Anche a me, ma in generale il problema resta: forse soffriamo troppo della sovrapposizione fra tv e cinema: ormai i principali produttori italiani sono aziende televisive (o legate al mondo tv), e si vede: a Venezia premiano docu-film che nessuno guarderà, serie tv, biopics (generalmente inguardabili santini dove il protagonista avrebbe redento il mondo se solo lo avessero lasciato fare)... recitati in uno stile che va dal dilettantesco al dialettale... insomma: non vedo luci in fondo al tunnel.
Vado un momento off topic sul mondo televisivo: anni fa lessi una lettera di uno sceneggiatore che rispondeva ad Aldo Grasso sul perché della cattiva qualità della fiction italiana. Diceva che loro, gli sceneggiatori, scrivevano storie interessanti, anche con argomenti crudi, non la solita beatificazione del protagonista, ma il produttore cominciava a dire: no, troppo crudo, dobbiamo ammorbidire. E la protagonista femminile non veniva mai scelta per le qualità recitative ma solo per la bellezza e/o fama nell'ambito televisivo.
In queste condizioni è difficile fare qualità se già al momento della scrittura devi tagliare scene realistiche (senza parlare del piattume nella regia).
Una serie come i Soprano la Rai (o Mediaset) non saprebbero farla, per dire.
Al pubblico piacciono storie ben scritte, non sciacquette da quattro soldi.
Nota a margine: I Soprano li consigliai a a mia madre dicendo che era davvero una gran serie. Nella prima puntata c'è un inseguimento con un pestaggio davvero terribile. Lei: non voglio più vederla, troppo violenta. E non li vide più, finché… non arrivò la puntata di Chris e Paulie nella neve (un saggio di come la violenza nuda in mano a due imbecilli faccia solo danno - Se non volete vedere i Soprano, guardate solo questa puntata, ne vale la pena, non c'è bisogno che mi ringraziate) e le dissi che questa doveva assolutamente vederla. Le piacque molto e quando Rai4 mandò le repliche si vide tutte le puntate.