Oslo '93 fu il più anomalo dei Campionati del Mondo . Furono di più quelli a terra che quelli all'arrivo . Armstrong pre-malattia era un buon corridore da classiche e ottimo cronoman ma di certo non un crack . Dopo la malattia divenne imbattibile un solo mese all'anno (rivoluzionando il modo di pedalare , il mito dell'agilità) , per me la negazione del ciclismo . E si , è vero , si dopavano tutti , ma il contratto di esclusiva , con sappiamo bene chi , ce l'aveva lui . Non mi stupisco che ci sia ancora qualcuno che lo osanna , anche Vanna Marchi incontrava moltissimo . Saluti .Non sono daccordo Amstrong era un gran corridore(Campione del Mondo a 21 anni) ed Indurain era bravo anche nelle classiche a collezzionato podi anche su strada nei mondiali 2 a Duitama davanti a Pantani e terzo a Stoccarda dietro a Bugno non ne nascono più di Indurain, bisogna dire che Amstrong ha avuto un tumore e perso 3 anni buoni dove poteva dare il meglio come Coppi ne perse 5 per la seconda guerra Mondiale
Sono daccordo sul punto che dicono un asino non diventerà mai un puro sangue Lance Amstrong era un enfant prodige aveva ad Oslo 1993 vinto un campionato mondiale davanti ad un certo Miguel Indurain, a proposito Miguel aveva un fratello Prudencio si allenavano insieme magari avevano anche lo stesso preparatore ed allenatore ma il palmares di Miguel non è quello di Prudencio meditate gente meditate!! Dire sono tutti dopati è una cosa stupida non si vince una gara senza la preparazione atletica e il giusto approccio mentale certo gli invidiosi fanno il ragionamento della volpe a quell'uva non ci arrivo è sicuramente acerba.
Certamente, ma bisogna vedere se quei valori sono naturali o creati artificialmente.Nel ciclismo, ma più in generale nello sport professionistico, si dopano un po’ tutti con le sostanze più disparate (ma tutti cercano di usare le stesse sostanze di quelli che vanno forte) questo alza il livello prestazionale medio dei ciclisti che si riflette sui tempi in gara, ma nella sostanza poi spesso vince o si gioca la vittoria chi ha di base dei valori genetici superiori alla media.
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Certamente, ma bisogna vedere se quei valori sono naturali o creati artificialmente.
In un mondo ipotetico dove il doping lo usano tutti emerge chi per caratteristiche naturali riesce a tollerarlo meglio e ne trae i benefici maggiori, mica chi unicamente per caratteristiche naturali va più forte degli altri.
In realtà l'esperto dell'articolo dice esattamente il contrario....Sono daccordo sul punto che dicono un asino non diventerà mai un puro sangue Lance Amstrong era un enfant prodige aveva ad Oslo 1993 vinto un campionato mondiale davanti ad un certo Miguel Indurain, a proposito Miguel aveva un fratello Prudencio si allenavano insieme magari avevano anche lo stesso preparatore ed allenatore ma il palmares di Miguel non è quello di Prudencio meditate gente meditate!! Dire sono tutti dopati è una cosa stupida non si vince una gara senza la preparazione atletica e il giusto approccio mentale certo gli invidiosi fanno il ragionamento della volpe a quell'uva non ci arrivo è sicuramente acerba.
Nel ciclismo, ma più in generale nello sport professionistico, si dopano un po’ tutti con le sostanze più disparate (ma tutti cercano di usare le stesse sostanze di quelli che vanno forte) questo alza il livello prestazionale medio dei ciclisti che si riflette sui tempi in gara, ma nella sostanza poi spesso vince o si gioca la vittoria chi ha di base dei valori genetici superiori alla media.
