolti aspetti più periferici, che sono spesso un fattore limitante che interviene prima in questi casi (oltre a dipendere da caratteristiche, fattori limitanti e risposta individuale). Possibilmente da verificare, comunque.
Soprattutto evidenzia che un metodo particolare non è necessariamente adatto, anche quando sia produttivo in certi casi :)
Visto che il tutto era partito da una osservazione in merito al metodo Ferrari ho dato per scontato che si stesse parlando più di intensità vicine a soglia; mi aspetto che a "queste intensità" (tra virgolette perché siamo stati molto sul vago) ci sia uno sbilanciamento verso il miglioramento del sistema più che creare nuove strutture :)
 

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Visto che il tutto era partito da una osservazione in merito al metodo Ferrari ho dato per scontato che si stesse parlando più di intensità vicine a soglia; mi aspetto che a "queste intensità" (tra virgolette perché siamo stati molto sul vago) ci sia uno sbilanciamento verso il miglioramento del sistema più che creare nuove strutture :)
Sì sì, ragionavo sulla questione delle intensità più basse come possibile origine di elementi utili per intensità più alte.
Forse il restare sul vago è solo una impressione, visto che è tutto reso un po' complesso dal fatto che non è l'intensità in quanto tale, ma l'entità dei (e per certi elementi anche la durata di esposizione ai) "disturbi" (stato energetico -AMP/ATP-, concentrazione glicogeno, disponibilità ossigeno, concentrazioni di varie molecole, ecc) che attivano i percorsi di adattamento. Cioè in soldoni zona =/= stimolo adattativo. Direi coerentemente con gli ultimi messaggi della discussione.
 
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Gregario
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comunque per tornare sul discorso professionisti a me sembra che le alte intensità siano molto presenti fin dai mesi invernali, ci sono diversi pro (continental e professionl) nella mia zona e garantisco che fanno lavori intermittenti da dicembre, anni fa magari sarebbe stato impensabile...
 

Doctor Speck

Ötztalnauta
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comunque per tornare sul discorso professionisti a me sembra che le alte intensità siano molto presenti fin dai mesi invernali, ci sono diversi pro (continental e professionl) nella mia zona e garantisco che fanno lavori intermittenti da dicembre, anni fa magari sarebbe stato impensabile...
Anni fa la stagione non iniziava a gennaio
 

canserbero

Fremen
17 Settembre 2017
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Mah più che altro non ha nessun fondamento dal punto di vista fisiologico: seppur professionisti-e quindi probabilmente persone che non hanno più margine o poco-l’assunto che si riuscirà a recuperare tutto, e forse a super compensare, è se non altro troppo forte. E su questo filone finisce anche la pratica di fare off-season
 
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Gregario
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Mah più che altro non ha nessun fondamento dal punto di vista fisiologico: seppur professionisti-e quindi probabilmente persone che non hanno più margine o poco-l’assunto che si riuscirà a recuperare tutto, e forse a super compensare, è se non altro troppo forte. E su questo filone finisce anche la pratica di fare off-season
quindi pensi che anche l'alta intensità vada mantenuta tutto l'anno?