taiwan
sempre pensato alla spagna, almeno come origine..
taiwan
Infatti...Ma che discorso è? Il parallelo Zonda/Punto ti sembra coerente con per esempio Giant/Cipollini?? A me per niente.
Pertanto non è un discorso del tipo "non è detto che i telai orientali non siano buoni anzi..."; il punto è che: SE IL PROGETTO INIZIALE E' VALIDO PIù AUTOMAZIONE C'E' NELLA PRODUZIONE STESSA E MEGLIO E'; PIU' ARTIGIANALITA' C'E' E PIU' E' ELEVATO IL RISCHIO DI ERRORI.
Ciò per tutti coloro che osannano tanto l'artigianalità.
Questo è un dato di fatto; una macchina che lavora al centesimo non potrà mai essere equiparata ad una dima manuale o all'occhio del più esperto artigiano.
Che poi una bici artigianale trasmetta qualcosa di più sono d'accordo...ma quello è un altro discorso.
son calcoli di stima pero come vedi non ci allontaniamo dtanto poi dalla relatà se poi come detto a questo ci aggiungiamo un margine per creare quel gap tra un prodotto di fascia media bassa e un top eccolo li ....ho letto e riletto la Tua stima e mi permetto queste osservazioni:
10% progetto dipende ovviamente dal nr. di pezzi frodotti a fine ciclo del prodotto
3% colorazione e grafiaca mi sembra troppo poco
15% commercializzazione, se includi il rivenditore sali almeno di 3 volte tanto
15% Marketing anche lo raddoppierei.
la mia stima è questa:
200 per progetto, materiale, produzione, trasporto, stoccaggio.
200 Marketing e sponsorizzazioni
200 Ricarico del produttore per guadagno e rischio garanzia
200 importatore generale Europa-Italia
800 Rivenditore
350 IVA
e siamo ai quasi 2000 che paghiamo noi........
Chiedetevi quanta passione può metterci un'operaio giapponese o cinese nel "partecipare" alla costruzione di una bici. Secondo me poca, molto poca, e forse questo scarso interesse, questa robotizzazione, questa spersonalizzazione del lavoro viene trasmessa all'oggetto che si realizza. Ma più che altro la cosa triste è forse che questi operai si vedono passare la loro vita davanti, il loro tempo è dettato da una catena di montaggio, la legge dei grandi numeri li sovrasta e li schiaccia. Buona riflessione.
Non dubito del fatto che tu la pensi così,non mi permetterei mai di farlo,ma la tua Bianchi Infinito contraddice un pò questo tuo discorso.Bè tutto vero, ma continuo a preferire le fabbriche più piccole e ancor di più il lavoro artigianale. Questo è un mondo che corre troppo in tutte le direzioni e lascia poco spazio e poco tempo ai sogni. Sono più affascinato da una moto e da una bici fatta col cuore, con tutti i difetti e le imperfezioni che potrebbe avere. Ancor di più sono affascianato da chi riesce a concepire una bici dal disegno alla realizzzione in molte delle sue parti e anche non facendo grandi numeri si diverte e vive il suo sogno. Chiedetevi quanta passione può metterci un'operaio giapponese o cinese nel "partecipare" alla costruzione di una bici. Secondo me poca, molto poca, e forse questo scarso interesse, questa robotizzazione, questa spersonalizzazione del lavoro viene trasmessa all'oggetto che si realizza. Ma più che altro la cosa triste è forse che questi operai si vedono passare la loro vita davanti, il loro tempo è dettato da una catena di montaggio, la legge dei grandi numeri li sovrasta e li schiaccia. Buona riflessione.
Non dubito del fatto che tu la pensi così,non mi permetterei mai di farlo,ma la tua Bianchi Infinito contraddice un pò questo tuo discorso.
Non dubito del fatto che tu la pensi così,non mi permetterei mai di farlo,ma la tua Bianchi Infinito contraddice un pò questo tuo discorso.
Immagino che claudio si riferisse ad un discorso più generale piuttosto che al caso soggettivo specifico, nel senso che non si precludere in partenza un giudizio se questo non viene toccato con mano, sempre secondo me.
condivido in pieno queste furbizie alla lunga non pagano anzi il made in italy è un marchio che ha valore nel mondo e dà subito un valore aggiunto ai prodotti italiani se lo sapessimo sfruttare saremmo una tra le prime nazioni a livello economico e invece pensiamo solo al ritorno immediato che delusione sono gli italianiGli imprenditori hanno cavalcato il made in Italy costruendo in Asia.
Hanno perso la faccia, fornito un'impulso economico alla nazione ospitante le loro aziende e metodi di lavoro che loro stessi hanno impiegato anni.
Ormai la frittata e fatta, devo combattere contro grandi colossi dell'industria e ovviamente perderanno la sfida.
Tra qualche anno saranno delle piccollissime azienda amatoriali che venderanno solo nella loro zona d'origine dando la colpa al costo del lavoro, al costo dell'azienda in Europa, mentre era solo da mettersi d'accordo con i corrispondenti rappresentati europei ( imprenditoriali e politici ), che causa il loro immediato guadagno non si sono messi d'accordo, perdendo lavoro e occupazione.Pensavano di essere i più furbi del pianeta Terra ...
Ok,però permettimi di dire che se io penso che le cose dovrebbero andare in un certo modo,per andar meglio,forse dovrei essere il primo a comportarmi di conseguenza.Ciao, hai ragione, ma la mia Infinito (che amo alla follia!) me l'hanno regalata! Il mio è un discorso astratto/concreto!, sul come credo dovrebbero andare le cose! Saluti.
Non ho scritto i marchi perchè i gentilissimi capifabbrica mi hanno chiesto di non farlo.
Al di lá di questo, Giant lavora anche come terzista e se fai due conti producono 1.800.000 telai all'anno per altri marchi. Penso che svelarne i nomi abbia un'importanza relativa, la sostanza è già stata descritta nell'articolo.
Conta che i marchi con una fabbrica propria sono appunto Giant e Merida, fra i grandi. Questi producono per la maggior parte degli altri marchi. Nella visita ad A-Pro ne trovi altri, che ho citato.