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Quindi rieccoci al "tanto si dopano tutti" nella variante "un asino non diventa un cavallo da corsa"... Pensavo che l'articolo fosse chiaro al riguardo!Sono daccordo sul punto che dicono un asino non diventerà mai un puro sangue Lance Amstrong era un enfant prodige aveva ad Oslo 1993 vinto un campionato mondiale davanti ad un certo Miguel Indurain, a proposito Miguel aveva un fratello Prudencio si allenavano insieme magari avevano anche lo stesso preparatore ed allenatore ma il palmares di Miguel non è quello di Prudencio meditate gente meditate!! Dire sono tutti dopati è una cosa stupida non si vince una gara senza la preparazione atletica e il giusto approccio mentale certo gli invidiosi fanno il ragionamento della volpe a quell'uva non ci arrivo è sicuramente acerba.
Nel ciclismo, ma più in generale nello sport professionistico, si dopano un po’ tutti con le sostanze più disparate (ma tutti cercano di usare le stesse sostanze di quelli che vanno forte) questo alza il livello prestazionale medio dei ciclisti che si riflette sui tempi in gara, ma nella sostanza poi spesso vince o si gioca la vittoria chi ha di base dei valori genetici superiori alla media.
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Quindi rieccoci al "tanto si dopano tutti" nella variante "un asino non diventa un cavallo da corsa"... Pensavo che l'articolo fosse chiaro al riguardo!
E' il fratello.Comunque dal grafico della Gewis sembra che più o meno tutti salgano allo stesso modo con l'ematocrito. A parte Santoromita (ma è parente di Ivan?) che cresce poco e Berzin che fa un balzo mostruoso, tutti gli altri salgono di 12-14 punti. Sarebbe interessante sapere se hanno ricevuto tutti la stessa dose oppure no.
Non credo che tra i pro ci sia mai stato qualcuno poco dotato, è chiaro che a questi livelli hai già eccellenti basi fisiche, sia genetiche che sviluppate con l'allenamento, una forza mentale fuori dal comune, competenze tecniche e tattiche etc. Ma tra le molte variabili che possono permettere a un corridore di eccellere tra gli altri c'è sicuramente anche il doping, che anche cambiando di poco i valori iniziali, può, pur senza garanzia, fare la differenza tra la vittoria e l'anonimato. Con o senza doping l'uguaglianza è una pura illusione, nasciamo e viviamo in modi differenti, tuttavia col doping si finisce con lo sbilanciare la prestazione sportiva su mezzi esterni e scientifici che alla fine poco hanno a che fare con lo sport. Se lo sport è soprattutto superare i propri limiti, questi limiti devono pur essere concepibili (geni, allenamento, nutrizione etc.), mentre se diventano indefiniti e vaghi (chissà che effetto ha questo o quel farmaco, più farmaci combinati, o quello che ancora non è stato inventato) non generano né soddisfazione personale né soprattutto alcun tipo di coinvolgimento emotivo esterno, ragion per cui, se un atleta può decidere dove fermarsi e ritenersi ancora uno sportivo, è soprattutto il pubblico a non poter accettare l'idea del doping.Come sempre leggo con piacere e attenzione questi articoli, e concordo pienamente. Ed è un vero peccato che il doping sia così diffuso nel ciclismo proprio alla luce di quanto dichiarato. Il doping non azzera le differenze e mai aiuterà un atleta poco dotato a vincere, motivo di più per combatterlo e per goderci le differenze di prestazione dei nostri campioni senza questi disonorevoli dubbi. Saluti sportivi.
Le favole sono molto semplici, mi conciliano il sonno prima di addormentarmi, gli articoli scientifici invece li devo capire, starci a pensare e ripensare e quasi mai mi consentono di farmi un'opinione univoca e priva di dubbi...Quindi rieccoci al "tanto si dopano tutti" nella variante "un asino non diventa un cavallo da corsa"... Pensavo che l'articolo fosse chiaro al riguardo!
Io oramai sono un po’ troppo grande per credere nelle favole, tu ?
Comunque anche nell’articolo dice che chi vince ripetutamente ha qualche cosa in più, ovviamente a prescindere dal doping.
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