Il decesso di Antoine Demoité ha rimesso in discussione la questione sicurezza in corsa, sia da parte dell’UCI che dei corridori. Troppi i rischi dovuti a motociclette ed auto condotte in maniera “selvaggia”, senza regole prefissate da rispettare in corsa; e soprattutto, a detta di squadre e ciclisti, proprio troppe moto e auto.
Altri pericoli sono stati individuati in: SUV che ostruiscono la visuale ai ciclisti, SRM ed auricolari che distraggono, rotonde, rallentatori, isole spartitraffico (recenti gli incidenti a Van Summeren e Offredo), transenne messe male o non segnalate (incidente Stetina), uso ed abuso di Tramadol, etc..
Molte le soluzioni proposte, dal ridurre il numero dei mezzi al seguito, ridurre il numero di corridori per squadra, scegliere ex-professionisti per valutare le traiettorie dei percorsi come accade in F1 (proposta di Marc Madiot), etc.. etc…
Nel mentre delle discussioni, solo un paio di giorni dopo l’incidente a Demoitié, alla 3 giorni di La Panne, resta chiaro come si sia lontani da una soluzione:
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