Pantani al Giro 2003. Quando vide le LW di Garzelli fece di tutto per averle anche lui. Alla fine Cipollini gli prestò le sue: a lui nelle tappe in salita non servivano
Quasi proprio a voler rimarcare la loro artigianalità. Salvo poi doversi piegare alle leggi del mercato e rendere più "industriale" la produzione, per far fronte alla elevata richiesta del prodotto.
Si Ser era per differenziare una produzione che dapprima avveniva quasi in un garage, o piccolo capannone che dir si voglia, ad opera di due persone, da una produzione con numeri ben maggiori che richiede l'impiego di una tecnologia differente dalle sole mani. Sicuramente oggi, grazie all'ausilio della tecnica e della meccanica industriale e ingegneristica le LW saranno addirittura migliori di quelle realizzate nei primi anni.In realtà posso garantire che le LW sono fatte a mano. Sono stato due volte in fabbrica da loro. Adesso hanno approntato dei macchinari con cui realizzarle anche in modo robotizzato, per ora fanno le Wegweiser in questo modo.
LW ha ufficialmente sponsorizzato la Farnese Vini un po' di anni fa, ma poi si sono tirati indietro perché i meccanici non le trattavano con le dovute cure e le rompevano tutte (nel camion le impilavano e facevano passare una catena in mezzo ai raggi per chiuderle col lucchetto perché non le rubassero)
Adesso forniscono la nazionale italiana.
Avevo letto che Cipollini volesse la "sponsorizzazione", ma poi fu costretto a "comprarsele" proprio perché in LW non intendevano sponsorizzare. Con le LW ci vinse il mondiale di Zolder.In realtà posso garantire che le LW sono fatte a mano. Sono stato due volte in fabbrica da loro. Adesso hanno approntato dei macchinari con cui realizzarle anche in modo robotizzato, per ora fanno le Wegweiser in questo modo.
LW ha ufficialmente sponsorizzato la Farnese Vini un po' di anni fa, ma poi si sono tirati indietro perché i meccanici non le trattavano con le dovute cure e le rompevano tutte (nel camion le impilavano e facevano passare una catena in mezzo ai raggi per chiuderle col lucchetto perché non le rubassero)
Adesso forniscono la nazionale italiana.
Si ho studiato qualcosa sulla storia delle Lightweight. Leggenda narra che diversi campioni pretendevano una sorta di sponsorizzazione (leggasi: voglio le LW gratis), cosa che in Lightweight rifiutarono di fare. Quasi proprio a voler rimarcare la loro artigianalità. Salvo poi doversi piegare alle leggi del mercato e rendere più "industriale" la produzione, per far fronte alla elevata richiesta del prodotto.
Ecco altre LW o Ada in foto di repertorio.
Questa da dove esce? Ullrich e Riis se le sono comprate e alla Lw manco lo sapevano.
Ti confermo che le bici nei colori team Telekom ,grigia-fucsia e nera-fucsia le hanno commercializzate ....le ho avute tutte 2.
Anche a me piacerebbe, ma è il problema delle bici in alluminio di quegli anni, sono difficili da trovare intatte.
Kaiser, mi confermi che la bici del 97 era una Paris e quella del 2000 con il carro posteriore in carbonio, una Prince? O mi sto sbagliando?
Perché cosa succede ai telai in alluminio vecchi?
un notissimo corridore italiano ebbe modo di provare le mad fiber di un suo amico amatore e le definì decisamente superiori alle ruote in dotazione alla squada i
Dom Perigon!
Nel '97 il modello era il Paris, il Prince con i soli pendenti posteriori in carbonio debuttò al Tour '98 ma se non ricordo male lo ebbero a disposizione solo Riis e Ullrich in alcune tappe. Ho avuto il piacere di avere entrambi i modelli.
nei panni del notissimo corridore o dell'amico amatore?
Perché cosa succede ai telai in alluminio vecchi?
Dubito che i telai in alluminio (come quelli in titanio e in acciaio) dei prof anni '90 e 2000 fossero identici a quelli standard venduti dalle varie case ciclistiche. Propenderei più per realizzazioni ad hoc, con telai alleggeriti, tubazioni specifiche a spessori differenziati difficilmente commercializzabili.Kaiser, mi confermi che la bici del 97 era una Paris e quella del 2000 con il carro posteriore in carbonio, una Prince? O mi sto sbagliando?
Perché cosa succede ai telai in alluminio vecchi?
Mah dipende dal telaio, dalle saldature e dallo spessore dei tubi. Vedo tante Gios Cinquantenario in giro eseguire il loro compito dopo quasi 20 anni. Pacifico che sia difficile vedere delle De Rosa ultra-leggere.Si rompono
Si rompono
Dubito che i telai in alluminio (come quelli in titanio e in acciaio) dei prof anni '90 e 2000 fossero identici a quelli standard venduti dalle varie case ciclistiche. Propenderei più per realizzazioni ad hoc, con telai alleggeriti, tubazioni specifiche a spessori differenziati difficilmente commercializzabili.
Come pensare che le Bianchi di Pantani fossero uguali a quelle acquistabili in negozio. Erano telai super leggeri utilizzati per qualche mese, se non per qualche tappa. Parlando specificamente di Pinarello, ci saranno sicuramente in giro delle Pinarello Paris e Prince in giro integre, così come vedo in giro tante Gios in alluminio utilizzate dai Kelme a fine anni '90. Ma sicuramente i mezzi di Ullrich e Rijs erano una cosa a se. Un po' come le Pinarello di Indurain erano sostanzialmente telai speciali differenti da quelli acquistabili.
Pacifico che sia difficile vedere delle De Rosa ultra-leggere.
I telai in alluminio sono abbastanza affidabili nel tempo mente i misti alluminio-carbonio erano più soggetti a rotture o scollamenti nelle zone di unione tra i due materiali.
Chiaro che generalizzare è sempre ingiusto, ma in linea di massima l'alluminio ha durata limitata. Più lo usi e più la sua vita si accorcia, inevitabilmente.
Trovare oggi bici anni '90 in alu non è cosi scontato come per bici in altri materiali. Non parliamo di quelle in set di tubi super leggeri, tipo Deda U2.
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