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La FCI ribatte sulla “tassa sul sudore”

Ieri è stata una giornata di fuoco sui social ciclistici, aizzati dall’articolo dal solito Corriere della Sera sulla tassa sul sudore.

Oggi la Federazione Ciclistica Italiana ribatte sul proprio sito con veemenza ai “soloni sui Social” tramite le parole del proprio consigliere federale delegato al settore amatoriale Gianantonio Crisafulli.

 

Alcuni punti chiave del comunicato della FCI:

-Gli atleti tesserati in Italia con la Federazione e gli Enti sono circa 200.000, di questi circa 140.000 (70%), essendo tesserati FCI/ACSI/UISP, non dovranno versare nulla

-in occasione dell’ultimo Consiglio è stato approvato un piano pluriennale di rientro che non contempla alcuna voce attiva derivante dalla cessione delle Bike Card.

Gli introiti derivanti dalla cessione delle Bike Card saranno interamente reinvestiti per la creazione di una serie di servizi a disposizione del mondo amatoriale:

  • Gestione unica della giustizia sportiva;
  • Creazione e gestione di un database dell’elenco degli atleti autorizzati allo svolgimento delle manifestazioni che sarà messo a disposizione degli enti e degli organizzatori per semplificare il lavoro di segreteria in occasione dello svolgimento delle manifestazioni;
  • Creazione e gestione di un elenco degli atleti inibiti a partecipare alle manifestazioni perché non etici;
  • Creazione e gestione dell’elenco degli atleti ex agonisti .

Eventuali residui saranno poi reinvestiti sul settore giovanile agonistico e non saranno quindi utilizzati per ripianare alcunché.

 

Un punto critico importante arriva verso alcuni enti di promozione sportiva:

[Alcuni ]Enti si sono distratti e hanno dimenticato la loro missione, infatti la loro attività principale è diventata quella di fare tesserati praticando una serie di sconti sul costo del tesseramento e delle affiliazioni, peggiorando le coperture assicurative (ad esempio aumentando le franchigie) e hanno affiliato alcune società che organizzano manifestazioni che non rispettano nemmeno le più elementari regole previste dal Codice della Strada, con il solo obiettivo di fare “cassa”.

Enti che avrebbero mancato la propria missione di far rispettare alcuni punti etici, come viene esplicitamente ricordato:

Nel corso del 2017 la Federazione in più occasioni è dovuta intervenire con gli alcuni Enti, potendo disporre solo dell’arma della “moral suasion” per segnalare la presenza alle loro manifestazioni di atleti non etici e del mancato rispetto delle norme più elementari di sicurezza (scorte ecc…).

Ora la palla passa ai vari enti per l’appunto, e soprattutto alla stessa federazione nel fare (maggiore) chiarezza sul da farsi per gli amatori. Al momento la Bike Card va fatta solo per chi sia affiliato ad enti che non rientrano nella convenzione (al momento rientrano FCI/ACSI/UISP) e fino a rinnovo della stessa.

 

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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